Nell’ambito della campagna “Non siamo un numero” promossa da Sanità Futura si è svolta a Matera un’assemblea del personale del Centro Radiologico Madonna della Bruna. Nel ribadire le motivazioni della campagna è stata illustrata la proposta per una soluzione temporanea sulla vicenda del “pagamento delle prestazioni erogate in favore dei pazienti residenti in altre Regioni”.
“Chiediamo – è in sintesi la sollecitazione di Sanità Futura – di provvedere almeno al pagamento integrale delle fatture presentate dalle strutture accreditate nel limite massimo della mobilità attiva riferita al 2011 meno il 2% (limite preso a riferimento dalle aziende). Si dovrebbe evitare quindi di regolare in dodicesimi il presunto tetto di mobilità attiva giacchè tale metodo di pagamento è previsto solo ed esclusivamente per la regolazione del tetto intra-regionale. In altre parole stiamo chiedendo a fronte di un obiettivo importantissimo (la salvaguardia delle imprese e dei posti di lavoro) di rinunciare ad un metodo di pagamento della mobilità attiva che non trova previsione in nessuna norma, senza pregiudizio alcuno per le Aziende che ritengono, secondo noi illegittimamente, di porre dei limiti alle prestazioni rese in favore di cittadini residenti in altre Regioni. Non è superfluo ribadire quanto detto sugli effetti positivi di una tale scelta che offrirebbe alle strutture almeno il tempo necessario per prepararsi, ove si realizzassero, anche agli scenari più nefasti. Volendo auspicare che la richiesta possa essere accolta ed attuata come una immediata e temporanea soluzione di buon senso istituzionale, saremo ben lieti di dar merito per aver scongiurato una vera e propria catastrofe occupazionale ed economica per la nostra Regione”.
Prosegue intanto la campagna promossa da Sanità Futura “Non siamo un numero” che ha registrato già circa 90mila interazioni attraverso i social e l’iscrizione di 350 cittadini a Sanità Futura.Un’iniziativa – che è anche una battaglia per la trasparenza e il rispetto delle leggi, in nome di tutti, medici, operatori, cittadini e della salute pubblica – che proseguirà in attesa di sapere se il Presidente Pittella e il Dipartimento Salute vorranno tradurre gli impegni assunti nell’incontro di qualche giorno fa con le associazioni delle strutture sanitarie private accreditate, in azioni concretamente riformatrici improntate all’eguaglianza e al diritto di libera scelta dei pazienti.