“Si e’ conclusa a meno di un mese la vicenda che a visto coinvolti i lavoratori della Datacontact impegnati sulla commessa Telecom Italia. Infatti, si e’ costituita la società CallMat formata da Youtility e Abramo che sul territorio si sono impegnati nel proseguo della gestione della commessa Inbound 119 del gruppo Telecom Italia che ricordiamo gia’ a partire dal 28 dicembre 2015 aveva esplicitato in un incontro formale davanti al Prefetto di Matera, alla Regione Basilicata, alle sigle sindacali e alla stessa Datacontact la volontà di non voler più continuare un rapporto con la stessa Datacontact ma nel contempo si impegnava a mantenere la commessa sul territorio”.
E’ quanto fanno sapere il segretario regionale dell’Ugl Telecomunicazioni Basilicata Brunella Filotico, e il segretario provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano.
“I mesi che sono seguiti da quel momento in avanti non sono certo risultati facili da nessun punto di vista e soprattutto non sono mancate polemiche ma soprattutto incongruenze. La stessa Datacontact aveva esplicitato, ricordiamo, la sua difficoltà a poter mantenere un personale che contava circa 400 lavoratori impegnati sulla commessa 119 e pertanto, dichiarava prima davanti al Prefetto poi, al Mise la preoccupazione per il destino di questi lavoratori che rischiavano di rimanere inattivi. Sono pertanto seguiti mesi difficili per valutare al Mise chi avrebbe dovuto gestire tale commessa su Matera ma soprattutto – continuano i sindacalisti Ugl -, i lavoratori sono stati la parte maggiormente ferita da questa vicenda visto che sono stati costretti per oltre 1 mese e mezzo all’inattività dalla stessa Datacontact che dichiarava apertamente l’impossibilita a poter mantenere l’organico che per oltre 10 anni si era dedicato anima e corpo a contribuire alla crescita di questa azienda. Finalmente meno di un mese, fa la CallMat ha preso possesso su Matera degli spazi destinati all’attività da svolgere. Ma come in tutte le vicende ingarbugliate anche in quest’occasione non sono mancate sorprese. In effetti, misteriosamente al momento di dover assorbire come da accordo del Mise, i circa 400 lavoratori, la CallMat si e’ trovata a dover gestire e contrattualizzare un organico incerto. I dipendenti – proseguono Giordano e Filotico -, sia a tempo indeterminato che determinato, risultavano essere in bilico nel decidere di passare o meno alla CallMat o rimanere assunti in Datacontact. Per l’Ugl, senza contare il lavoro che ad oggi ci si trova a gestire per l’assetto organico atto a creare figure rilevanti e indispensabili ad un attività di call center e soprattutto con il vincolo di un accordo stipulato al Mise che sottolineava il passaggio tutto dei circa 400 dipendenti e con l’impossibilita’ ad oggi di poter assumere personale esterno. Ma la professionalità, la pazienza, la correttezza e la caparbietà di questi imprenditori nuovi, giunti sul territorio, stanno ripagando i lavoratori di tutta l’incertezza, le paure e se vogliamo le ingiustizie che in questi mesi hanno dovuto subire da una società che in meno di un mese, a differenza di quanto precedentemente villantato e dichiarato, è riuscita a riassorbire l’organico dichiarato in esubero. Ci si chiede a questo punto, cosa possano pensare le Istituzioni che nella vicenda sono state coinvolte ma sicuramente, questa sarà una domanda che sarà posta agli interessati quanto prima visto l’epilogo e le polemiche che hanno continuato a susseguirsi anche nei giorni successivi all’apertura della CallMat. Adesso ci si vuole concentrare su questa nuova società che i lavoratori intendono far crescere e nonostante sterili polemiche da parte di inutili villantatori, il clima che ad oggi si respira e’ di positività e voglia di crescere ma soprattutto un grande desiderio di riscatto. Per cui – concludono Filotico e Giordano – a questa società si vuole augurare il meglio e, ai lavoratori che ad oggi ci hanno creduto, un augurio di poter lavorare serenamente in un clima disteso e sereno come quello che ha contraddistinto lo startup di questa società che grazie ai suoi collaboratori, efficienti e professionali, stanno contribuendo seppur tra mille difficoltà a portare avanti l’impegno profuso”.
