Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata dai Comitati per il No alle Riforme di Matera, Potenza e Brienza.
Ad ottobre andremo a votare per approvare o bocciare la riforma costituzionale e il Presidente del Consiglio Renzi ha avviato la campagna referendaria, prima di introdurre quella per le amministrative del 5 giugno. Il Governo ha già monopolizzato i media nazionali e siamo ormai al “verbo unico”, che pretende di spiegare agli italiani tutto del presente e del passato, al punto che la Ministra Boschi tenta di certificare i veri e falsi partigiani all’interno dell’ANPI, oltre che il significato della Resistenza. Con arroganza verso i “comitatini”, che hanno avuto l’ardire di presentarsi in piazza per raccogliere le firme contro la sua pasticciata, contraddittoria e confusa, pseudoriforma, e contro l’Italicum del voto diseguale, il Presidente del Consiglio, continua a personalizzare il confronto, legando il destino del Governo, e suo politico personale, all’esito del voto. Sbaglia e strumentalizza la questione. Noi cercheremo di parlare sempre dei contenuti.
Anche in Basilicata si sono e si vanno costituendo Comitati contro le cosiddette riforme, che operano con mezzi propri, volontà, convinzione, entusiasmo ed impegno. Essi comunicano ai cittadini lucani che in tanta parte degli uffici elettorali dei loro Comuni, sono stati depositati i moduli per la sottoscrizione dei referendum per il NO alla “Riforma Costituzionale” e contro le modifiche della legge elettorale denominata “Italicum”. A tal proposito ricordano che scade il 20 giugno il termine per la raccolta delle firme per l’abrogazione delle norme “Italicum” e il 1° luglio quello per la “riforma costituzionale”, per cui occorre una maggiore mobilitazione.
Chiediamo a tutto il sistema dell’informazione in Basilicata, di sottrarsi ai diktat del Governo e di dare voce anche a chi sostiene altre tesi da quelle che si vogliono considerare uniche e indifferibili, difendendo gli spazi democratici che si intendono ridurre, e la sovranità popolare a sostegno del ruolo delle istituzioni democratiche.