La filiale regionale della Banca d’Italia ha diffuso il rapporto sull’economia della Basilicata riferito al 2015. Di seguito il testo integrale.
Nel 2015, dopo aver ristagnato nell’anno precedente, l’attività economica in Basilicataha registrato una lieve ripresa.Si è rafforzata la crescita nel settore industriale mentre il comparto dei servizi è rimasto sostanzialmente stabile e quello delle costruzioni è risultato ancora debole.Indicazioni positive sono giunte dal mercato del lavoro: l’occupazione è aumentata più che in Italia e nel Mezzogiorno. La lieve ripresa si sta lentamente riflettendo sulla dinamica del credito. A fine 2015 si è arrestata la contrazione dei prestiti in atto da circa tre anni.La qualità del credito alle imprese ha registrato un miglioramento in tutti i settori a eccezione del comparto delle costruzioni; quella dei finanziamenti alle famiglie è risultata sostanzialmente stabile.
L’industria e le esportazioni
Nel 2015 l’attività industriale delle imprese con oltre venti addettiha continuato a rafforzarsi. In base all’indagine condotta dalla Banca d’Italia su un campione di imprese industriali lucane, nel 2015il fatturato a prezzi costanti è risultato in aumento; il saldo tra la quota di imprese con fatturato in crescita e in flessione è aumentato a 41 punti percentuali circa (era pari a 20 punti nel 2014). Le vendite hanno beneficiato soprattutto dell’andamento del settore automotive e, in particolare, dell’aumento della produzione nello stabilimento FCA di Melfi.
Nel 2015 le esportazioni regionali sono più che raddoppiate rispetto all’anno precedente, attestandosi sul più elevato livello dell’ultimo decennio.Nel Mezzogiorno e in Italia le vendite all’estero sono aumentate rispettivamente del 4,0 e del 3,8 per cento in valori nominali.
L’espansione dell’export lucano è in larga parte riconducibile all’automotive; tuttavia anche al netto del comparto autoveicoli l’export è cresciuto del 9,2 per cento (circa 7 punti in più rispetto al 2014), trainato dall’agroalimentare (agricoltura e industria alimentare), dal petrolio e dagli apparecchi elettronici.
Le costruzioni e il mercato immobiliare
Secondo le stime di Prometeia il valore aggiunto del settore delle costruzioni si è ridotto (-2,9 per cento), pur in presenza della ripresa delle compravendite di abitazioni (10,2 per cento; rispettivamente 4,6 e 6,5 nel Mezzogiorno e in Italia), che ha
riguardato in modo più intenso la provincia di Matera.I prezzi hanno mostrato segnali di stabilizzazione, dopo i cali degli scorsi anni.
Un’indagine svolta dalla Filiale di Potenza della Banca d’Italia nel mese di febbraio 2016 su un campione di responsabili di sportelli bancari ubicati nei principali comuni della regione conferma i segnali di miglioramento nel mercato immobiliare. Nel Materano il buon andamento interesserebbe soprattutto gli immobili per uso ricettivo, che beneficerebbero, secondo i responsabili, dell’incremento dell’afflusso turistico derivantedalla designazione di Matera a Capitale europea della cultura per il 2019.
I servizi
Nel 2015 in base alle stime di Prometeia il valore aggiunto nei servizi è rimasto sostanzialmente stabile, in linea con l’anno precedente.Segnali positivi sono giunti dai consumi di beni durevoli e dalla dinamica dei flussi turistici, che si è ulteriormente rafforzata.
Il comparto turistico
Nel 2015 il positivo andamento dei flussi turistici verso le principali destinazioni del territorio regionale è proseguito: le presenze sono cresciute del 9,8 per cento, più intensamente tra gli italiani.L’incremento dei flussi turistici è riconducibile soprattutto alla provincia di Matera e, in particolare, alla città capoluogo, dove le presenze sono aumentate di oltre il 40 per cento. La crescita si è rafforzata anche nelle altre principali aree di interesse turistico della regione.
Tra il 2008 e il 2015 le presenze sono aumentate di circa un quarto nella media regionale, a fronte di un livello sostanzialmente stabile nel Mezzogiorno. All’aumento ha contribuito soprattutto il comune Matera, le cui presenze nel periodo considerato sono quasi triplicate. Nello stesso arco temporale si è registrato in regione solo un debole aumento dei posti letto (2,9 per cento), anch’esso riconducibile in larga parte a Matera, dove i posti letto sono quasi raddoppiati. Per effetto di tali dinamiche il contributo al settore turistico regionale del comune è aumentato dal 6,8 al 15,3 in termini di presenze e dal 5,0 al 9,1 in termini di offerta.