CallMat Matera, precisazioni di Datacontact.
La società Datacontact apprendendo dalla stampa negli ultimi giorni le dichiarazioni di alcune sigle sindacali, per ultime quelle della UGL, relativamente alla commessa 119 TIM in gestione presso la società Callmat srl a Matera, a seguito della interruzione al 31 marzo 2016 delle attività presso Datacontact, ritiene doveroso precisare alcuni elementi e fornire un quadro di quanto avvenuto in azienda negli ultimi tre mesi.
L’accordo siglato presso il Ministero dello Sviluppo Economico in Aprile ha previsto, in assenza di Datacontact in quanto non invitata a prendere parte all’incontro, una modalità volontaria di passaggio al nuovo soggetto gestore del 119 TIM dei lavoratori di Datacontact, per la precisione 390 compresi circa 50 collaboratori coordinati e continuativi. La poca chiarezza che ha contraddistinto tutta la vertenza ed in particolare le ultime fasi, con il mancato rispetto dei numeri, delle date e degli impegni contenuti nell’accordo ministeriale, non hanno contribuito a creare un clima di fiducia tale da convincere l’intera platea dei lavoratori a migrare presso il nuovo gestore del servizio 119. In tutta questa fase, durata settimane, la società Datacontact non ha in alcun modo influito sulla individuale volontà dei lavoratori nell’operare tale scelta, volontaria proprio in virtù di quanto previsto dall’accordo ministeriale siglato con le organizzazioni sindacali e con i soci della Callmat.
L’unico impegno di Datacontact, da quando è stata definitivamente sancita la volontà del committente di non proseguire il rapporto di fornitura per il servizio 119 gestito con ottimi risultati per oltre 11 anni, è stato quello di attivarsi alacremente, facendo leva sulle sue sole forze, capacità organizzative e sulla fiducia ininterrottamente riconosciuta da primari partner italiani ed internazionali, con maggiore impegno per dare garanzie alle oltre 900 persone già in organico aziendale, su commesse differenti da TIM. Da questo intenso lavoro sono nate alcune opportunità, idonee ad ampliare la forza lavoro attestata su queste commesse, pur nelle enormi difficoltà create dalla interruzione del rapporto con TIM e che sono tuttora presenti da un punto di vista finanziario; del verificarsi di tali opportunità la società ha in maniera trasparente e nel rispetto delle esigenze tecnico organizzative notiziato il personale interessato, invitandolo a manifestare la disponibilità ad essere utilizzato in tali attività ovvero, liberamente, a passare alle dipendenze del nuovo soggetto imprenditoriale, nel rispetto del citato accordo ministeriale.
A fronte di quanto sopra, si sono registrati casi di interesse a proseguire l’attività lavorativa con la Datacontact e viceversa preferenze per il passaggio alla Callmat, senza che questo generasse alcun tipo di problema, come dimostrato anche dai casi di quei lavoratori che hanno inizialmente scelto di continuare la loro attività lavorativa con Datacontact e successivamente si sono dimessi per essere assunti dalla Callmat.
Non si comprende, quindi, come si possano considerare in qualche modo strumentali delle reali nuove opportunità lavorative che la società con il suo solo impegno è riuscita in queste settimane ad attrarre e che hanno consentito di dare una collocazione lavorativa anche a coloro che, nella assoluta libertà di scelta, hanno dichiarato che non sarebbero comunque stati disponibili al passaggio alla Callmat.
Datacontact, che da oltre 15 anni presta con qualità i propri servizi nel settore del contact center in outsourcing e delle ricerche di mercato, ha come unico obiettivo quello di esprimere le proprie competenze e professionalità in un settore complesso e ancora purtroppo viziato da logiche che non sempre premiano il merito, e non accetterà, tutelandosi in tutte le sedi opportune, ulteriori esternazioni mirate a gettare discredito su una realtà che si è costruita da sola e che ha guadagnato, con il suo impegno, importanti crediti sul mercato. Sarebbe opportuno che tutti lavorassero per la reale difesa dell’occupazione e per lo sviluppo di un territorio che necessita di nuove opportunità e non della continua mortificazione delle proprie intelligenze e delle imprese autoctone.