“Il futuro è adesso. Noi giovani spesso siamo accusati di non essere abbastanza intraprendenti, almeno non quanto lo sono stati i nostri genitori. Il passaggio generazionale non è una cosa semplice, non lo è mai stata, ma oggi è ancora più difficile per noi mantenere il livello cui sono arrivati gli imprenditori di prima generazione, soprattutto perché 7-8 anni consecutivi di crisi economica hanno mutato lo scenario generale”.
Con queste parole Francesco Ramundo, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confapi Matera si prepara ad affrontare quella che molti osservatori chiamano la nuova stagione imprenditoriale, in cui si annuncia la ripresa ma con la consapevolezza che niente sarà come prima e che la crescita – se ci sarà – avrà numeri molto più risicati rispetto al passato.
Per Ramundo “il compito di accelerare i processi di ripresa spetta solo in parte alla pubblica amministrazione, toccando invece alle imprese gran parte del compito. E in questa situazione Matera e il suo territorio non possono sottrarsi alla nuova sfida. La situazione culturale è migliore che in passato, ma ancora insufficiente rispetto al potenziale ottenibile integrando la cultura tradizionale con la ICT”.
“La vera piaga della Basilicata è la disoccupazione giovanile, con un giovane su due senza lavoro. La disuguaglianza o mancanza di coesione sociale fra i territori e, all’interno di un medesimo territorio, il divario fra le generazioni, non solo è l’effetto più grave della crisi, ma frena la crescita della produttività, comporta enormi costi e sprechi per la collettività e impedisce ai giovani di esprimersi”.
“Noi chiediamo uno Stato che funzioni, che ci dia le infrastrutture, non sprechi le risorse, adotti una burocrazia più snella e paghi i debiti che accumula verso le imprese”, prosegue il presidente dei Giovani Imprenditori. “Tuttavia dobbiamo anche fare autocritica e contrastare quelle derive che nocciono all’economia sana e al libero mercato, non alimentando le clientele di cui la politica spesso si nutre, contrastando l’illegalità e rompendo il binomio corrotto-corruttore”.
“Come vice presidente di Confapi Matera voglio difendere la funzione dei corpi intermedi, delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali, che oggi si vorrebbe ridimensionare, perché esse svolgono un ruolo fondamentale nella società, non solo rappresentano interessi di parte, ma risolvono i conflitti che ci riguardano, a vantaggio dell’intera collettività”.
“Il nostro compito – conclude Ramundo – è quello di ridare centralità alla piccola e media impresa attraverso i giovani, perché se è vero che le PMI sono il nerbo del nostro sistema economico, è altrettanto vero che i giovani sono il nucleo vitale della società, anche di una società come la nostra che sta invecchiando rapidamente. E in questo non dobbiamo sottovalutare gli immigrati, senza dei quali non ce la possiamo fare e a cui dobbiamo dare risposte migliori. L’impresa ha bisogno dei giovani e ha bisogno dell’immigrazione”.
“Essere giovani significa anche essere intraprendenti, avere coraggio ed entusiasmo, avere fiducia e dignità e – io spero – anche talento e creatività”.