Il 7 ottobre 2008 sono ripresi i lavori nel cantiere di S. Agostino.
Al momento riguardano la rimozione del materiale di risulta prodotto dagli sbancamenti dell’ottobre 2006 effettuati dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Basilicata per la costruzione del proprio parcheggio.
Per ora non sappiamo perchè sono ripresi i lavori e a cosa siano finalizzati, sta di fatto che, esattamente come abbiamo scritto e ampiamente illustrato in questi 2 anni, sono tornati alla luce gli ipogei del Complesso Monumentale, quella parte che si estende nei giardini e che ne costituisce il naturale accesso.
Cade così definitivamente l’alibi della Soprintendenza descritto nelle relazioni di progetto dell’ente, secondo il quale il parcheggio interrato nel 2004 e la sala convegni interrata, in variante, nel 2008 sarebbero opere senza le quali non può esserci la fruizione degli ipogei del complesso che culminano con la Chiesa Rupestre di S. Giuliano.
Nell’ultima informativa sulla vicenda di S. Agostino avevamo scritto che per la fruizione degli ipogei bastava rimuovere una banale muratura in tufo. La banale muratura in tufo che ostruisce l’accesso al sistema degli ipogei la potete vedere nell’immagine di oggi, che conferma tutto quanto è stato detto e prodotto dalle Associazioni a proposito di questo monumento.
Nella sequenza di 45 immagini scattate oggi potrete comprendere chiaramente quale valore è stato sottratto dallo scempio prodotto al Monumento che si trova all’ingresso dei Sassi di Matera. Forse l’unico rimasto dove si può avere una lettura unitaria della storia e della capacità dei materani di creare valore: dagli ipogei, che si sviluppano attorno alla straordinaria Chiesa Rupestre di S. Giuliano fino ai monumentali manufatti del Convento e della Chiesa di S. Agostino.
Come rendere un posto ostile e impervio un’opera irripetibile, una testimonianza di capacità che pochi hanno avuto.
I materani, per secoli, quelli la cui opera è riconosciuta universalmente e registrata al n. 670 presso gli uffici dell Nazioni Unite, non hanno mai smesso di creare valore per i materani di oggi. http://whc.unesco.org/en/list/670
Tutte cose che finora le amministrazioni pubbliche e le eccellenze culturali cittadine hanno volutamente dimenticato trincerandosi dietro mediocri interessi e contraddittorie autosuggestioni.
Non sappiamo come accennato il motivo della ripresa dei lavori ma la rimozione del materiale rimette in luce, pur nello scempio prodotto, le caratteristiche naturali del Complesso Monumentale. Fatto che testimonia che per ridare la dovuta dignità a questo luogo basta e bastava niente. Come sosteniamo da sempre.
Era ed è ancora sufficiente che l’Amministrazione Comunale si costituisca parte civile contro coloro che a vario titolo hanno prodotto questo scempio.
Una semplice iniziativa, un segnale che l’amministrazione è ancora in grado di difendere e tutelare gli interessi della comunità e un patrimonio il cui valore si estende ben oltre il perimetro urbano di Matera.
Siamo convinti che il giorno dopo torneranno ad esserci i giardini di S. Agostino.
Cosa c’è di ancora straordinario
Oltre tutto quello che abbiamo descritto in due anni ci sono ancora dei particolari straordinari che di seguito elenchiamo:
1. La straordinaria inutilità
Chi ha un minimo di conoscenza del Complesso di S. Agostino sa che da sempre esiste un accesso al sistema degli ipogei indipendente dai giardini e soprattutto dagli uffici della Soprintendenza.
L’ingresso è situato all’interno del chiostro del Convento ed è da sempre perfettamente praticabile. L’obiettivo di tutti i soldi spesi per realizzare lo scempio che abbiamo sotto gli occhi è la fruizione degli ipogei. E’ scritto ovunque dal cartello del cantiere ai progetti all’accordo di programma.
E’ pacifico infatti che il Ministero dei Beni Culturali normalmente non finanzia nè parcheggi nè sale conferenze.
Questo vuol dire che utilizzando questo accesso l’intera operazione fatta dalla Soprintendenza è assolutamente inutile.
Ma la Soprintendenza scrive nei progetti che l’area antistante (i giardini) era in uno stato di "abbandono". In effetti dal 1982, da quando gli è stato concesso di sottrarre questo monumento alla collettività e destinarlo a sede dei propri uffici periferici, la Soprintendenza non ha mai tagliato l’erba superflua. E non si capisce chi altri poteva farlo.
Il teorema dell’abbandono si sostanzia quindi nel fatto che all’ordinaria manutenzione di un giardino si è preferito attendere i finanziamenti pubblici di un accordo di programma per realizzare il proprio parcheggio.
2. Lo straordinario contributo della conferenza di servizi
1° Conferenza servizi S. Agostino del 16.04.2008
2° Conferenza servizi S. Agostino del 15.07.2008