Dal 9 al 10 giugno saranno presentati a Matera 267 contributi da parte di professori universitari e ricercatori, provenienti da tutta Italia, al convegno in programma nel centro congressi Sant’Anna sulla “Biodiversità e intensificazione ecosostenibile” organizzato dall’Università degli Studi di Basilicata – Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari e Ambientali (SAFE), dal Centro Interuniversitario per le Ricerche sulla Caratterizzazione, Conservazione e Utilizzazione del Germoplasma Mediterraneo (CIGM) e dall’Istituto di Bioscienze e Biorisorse – Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBBR – CNR). “La Basilicata è riconosciuta in Europa come un piccolo laboratorio sulla biodiversità”. L’ha detto Michele Perniola, docente ordinario di Agronomia e Pro Rettore dell’Unibas, durante la conferenza stampa, puntando a questa seconda edizione materana, dopo quella tenuta sempre a Matera nel 1996, per segnare un punto di snodo dalla ricerca al settore operativo. I lavori sono organizzati in cinque sessioni: la prima sulla Agrobiodiversità, la seconda sulla Biodiversità degli habitat naturali, la terza sulla Biodiversità animale, la quarta sulla Biodiversità microbica negli ecosistemi e nelle trasformazioni alimentari e la quinta sulla Biodiversità, servizi ecosistemici e difesa. “In occasione di XI Convegno Nazionale sulla Biodiversità, verrà istituita l’Accademia delle scienze della biodiversità mediterranea – ha continuato Elio Alba, docente ordinario di genetica agraria – con una funzione di coordinamento di tutte le tematiche e attività sviluppate da ricercatori, enti e operatori coinvolti su tematiche inerenti la biodiversità nelle filiere agroalimentari”. “Il meeting presenta anche una sessione dedicata alla biodiversità microbica – ha aggiunto la prof.ssa Patrizia Romano – che affronterà tematiche sulla microbiologia del vino, sulla microbiologia dei prodotti fermentati e su quella ambientale. “La Biodiversità trova un ampio campo di ricaduta anche economica nella valorizzazione delle produzioni agro-alimentari tipiche dei territori dell’area mediterranea – ha concluso il dott. Giulio Sarli del CNR- che in Basilicata è particolarmente evidente vista la grande disponibilità di materiale genetico solo in parte caratterizzato e valorizzato”. “Una sezione specifica verrà dedicata anche alla comunicazione dei servizi ambientali – ha aggiunto Donato Forenza, docente presso il Politecnico di Bari – per avvicinare con più consapevolezza gli utenti alle problematiche ambientali dei territori di appartenenza”.