Rinnovare il CCNL per il settore metalmeccanico questa volta non sarà un’impresa facile. Si chiude con questa consapevolezza il Consiglio Nazionale che ha riunito a Roma tutte le strutture regionali della Uilm. La delegazione lucana della Uilm conferma che anche la Basilicata sarà sede di un importante movimento di protesta dei lavoratori metalmeccanici. Il successo della manifestazione del 20 aprile scorso, che ha registrato la partecipazione di oltre l’80 dei lavoratori è, infatti, la dimostrazione che i metalmeccanici lucani sono sensibili alla causa del rinnovo del CCNL e sono pronti a farsi ascoltare.La data prescelta per la manifestazione in Basilicata è il 10 giugno; le modalità di svolgimento saranno concordate unitariamente dalle segreterie regionali di Fiom, Fim e Uilm.
I metalmeccanici, forti della certezza che la contrattazione collettiva è ancora la forma normativa più importante nell’ambito del diritto del lavoro, di fronte ad una controparte, Federmeccanica, quanto mai ostinata e radicata nella propria posizione – si sottolinea in una nota a firma del segretario regionale Uilm Marco Lomio – decidono di scendere nuovamente in piazza, per manifestare il proprio dissenso per una piattaforma inaccettabile. Quello che, infatti, caratterizza la proposta della parte datoriale è un dato di fatto che si contrappone alla ragione stessa di essere di un contratto collettivo di categoria, che nasce per assolvere alla funzione essenziale di tutela del salario reale dei lavoratori e che in quanto collettivo, così come nella stessa nomenclatura, si rivolge erga omnes a tutti i lavoratori del settore.
Federmeccanica oppone un netto rifiuto all’aumento salariale, che sarebbe più giusto finire come adeguamento al costo della vita, ponendo quale unica alternativa, ancora più irrisoria, la possibilità che tale aumento salariale venga riconosciuto dapprima ai soli lavoratori con salario di garanzia (corrispondenti al 5% dei metalmeccanici in Italia) e dopo lo sciopero del 20 aprile 2016 ai lavoratori non aventi contrattazione di secondo livello, corrispondenti appena al 30% dei lavoratori coinvolti.
La mobilitazione generale dei lavoratori, diventa così inevitabile per affermare il diritto di una categoria, quella dei metalmeccanici, prima e di tutti i lavoratori poi, di ricevere un salario che sia consono alle necessità essenziali di spesa per un’esistenza dignitosa.
Giugno sarà quindi il mese della mobilitazione generale, i metalmeccanici, conferma la Segreteria della Uilm durante il consiglio nazionale odierno, sciopereranno in tutta Italia per ribadire la necessità di portare a casa la trattativa.
“Non diciamo di fare proprio come la Germania che cresce il doppio di noi, ma almeno – sottolinea Lomio – di seguirne l’esempio sul rinnovo del Ccnl dei metalmeccanici per dare una mano concreta alla ripresa italiana”
“Come deciso dalla segreteria nazionale dell’Ugl Metalmeccanici riunita a Roma anche in Basilicata, siamo pronti a dichiarare lo stato di agitazione in tutte le aziende metalmeccaniche aderenti al ccnl in un pacchetto di ore di sciopero da 8 a 16 ore da indire nelle modalità che verranno prossimamente calendarizzate e decise con i responsabili territoriali e provinciali Ugl della regione”.
Lo fanno sapere il segretario generale dell’Ugl Basilicata Giovanni Tancredi e il regionale dell’Ugl Basilicata metalmeccanici, Pino Giordano in sintonia con le decisioni assunte dalla segretaria nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, presieduta dal segretario generale Antonio Spera.
Per i sindacalisti, “è una scelta dovuta alla necessità di rispondere in maniera forte alla posizione di Federmeccanica e Assistal che nel corso della trattativa svoltasi hanno ribadito la loro indisponibilità a discutere di contrattazione decentrata e aumenti salariali. I metalmeccanici oggi chiedono un contratto collettivo nazionale di lavoro che garantisca il reale potere di acquisto del salario per tutti e, solo il contratto nazionale può sancirlo come strumento essenziale a garanzia.
Alcuni punti della proposta di Federmeccanica – aggiungono Tancredi e Giordano – sono condivisibili come il welfare e la formazione, ma sul salario ancora esistono distanze inaccettabili, alla luce delle esigenze dei lavoratori e della richiesta Ugl di aumento salariale pari a 108 euro nel triennio 2016–2018 per tutti i lavoratori Federmeccanica e Assistal, demandando la contrattazione salariale alle trattative nelle singole realtà locali, di fatto, intendono cancellare interamente la contrattazione nazionale. Il nodo e le posizioni sulle retribuzioni sono restati troppo lontani se pur il nostro intento nell’incontro era il confronto affinché si rendesse concreto un soddisfacente contratto nazionale, per un nuovo sviluppo, più occupazione e più soldi in busta paga: nessuna apertura datoriale abbiamo registrato nonostante l’Ugl aveva segnalato a Federmeccanica ed Assistal di dimostrare cenni anche sulla parte economica arrivando celermente ad una soluzione condivisa tale da dare un giusto riconoscimento al Lavoro. Il ccnl – terminano Giordano e Tancredi – è l’ultimo baluardo a garanzia di tutti i lavoratori metalmeccanici, ecco perché non accetteremo alcuna azione finalizzata al suo smantellamento”.
Mag 26