Con una lettera inviata al Presidente della Giunta Marcello Pittella, all’Assessore alla Salute Flavia Franconi e per conoscenza al Presidente della Quarta Commissione Luigi Bradascio, ai Direttori Generali dell’Azienda sanitaria locale ASM Pietro Quinto, dell’ASP Potenza Giovanni Bochicchio e del Dipartimento Salute Donato Pafundi, in attesa degli sviluppi dell’ultimo incontro svoltosi presso la Presidenza della giunta, in un’ottica propositiva, Sanità Futura ha riproposto una soluzione temporanea sulla vicenda del “pagamento delle prestazioni erogate in favore dei pazienti residenti in altre Regioni”.
“Avendo avuto modo di esprimerci in più sedi e più volte sull’argomento, pur restando convinti del fatto che il grave problema è sostanzialmente una gigantesca violazione delle norme contenute nella L.R. 05/2015, art. 12, comma 1, nella D.G.R. 1650/2015 e nei contratti sottoscritti con le strutture private accreditate, ci permettiamo – è scritto nella lettera di Sanità Futura – di prospettare quella che potrebbe essere una temporanea quanto vitale soluzione per evitare l’ineluttabile licenziamento dei nostri collaboratori in attesa che la materia trovi una normale e corretta attuazione.Conoscendo la grande sensibilità delle istituzioni verso il “mantenimento dei livelli occupazionali” e volendo scongiurare il licenziamento dei lavoratori o, peggio, la chiusura delle attività, reiteriamo la proposta di una soluzione temporanea che potrebbe salvare la vita di operatori, imprese e pazienti. Postulata l’attuale interpretazione delle norme, che non condividiamo nella maniera più assoluta, secondo la quale le Aziende sanitarie locali potrebbero imporre tetti contrattuali riferiti al 2011 includendo anche la cosiddetta mobilità attiva, chiediamo – è in sintesi la sollecitazione di Sanità Futura – di provvedere almeno al pagamento integrale delle fatture presentate dalle strutture accreditate nel limite massimo della mobilità attiva riferita al 2011 meno il 2% (limite preso a riferimento dalle aziende). Si dovrebbe evitare quindi di regolare in dodicesimi il presunto tetto di mobilità attiva giacchè tale metodo di pagamento è previsto solo ed esclusivamente per la regolazione del tetto intra-regionale. In altre parole stiamo chiedendo a fronte di un obiettivo importantissimo (la salvaguardia delle imprese e dei posti di lavoro) di rinunciare ad un metodo di pagamento della mobilità attiva che non trova previsione in nessuna norma, senza pregiudizio alcuno per le Aziende che ritengono, secondo noi illegittimamente, di porre dei limiti alle prestazioni rese in favore di cittadini residenti in altre Regioni. Non è superfluo ribadire quanto detto sugli effetti positivi di una tale scelta che offrirebbe alle strutture almeno il tempo necessario per prepararsi, ove si realizzassero, anche agli scenari più nefasti. Volendo auspicare che la richiesta possa essere accolta ed attuata come una immediata e temporanea soluzione di buon senso istituzionale, saremo ben lieti di dar merito per aver scongiurato una vera e propria catastrofe occupazionale ed economica per la nostra Regione”.
Prosegue intanto la campagna promossa da Sanità Futura “Non siamo un numero” che ha registrato già circa 90mila interazioni attraverso i social e l’iscrizione di 350 cittadini a Sanità Futura. Un’iniziativa – che è anche una battaglia per la trasparenza e il rispetto delle leggi, in nome di tutti, medici, operatori, cittadini e della salute pubblica – che proseguirà in attesa di sapere se il Presidente Pittella e il Dipartimento Salute vorranno tradurre gli impegni assunti nell’incontro di qualche giorno fa con le associazioni delle strutture sanitarie private accreditate, in azioni concretamente riformatrici improntate all’eguaglianza e al diritto di libera scelta dei pazienti.
Giu 15