Il mercato del lavoro
Nel 2015 è proseguito il miglioramento degli indicatori del mercato dellavoro iniziato nella seconda parte del 2013. Il numero degli occupati è cresciuto del 3,5 per cento su base annua, in accelerazione rispetto al 2014 (2,1); l’incremento è stato maggiore rispetto alla media nazionale e del Mezzogiorno.
L’incremento degli occupati è stato più intenso per i lavoratori dipendenti (3,8 per cento) rispetto a quelli indipendenti (2,4 per cento). Con riferimento ai primi, la crescita si è concentrata nella componente a tempo indeterminato (4,4 per cento), anche grazie agli sgravi contributivi introdotti all’inizio del 2015 e alla riforma del Jobs Act. È inoltre diminuito il ricorso alle forme di lavoro a tempo parziale ( 7,4 per cento).
Il mercato del lavoro in Basilicata
Le ore autorizzate di Cassa Integrazioni Guadagni (CIG) hanno continuato a di-minuire ( 5,5 per cento).
Nel 2015 il tasso di disoccupazione è diminuito di circa un punto percentuale, riducendosi al 13,7 per cento; il dato regionale è superiore a quello medio nazionale (11,9 per cento) e sensibilmente inferiore a quello del Mezzogiorno (19,4 per cento).
Il calo del tasso di disoccupazione ha interessato soprattutto i giovani tra i 15 e i 34 anni (dal 32,2 al 29,1 per cento). Anche il tasso medio di disoccupazione di lunga durata, inteso come la quota di disoccupati da più di un anno sul totale della forza lavoro, è sceso di 0,6 punti rispetto al 2014, collocandosi all’8,9 per cento (12,5 nel Mezzogiorno e 6,9 in Italia). Nel 2015 i disoccupati di lunga durata sono stati in Basilicata il 65,2 per cento dei disoccupati totali, una quota sostanzialmente in linea con il Mezzogiorno.
Percorsi accademici, mobilità e offerta formativa
Durante la crisi le immatricolazioni di giovani lucani all’università si sono ridotte del 17,3%, per poi stabilizzarsi nel 2015. Il calo è attribuibile soprattutto alla flessione della popolazione. Gli immatricolati nelle strutture accademiche regionali sono diminuiti in modo più intenso.
Gli indicatori sui percorsi accademici (in particolare il tasso di successo e quello di abbandono)risultano migliori rispetto al Mezzogiorno e, in alcuni casi, anche rispetto all’Italia.
L’offerta universitaria risulta in regione più scarsa e meno variegata. La quasi totalità dei giovani può accedere a un corso di laurea a non più di 60 minuti dal comune di residenza, come nel resto del Paese, ma tale quota declina più rapidamente al crescere del numero di corsi considerati, sia rispetto al Mezzogiorno sia rispetto alla media nazionale. Analogamente i giovani lucani possono accedere, sempre in non più di 60 minuti a un’offerta meno differenziata in termini di aree disciplinari coperte.
Il credito
Nel 2015 si è pressochè arrestata la riduzione dei prestiti alla clientela residente in Basilicata, iniziata da metà 2012.Tale dinamica è sostanzialmente in linea con la media del Paese e del Mezzogiorno.
I prestiti hanno registrato una crescita in tutti i settori produttivi, a eccezione di quello delle costruzioni, dove hanno continuato a diminuire.I finanziamenti alle famiglie, erogati sia dallebanche sia dalle società finanziarie, sono cresciutidel 2,0 per cento nel 2015. Sia il credito al consumo siai mutui per l’acquisto di abitazioni hanno ripreso a crescere.Tale andamento ha riflesso un recupero della domanda e la stabilizzazione delle condizioni di offerta.
L’andamento del credito alle imprese è stato caratterizzato da dinamiche differenziate tra comparti produttivi. Si è accentuata la contrazionedel creditoalle imprese del settore edile mentrehanno ripreso a crescere i finanziamenti erogati agli altri comparti produttivi.Il settore manifatturiero è cresciuto trainato dal comparto della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e da quello della fabbricazione di autoveicoli e altri mezzi di trasporto. Anche i prestiti al settore terziario sono aumentati.
È proseguito il processo di allungamento delle scadenze dei finanziamenti alle imprese avviato alla fine del decennio scorso. Vi hanno contribuito le operazioni di consolidamento dei debiti.
