L’esito del referendum sulla Brexit, che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, desta preoccupazione nel mondo delle imprese, proprio in una fase in cui l’Italia e il Mezzogiorno stavano facendo registrare timidi segnali di ripartenza nello sviluppo economico. «La Brexit – dichiara Pasquale Lorusso, presidente di Confindustria Basilicata – ci ha colti di sorpresa ed è per questo che ha scatenato preoccupazione tra le imprese. Ritengo però che debba anche portarci a riflettere sull’esigenza di avere un’Europa diversa, come ha affermato di recente anche Vincenzo Boccia».
Al di là della preoccupazione, quindi, lo sforzo da fare per l’economia regionale è quello di non perdere di vista i processi di internazionalizzazione, che assumono grande rilievo nel programma di attività di Lorusso. «La competitività delle imprese è ormai strettamente legata all’apertura verso i mercati oltre confine e per supportarla non bisogna perdere di vista la produttività e le opportunità insite nel fare sistema, che consente una complementarietà di competenze e tecnologie anche grazie all’avvicinamento al mondo della ricerca. Dobbiamo quindi evitare la frammentazione di risorse, produttive e umane».
Il presidente di Confindustria Basilicata non nasconde la consapevolezza che la Brexit potrebbe rallentare gli investimenti e la produttività:«La ripartenze delle imprese lucane è stata favorita dalla ripresa degli investimenti, supportata anche da bandi pubblici mirati, per migliorare i processi produttivi e creare nuovi prodotti. Confindustria Basilicata sostiene però da tempo la necessità di dare slancio a una crescita dimensionale delle Pmi lucane: questo significa apertura ai capitali esterni, per crescere senza debito, e ricorso a strumenti di ingegneria finanziaria, come il tranched cover, e ad attività di private equity. É ipotizzabile – continua Lorusso – che la situazione creata dalla Brexit causerà una fase di stallo nel mondo finanziario europeo ed internazionale, specie se innescherà reazioni a catena che porteranno all’uscita di altri Paesi dall’Unione europea. Ma – conclude –, è pur vero che, una volta superato questo momento di “panico”, la crescita comune, opportunamente sostanziata da un intervento organico di riforme economiche, creerà le giuste condizioni di ripresa nel mercato».