Dopo l’apertura al dialogo da parte della Regione, avvenuta l’8 giugno scorso con l’incontro presieduto dal Presidente Pittella che avevamo salutato come segnale positivo di rinnovata sensibilità per le questioni incancrenite della specialistica ambulatoriale, dobbiamo registrare che la situazione è tornata confusa. Anzi ad aggravarne gli aspetti di confusione che si traducono in incertezza sul lavoro delle strutture, sono le polemiche politiche intorno a quello che i giornali definiscono un “braccio di ferro” tra esponenti politici e di giunta, dirigenti e funzionari della sanità e che ha come oggetto, “le strutture della sanità privata regionale accreditata”. E’ quanto sostiene una nota dell’ASPAT Basilicata a firma della presidente regionale Antonia Losacco che aggiunge: “il paradosso è che si sta giocando sul nostro destino come se si trattasse di un gioco d’azzardo”!
Nel metodo, la nostra sollecitazione rivolta alla politica ad impegnarsi per una contrattazione separata, articolata per singola branca assistenziale in base alle peculiarità di ciascuna di essa, con l’ascolto di pari dignità di tutte le Associazioni di Categoria – è scritto nella nota – è rimasta inascoltata. Nel merito, lo stato confusionale dipende molto dalla commistione inappropriata tra tetti di spesa, tariffe e mobilità extraregionale: questioni molto differenti l’una dall’altra, che non si possono sovrapporre. Siamo pertanto costretti – afferma Losacco – a fare chiarezza ribadendo la nostra posizione che si distingue da quella di altre associazioni di categoria. Intanto, non riteniamo prioritaria, come pure qualche esponente di associazione vorrebbe, la questione della mobilità attiva, che merita e richiede un percorso di confronto differente, nel rispetto dei conti e dei Regolamenti esistenti.
Sempre con l’obiettivo di diradare la confusione e a sostegno del rispetto dei principi di concorrenzialità tra le Strutture operanti, Aspat Basilicata da subito ha dato la propria indicazione proponendo la sperimentazione di un Tetto Mix, calcolato all80% “tetto di struttura” del fatturato storico Lea, e del 20% “tetto di branca”, come quota di competitività a garanzia della libera scelta del cittadino.
Il tetto di Branca nella misura del 20% complessivo deve essere collegato necessariamente all’istituzione di regole precise.
Il principale punto evidenziato di continuo da Aspat Basilicata è il reale squilibrio territoriale regionale dell’assegnazione dei Tetti di spesa con la distribuzione delle risorse sempre più contratte e il bisogno del cittadino a curarsi! Invece di rifugiarsi nelle liti, nelle minacce, la politica deve pronunciarsi sulla volontà o meno di garantire i Lea (Livelli essenziali di assistenza) delineando in modo omogeneo il diritto del cittadino a curarsi. La ricetta è sotto gli occhi di tutti: una maggiore integrazione con il Privato che non solo è più veloce ma anche meno costoso del Pubblico.
La responsabilità di questo groviglio è soprattutto della politica che in molti casi preferisce tenere aperti sullo stesso territorio strutture private e Punti Pubblici “negativi” che assorbono molte risorse e in molti casi vi è la oggettiva incapacità a garantire un servizio regolare e di qualità. Uno spreco economico a danno di un sano riequilibrio territoriale!
A tal proposito, comprendiamo il disagio della gestione e della programmazione che grava sui Direttori Generali delle Aziende Sanitarie, i primi a registrare che la “coperta è corta”.
Anche da essi ci aspettiamo azioni che non si limitino a semplici calcoli ragioneristici!