Quello che si sta consumando ai danni dei titolari di strutture sanitarie private accreditate di Matera e provincia, come dei loro dipendenti, degli utenti lucani e di quanti provengono quotidianamente da altre regioni è un assurdo palleggiamento di responsabilità: il Presidente Pittella dice che spetta ai direttori generali di Asm e Asp assumersi direttamente le responsabilità per cui vengono pagati; il direttore generale dell’Asm riferisce di aver posto un quesito alla Regione per sapere se gli uffici stano facendo bene o male e riferisce anche che la Regione lo avrebbe girato al Ministero alla Salute. Sulla questione dei tetti di spesa e del “respingimento” di utenti extraregionali da parte delle strutture sanitarie private accreditate per effetto di una decisione dell’Asm di Matera assunta, quanto meno burocraticamente e senza tener conto degli effetti , siamo al paradosso.
E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) che aggiunge: la decisione delle associazioni di categoria più rappresentative – Sanità Futura, Anisap e Aspat – di disertare l’incontro convocato da Asm e Asp per il 31 maggio prossimo, in coerenza con le mie prese di posizione assunte in precedenza, trova tutto il mio sostegno. L’ ho detto nei giorni scorsi e lo ripeto: il confronto tra associazioni di categoria e Regione-Aziende Sanitarie deve svolgersi prima di tutto a livello politico. Mi pare che lo sostenga, autorevolmente, anche il Presidente della Quarta Bradascio e lo riconfermano i consiglieri dell’opposizione dem Lacorazza e Cifarelli. E’ bene però – continua Castelluccio – che la questione sia sottratta alla “guerriglia” interna al Pd e che si sciolga il nodo tra funzionari e politici. Nessuno mette in discussione l’affermazione del Presidente Pittella sulla necessità che la politica faccia un passo indietro nella gestione, anzi per me è il caso di fare due passi indietro, ma è pur vero che in quegli indirizzi programmatici a cui si appella il Presidente ci sono scelte delicate ed importanti, tutte politiche, per soddisfare le esigenze e i bisogni dei cittadini del Materano, le imprese private, l’occupazione di settore ed ogni altra esigenza che riguarda le nostre comunità. Non abbiamo alcuna intenzione di assistere inerti al rischio immediato di perdita del lavoro per una settantina di persone tra operatori sanitari, dipendenti amministrativi, medici specialisti in provincia di Matera e al respingimento di oltre 5mila pazienti al mese di altre regioni che non potrebbero ricevere dai centri materani le prestazioni richieste. E poi, una volta per tutte, si metta fine al balletto “penoso” su chi deve fare cosa.
Mag 28