Mercoledì 3 e giovedì 4 giugno 2016 a Matera nella sala eventi della chiesa del cristo flagellato in piazza San Giovanni è in programma il quarto convegno Amegep malattie rare promosso dal club epatologi ospedalieri sul tema “Viral hepatitis update and clinica practice 2016”.
L’evento è organizzato dal Presidente Giorgio Barbarino, dal Direttore U.O.C. Medicina di Matera, Nello Buccianti e dal Dott. Antonio Iizzi.
La terapia delle epatiti virali croniche si è ormai notevolmente arricchita nella sua pipeline di farmaci assolutamente innovativi e che possono aggredire sia il virus epatitico B ( HBV ) che il virus epatitico C ( HCV ) in diverse fasi del loro ciclo replicativo.
La terapia dell’Epatite cronica da HBV si basa peraltro ancora sulla alternativa o combinazione terapeutica tra una citochina a blanda azione antivirale come il PEG-Interferon@ ( PEG-IFN@ ) e l’impiego di farmaci analoghi nucleos(t)idici che interferiscono direttamente con l’enzima HBV-DNA polimerasi , tra i quali, il Tenofovir Disoproxil Fumarato ( TDF ) e l’Entecavir ( ETV ) costituiscono da tempo lo standard of care ( SOC ) con efficacia e tollerabilità da tempo confermate a lungo termine. Sono inoltre in fase di sviluppo una serie di molecole che interferiscono su varie fasi del ciclo vitale di HBV ( inibitori dell’entry come il Mycludex-B, piccoli RNA interferenti con l’RNA pregenomico come i siRNA, silenziatori epigenetici del ccc-DNA ecc ) così come vaccini terapeutici come il Tarmogen®. Tutti questi composti appaiono realmente promettenti in prospettiva futura nel difficile percorso della eradicazione dell’infezione da HBV.
Al contrario, la terapia dell’epatite cronica C ormai da qualche anno è entrata nell’era dei Directly-Acting Antiviral Agents ( DAAs ), inizialmente con l’impiego degli inibitori della proteasi NS3-4A di HCV di prima generazione quali Boceprevir e Telaprevir, che hanno mostrato però soltanto un moderato impatto sulla eradicazione dell’infezione da HCV genotipo 1 nei pazienti difficili. Ben più efficaci si sono rivelati i DAAs di seconda ondata così come molto promettenti i dati dei DAAs delle successive generazioni . In tempi abbastanza brevi si è prodotta una enorme pipeline di farmaci ad azione antivirale diretta quali gli inibitori di proteasi NS3-4A di seconda o successive generazioni ( Simeprevir, Asunaprevir, Paritaprevir, Grazoprevir, Sovaprevir, Glecaprevir ) così come analoghi nucleo(s)tidici ( Sofosbuvir ) oppure allosterici ( Dasabuvir, Beclabuvir ) della RNA polimerasi virale NS5B nonché gli inibitori della proteina non enzimatica NS5A ( Daclatasvir, Ombitasvir, Ledipasvir, Odalasvir, Pibrentasvir ), proteina fondamentale sia per la replicazione che per l’assemblaggio di HCV.
L’impiego corretto e personalizzato sul paziente di combinazioni di DAAs , alcuni dei quali potenti, ad elevata barriera genetica e anche pangenotipici , sarà in grado in un futuro non remoto di eradicare l’infezione da HCV fino ad oltre il 95% dei pazienti ed in tempi di trattamento ultra short ( 4-8 settimane ! ).
Su queste tematiche sarà chiamato a confrontarsi un panel di esperti epatologi convenuto in Lucania da tutto il Meridione d’Italia !