Percepisce oltre 300 mila euro di contributi che ricicla in altre attività economiche è questo l’esito degli accertamenti eseguiti dai militari della Compagnia di Matera nei confronti di un imprenditore operante nel settore olivicolo che ha percepito finanziamenti agevolati alle imprese – statuiti dalla Legge 488 del 1992 – per l’installazione di un nuovo insediamento produttivo.
Le indagini condotte dai finanzieri hanno dimostrato come in realtà l’intero ciclo produttivo non sia mai entrato in funzione ed anzi lo stesso titolare, per giustificare il ritardo, abbia addirittura fatto ricorso ad un fantomatico contenzioso in corso.
Inoltre, sempre nel corso degli approfondimenti eseguiti, è emerso che l’imprenditore ha impiegato e trasferito l’ingente somma percepita in altre attività economiche sempre al medesimo riconducibili, ostacolando concretamente l’identificazione della provenienza delittuosa di tali proventi oggetto di impiego, configurando così, oltre al reato di cui all’art. 640 bis del C.P. “truffa ai danni dello Stato”, la fattispecie penale – introdotta nel nostro ordinamento con la Legge n. 186 del 2014 – del c.d. “autoriciclaggio”.
Le conclusioni investigative sono state altresì portate all’attenzione della Procura Regionale della Corte dei Conti per la Basilicata, in relazione all’ipotesi di danno erariale.
Il contrasto alle forme più gravi di truffa, frode e sperpero di denaro pubblico, garantendo la corretta destinazione delle risorse rispetto agli obiettivi fissati dalla legge, rappresenta una assoluta priorità per l’azione di servizio della Guardia di Finanza, nella consapevolezza che l’utilizzo trasparente ed efficiente dei finanziamenti nazionali e comunitari è condizione imprescindibile per aiutare la crescita produttiva ed occupazionale a sostegno del tessuto economico sano del Paese.
Giu 17