Il consolidamento dei debiti delle imprese
Dall’inizio del 2008 la quota di debiti finanziari a medio e lungo termine sul totale è aumenata di circa 10 punti percentuali. All’aumento hanno contribuito in misura crescente le operazioni di consolidamento.
Nel periodo 2008-2015 infatti, circa l’1,9 per cento delle imprese lucane, in media annua, ha effettuato operazioni di consolidamento; tale percentuale è salita al 2,2 per cento nell’ultimo biennio. Inoltre, l’aumento della quota dei debiti finanzairi a medio e lungo termine registrato nel periodo 2011-15 è interamente riconducibile alla realizzazione di operazioni di consolidamento.
Sofferenze e prestiti
Gli indicatori sulla qualità del credito hanno registrato andamenti differenziati. Con riferimento alle imprese l’andamento del flusso di nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti non in sofferenze all’inizio del periodo è migliorato per tutti i settori produttivi, a eccezione del comparto delle costruzioni. In particolare ha registrato una riduzione nel settore manifatturiero (dal 6,1 al 3,0 per cento) e in quello dei servizi (dal 3,4 al 3,2 per cento). L’aumento nel settore delle costruzioni (dal 4,6 al 12,8 per cento) ha risentito di alcune specifiche crisi aziendali, solo in parte effettivamente riconducibili ad attività produttive svolte in regione. Al netto di queste posizioni, il flusso di nuove sofferenze rettificate per le imprese di costruzioni alla fine del 2015 sarebbe stato pari al 6,1 per cento, mentre quello riferito al totale delle imprese sarebbe rimasto sostanzialmente stabile.
I depositi bancari sono cresciuti più intensamente rispetto all’anno precedente (4,8 per cento, dal 3,0 registrato nel 2014). Le famiglie e le imprese lucane hanno continuato a riallocare il risparmio verso strumenti di provvista bancaria più liquidi: i depositi in conto corrente hanno accelerato, a fronte di una decelerazione di quelli a risparmio.
Assessore Liberali su rapporto economia 2015 della Basilicat diffuso da Banca d’Italia
“Progettualità. In questa regione abbiamo bisogno di imprenditori che facciano seguire alla visione, la capacità di costruire progetti. I bandi non sono una risposta. L’unica vera risposta è il progetto”.
E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche di Sviluppo, lavoro, formazione e ricerca, Raffaele Liberali, a margine del convegno promosso dalla filiale di Potenza della Banca d’Italia, dal titolo, “L’Economia della Basilicata”.
Nel corso dell’intervento l’assessore ha precisato che “proprio su questo aspetto si gioca una partita importante ed occorre che si lavori in un’ottica di condivisione, andando tutti nella stessa direzione”.
Liberali ha ricordato le numerose iniziative messe in campo dalla Regione Basilicata, facendo riferimento, in particolare, agli investimenti in ambito bancario e industriale, oltre che sul fronte dell’occupazione con il bando “Occupazione dei precari” e tutti gli investimenti relativi al tema dell’innovazione e della “chimica verde”.
Il convegno, moderato dal direttore della Banca d’Italia della fililale di Potenza, Giancarlo Fasano, è stato l’occasione per illustrare i dati relativi all’attività economica lucana, le dinamiche del mercato del lavoro e il mercato del credito.
In particolare è stato evidenziato che nel 2015 l’attività economica ha registrato una lieve ripresa. A crescere è stato il settore industriale, trainato dal comparto automotive in cui a primeggiare è lo stabilimento di Melfi.
Dall’indagine condotta dalla Banca d’Italia, i numeri sono incoraggianti anche per quanto riguarda l’export. Le esportazioni sono raddoppiate non solo grazie al contributo della vendita delle auto, ma anche per effetto dell’agroalimentare e petrolio.
Debolezze si registrano nel settore delle costruzioni, anche se, qualche dato positivo deriva dalla compravendita delle abitazioni, in particolare su Matera, in cui l’aumento si attesta al 10 per cento in più dello scorso anno.
Stagnante è il settore dei servizi, mentre si registra un incremento nel comparto turistico facendo triplicare le presenze turistiche a Matera, forte del richiamo di Capitale europea della cultura 2019.
Aumentata l’occupazione del 2,3 per cento. La componente giovanile è cresciuta del 6,8 per cento. L’incremento degli occupati ha interessato in particolare i lavoratori dipendenti e quelli a tempo indeterminato. Interessati sono stati i lavoratori con titolo di studio più elevato, tra questi, i laureati. Sceso del 13,7 per cento il tasso di disoccupazione e il calo ha riguardato i giovani.
