Vittorio Prinzi per conto dell’associazione Associazione Bene Comune di Viggiano in una nota commenta la sentenza del Tar della Lombardia sulle royalties derivanti dalle produzioni di gas: “Royalties gas, mancato sviluppo e il “posto” da presidente della Comunità Ente Parco”. Di seguito la nota integrale.
La sentenza del Tar della Lombardia sulle royalties derivanti dalle produzioni del gas che, di fatto, sottrae risorse finanziarie alle popolazioni della Val d’Agri beneficiarie di un provvedimento, che comunque si risolve nel solito contentino, è un nuovo caso di penalizzazione del primo distretto energetico del Paese. Invece di ulteriori risorse, benefici diretti ed indiretti, riconoscimenti per l’apporto considerevole alla bolletta energetica nazionale con i sacrifici a tutti noti, si fanno passi indietro. Sarebbe davvero un paradosso se si arrivasse persino a richiedere ai Comuni o magari ai cittadini di restituire i soldi del bonus gas.
Come Associazione Bene Comune Viggiano è da tempo che, ostinatamente, insistiamo perché si giochi la “partita royalties” in tutti i suoi aspetti (petrolio, gas ed acqua, quest’ultima sempre risorsa naturale della Val d’Agri) all’attacco di Governo e compagnie e non in difesa come purtroppo accade già da anni. Non c’era bisogno dell’ennesimo studio – questa volta pubblicato dalla rivista “SpazioAperto” della società lucana “Territorio”, dell’economista Leonardo Cuoco – per registrare una verità inconfutabile: nel comprensorio petrolifero della Basilicata gli investimenti delle compagnie avviati negli anni ’90 “non hanno modificato né le tendenze allo spopolamento dei comuni né i processi di deindustrializzazione dell’apparato industriale ed artigianale preesistente”. Il “deserto produttivo” nell’area industriale di Viggiano è la prova più evidente. Semmai lo studio avvalora la nostra sollecitazione ad utilizzare e spendere bene le royalties innanzitutto mettendo fine alle modalità di spesa a pioggia e concentrando ogni sforzo per promuovere opportunità autentiche di sviluppo oltre il petrolio.
Rispetto a questa situazione dobbiamo purtroppo rilevare che, come riferiscono i giornali, i sindaci della Val d’Agri sono distratti da altri impegni, primo fra tutti quello di decidere chi presiederà la Comunità dei sindaci dell’Ente Parco Nazionale Val d’Agri. Siamo di fronte ancora una volta alla testimonianza di comportamenti che certamente non rispondono alle esigenze di popolazioni e territori secondo una visione della politica concentrata nella ricerca di postazioni di potere. Si sottovaluta, inoltre, il ruolo e la funzione che dovrebbe avere la Comunità dei sindaci dell’Ente Parco per far compiere all’Ente un salto di qualità nella programmazione degli interventi in grado di produrre attrazione turistica, sviluppo e nuova occupazione.E l’ambiente, la cultura, le risorse paesaggistiche, storiche, il patrimonio religioso del Parco sono le opportunità autentiche di quel modello di sviluppo al quale orientare la programmazione.