Lo scrittore Andrea Taràbbia è stato il protagonista della settima e ultima tappa di “Amabili confini”, il progetto di cultura partecipata per la rigenerazione delle periferie di Matera fondato sull’autonarrazione. Un progetto che ha riscosso un grande successo nella comunità materana, ideato da Francesco Mongiello e promosso dall’Associazione Gigli e Gigliastri, e che per scelta degli organizzatori è stato finanziato solo con fondi privati.
Russista di formazione e docente di letteratura comparata presso l’Università di Bergamo, lo scrittore Taràbbia propone libri molto intensi, che spesso portano a riflettere sul Male che si annida nell’uomo.
Tra i suoi lavori più noti ricordiamo “La calligrafia come arte della guerra”, il durissimo “Il demone a Beslan”, e “La buona morte”, che tratta in modo delicato il difficile tema dell’eutanasia.
Giovedì 17 giugno lo scrittore ha incontrato gli abitanti dei quartieri Lanera-Pini-Giustino Fortunato-Cappucini-Agna nel Piazzale della Chiesa di Sant’Agnese mentre venerdì 18 giugno ha presentato il suo ultimo romanzo “Il giardino delle mosche” nel cuore del centro storico materano, in piazzetta della Cittadinanza Attiva, in prossimità di via delle Beccherie. In quest’ultima occasione hanno conversato con l’autore Tiziana D’Oppido, traduttrice e interprete, e Stefania Sibilio, blogger.
Con la presenza di Andrea Taràbbia si è conclusa quindi nel migliore dei modi l’esperienza culturale itinerante di “Amabili confini”. Gli abitanti dei quartieri periferici materani, prima invitati a “raccontare i propri confini” mediante l’invio appunto di brevi racconti, in tutti gli incontri di quartiere hanno poi interagito sempre più numerosi con gli scrittori coinvolti nel progetto, diventandone protagonisti con le proprie storie.
La fotogallery dell’ultima tappa di Amabili Confini (foto Antonio Sansone)