“Rimaniamo sempre più sorpresi dalle disarticolate discussioni della politica sulla forestazione che invece di parlare del merito si attarda su impostazioni e schemitradizionali che non alimentano un nuovo ciclo politico che sia più libero e maggiormente ispirato al bene comune, cosa che oggi si chiede a chi si occupa della “cosa pubblica”.
Lo dichiarano i segretari regionali della UIL e della UILA di Basilicata, Carmine Vaccaro e Gerardo Nardiello.
“Noi abbiamo la convinzione – continuano – che in questa regione si possa costruire insieme un progetto forte, incisivo con al centro l’idea che vi siano spazi inusitati per il lavoro,per un nuovo lavorose si assumono i beni e le risorse naturali ed ambientali come vere risorse per lo sviluppo. Ma, purtroppo, si evidenzia sempre più, anche da quanto emerso ieri nella riunione del gruppo consiliare regionale del PD, che questa politica vive la difficoltà di liberare il campo dalle criticità, dai pesi e dalle visioni assistenziali”.
“Necessita assumere con responsabilità e consapevolezza il tema di una nuova di unanuova ed opportuna consapevolezzadelle cose che necessita fare.Bisogna riprendere a far vivere il bosco,produrre e fare le cose conun nuovo reticolo di proposte di sviluppo:le risorse ambientali della dorsale appenninica e delle aree-parco,le foreste el’agricoltura di qualità.Questa nuova visione multisettoriale e di grande aperturaall’innovazione della regione richiede la riscrittura delle regole di relazione tra cittadini ed istituzioni”.
“Insomma la gente lucana cerca e “pretende” dal governo regionale nuove vie all’utilizzo delle risorse naturali ed ambientali per generare nuova e buona occupazione.Un’idea che metta in moto territori e risorse locali in un’ottica produttiva e sociale: attraverso una nuova “governance” del comparto, un’Agenzia Agroforestale che riunisca in un unico progetto innovativo le diverse platee dei lavoratori forestali ediventi l’unica controparte nel settore. Perché è inconcepibile e non più ammissibile che la forestazione in Basilicata venga gestita da 18 enti diversi. Non si affannassero, coloro i quali si addormentano riformisti e si svegliano conservatori, a pensare all’Agenzia Agroforestale come ad un nuovo carrozzone politico, perché così non è non potrà mai essere. L’Agenzia, con una struttura a costo zero, dovrà fare sintesi delle tante anime della forestazione e mettere ordine in un settore che non può più essere “il tema” esclusivo solo delle campagne elettorali ma un vero progetto “eco-industriale” (pensiamo alle filiere) che deve essere una straordinaria opportunità di lavoro per chi il lavoro l’ha perso e non lo ritroverà, se non in questo settore, e per tanti giovani che il lavoro non l’hanno mai conosciuto. Una nuova forestazione in grado di autofinanziarsi ed autosostenersi e che, per la prima volta nella storia della Basilicata, possa rappresentare la pietra miliare per dare un futuro più certo ai cittadini lavorando per il bene comune”.
“A qualcuno, forse, sfugge che anche in Conferenza Stato-Regioni il tema delle Agenzie regionali della forestazione è diventato centrale poiché il settore riveste una importanza strategica, anche a livello nazionale, per lo sviluppo e la crescita delle Comunità oltre a rappresentare un baluardo in difesa del territorio per il riassetto idrogeologico con una duplice valenza protettiva e produttiva”.
“Sarebbe opportuno – concludono Vaccaro e Nardiello – che la politica regionale, invece di posizionarsi su posizioni strumentali ed individuali,tenesse “stretta”la visione di regione laboratorio che può essere tale solo se si governano i processi attraverso specifichedinamiche territorialied opportuna valorizzazione delle risorse. Insomma, una regione che guardiavanti e si adoperi per superare i problemi ed anticipare i tempi perché la forestazione è una grande opportunità produttiva. Il problema vero è che noi vediamo orizzonti dove altri disegnano confini”.
Giu 23