Si chiama “Per salsa ricevuta. Pacchi di cibo in viaggio” la mostra etno-artistica inaugurata sabato 11 giugno a Matera presso Studio Arti Visive, in via delle Beccherie 41. Un gioco di parole per approfondire una pratica molto diffusa nelle regioni meridionali del nostro Paese, quella di inviare pacchi di cibo ai figli emigrati, lavoratori o studenti.
La mostra è uno dei risultati di una indagine etnografica condotta da Francesco Marano, antropologo dell’Università della Basilicata. “La mostra si può considerare multimediale perchè abbiamo una parte documentaria e un’altra creativa. C’è un video che diffonde interviste rilasciate da persone che preparano i pacchi che contengono il cibo da spedire ai propri cari che si trasferiscono fuori casa per motivi di studio o lavoro, con sottotitoli anche in inglese per dare la possibilità anche ai turisti di poter apprezzare questo lavoro. Abbiamo una sezione con immagini fotografiche che evidenziano il tema della mostra e una serie di prodotti esposti in una vetrina come se fossero degli oggetti sacri e preziosi, in realtà sono proprio i prodotti che poi finiranno in quei pacchi da spedire ai propri cari. La mostra offre anche tre mini-installazioni in cui sono presenti semplici prodotti commestibili, come il caffè e le scatolette di tonno e una fotografia che enfatizza il tema affrontato”.
“Il cibo contenuto nella scatola – spiega Marano – assume significati diversi per chi lo prepara e per chi lo riceve. Il cibo proveniente dai genitori rievoca il paesaggio sensoriale della famiglia e del luogo d’origine: gli odori della cucina di casa, le pietanze, i termini e i suoni dialettali di denominare le pietanze, le presenze della madre e della nonna in cucina e il loro “modo di fare le cose”, le occasioni di commensalità festiva.
La capacità del cibo di attivare queste memorie sensoriali si deve in particolare al fatto che con esso si ha un contatto diretto, non soltanto visivo, ma anche olfattivo e tattile. Mangiando determinati cibi, le relazioni con luoghi e persone vengono letteralmente incorporate e rivissute. Questo potere del cibo viene manipolato dai genitori per controllare il corpo dei figli lontani da casa, la loro salute e le emozioni che li legano alla famiglia e al luogo d’origine”.
All’allestimento della mostra hanno collaborato studenti dei corsi di laurea in Operatore dei Beni Culturali e in Scienze del Turismo e dei Patrimoni Culturali.
Informazioni sulla ricerca e sulla mostra sono disponibili sul sito web www.persalsaricevuta.it.
La mostra resterà aperta fino a domenica 26 giugno dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 21.
Michele Capolupo
La fotogallery della mostra “Per salsa ricevuta” (foto www.SassiLive.it)