Sono intervenuti, tra gli altri, Maurizio Lozzi, titolare del Nucleo ricerca economica Bari e Potenza, Maddalena Galardo del Nucleo ricerca economica di Potenza, Alessandro Laterza della Casa Editrice Laterza, Riccardo Carminio, vice Presidente Abi Basilicata, Pasquale Carrano imprenditore e Costantino Di Carlo imprenditore.
Consigliere regionale Michele Napoli su rapporto economia della Basilicata nel 2015 secondo Banca d’Italia.
“Occorre concentrare ogni sforzo per trasformare la ripresina in atto nella nostra regione un obiettivo tanto agognato dalla nostra comunità e nel pieno delle nostre possibilità alla luce soprattutto delle ingenti risorse europee di cui è destinataria la Basilicata.”
A sostenerlo Michele Napoli, Presidente del Gruppo “Forza Italia” di Basilicata, che nel commentare i dati fatti registrare dall’economia lucana del 2015 e presentati ieri a Potenza dai rappresentanti della filiale regionale di BankItalia, ha spiegato come dal report emergano “ luci ed ombre”.
Le prime, ha spiegato l’esponente azzurro, “sono senza dubbio ascrivibili al trend positivo delle esportazioni (+ 145% l’incremento fatto registrare lo scorso anno rispetto all’anno 2014) determinato soprattutto dal settore automotive che rappresenta il 76% dell’intero export regionale e da una tendenza espansiva dell’attività industriale sotto il profilo delle vendite e del fatturato, trainata anch’essa dalle performance fatte registrare dallo stabilimento FCA di Melfi e alla riduzione del tasso di disoccupazione ufficiale che si attesta al 13,7%, ad un livello inferiore rispetto alla media del Sud”.
Le seconde, per Napoli, riguardano “il preoccupante calo nel tessuto produttivo regionale degli investimenti la cui dinamica nel 2015 si è indebolita tra le imprese oggetto del campione di indagine di BankItalia dopo la crescita fatta registrare nel 2014, le dinamiche creditizie piuttosto sfavorevoli per le nostre imprese costrette a pagare tassi di interesse più severi rispetto a quelli medi nazionali, la diminuzione della spesa regionale in conto capitale e la non adeguata considerazione del ruolo dei neet nell’ambito delle dinamiche connesse al mercato del lavoro”.
Fare riferimento solo al tasso di disoccupazione ufficiale, ha spiegato Napoli, senza considerare il tasso di disoccupazione reale, cioè comprensivo dei neet, vale a dire di quanti il lavoro l’hanno cercato per anni e non avendolo trovato si sono anche scocciati di cercarlo “significa dare una rappresentazione parziale della realtà occupazionale della nostra regione”.
Il dramma della Basilicata, ha incalzato l’esponente di Forza Italia, “non sono solo i disoccupati ma anche e soprattutto i neet, che hanno rinunciato alla ricerca del lavoro e sono costretti a vivere a carico dei genitori e dei nonni”, richiamando il grido d’allarme sulla condizione dei neet in Basilicata è stato lanciato proprio qualche giorno fa da Unioncamere.
La soluzione, ha concluso Napoli, “non può che derivare dall’incremento della spesa regionale in conto capitale connessa al nuovo ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali Europei, che ammontano, per la Basilicata, a qualcosa come un miliardo e ottocento milioni di euro”.
“Anche i dati della Banca d’Italia sulla situazione economica della Basilicata confermano che le condizioni produttive della regione sono largamente influenzate dalle produzioni della Fiat e dal caso ‘Matera ‘ nel settore turistico che ha registrato nel 2015 un incremento del 40 per cento. Questi indicatori vanno incrociati con la sofferenza sociale e demografica che pesa sulla regione colpita dai fenomeni della emigrazione e dello spopolamento con impatti allarmanti sulla tenuta dell’intera Basilicata”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Cor). “Resta sullo sfondo la criticità di un sistema produttivo fragile e poco collegato alla innovazione capace di generare opportunità di lavoro per le nuove generazioni che sempre più trovano sbocco altrove indebolendo progressivamente il tessuto umano e culturale dei centri lucani. Questo è il punto di giudizio con cui i decisori pubblici si dovrebbero paragonare per compiere una frattura sostanziale con politiche di spesa improduttiva ed assistenziale di cui ancora oggi si continuano a celebrare i fasti”.