Adozione del regolamento per l’amministrazione condivisa di beni comuni, costituzione di un forum delle associazioni e dei produttori culturali e condivisione di un codice etico accettato da istituzioni, enti, imprese e associazioni a garanzia di trasparenza, sostenibilità e eticità in vista di Matera 2019.
Questi i punti centrali del progetto “Cantiere per l’innovazione sociale”, illustrato in mattinata nella sala Mandela dai componenti dell’associazione Matera 2019 che lo hanno condiviso con l’amministrazione comunale. Si tratta di un contenitore concepito per garantire la massima condivisione di Idee e Progetti e sopratutto per creare le condizioni perché i cittadini diventino creatori del futuro della città dei Sassi. All’incontro hanno partecipato il vice sindaco Giovanni Schiuma, il presidente e il vice presidente dell’Associazione Matera 2019, Francesco Salvatore e Vito Epifania e tre componenti del direttivo: Maria Rosaria Salvatore, Giusy Montesano e Francesco Porpora.
Aprendo l’incontro l’assessore all’Innovazione e Pianificazione strategica, Giovanni Schiuma ha spiegato: “Vogliamo avviare un programma di innovazione sociale attraverso le tre iniziative nate dalla proposta dell’associazione Matera 2019. L’intento è costruire un cambiamento all’insegna della sussidiarietà e del coinvolgimento attivo dei cittadini. I tre pilastri fondamentali consentiranno – ha proseguito – il modo in cui cittadini e amministrazione comunale possono interagire. Abbiamo fatto nostra questa proposta per costruire insieme un processo di trasformazione attraverso infrastrutture tangibili e intangibili. Il Forum delle associazioni consentirà di comprendere anche come questo organismo si organizzerà”.
Il Presidente dell’associazione, Francesco Salvatore, è entrato nel merito del percorso: “Si tratta di un processo che ripercorre quello che abbiamo già svolto per la designazione di Matera a Capitale europea della cultura nel 2019. Già il 12 marzo scorso, durante un convegno che abbiamo svolto, abbiamo inziato ad affrontare questi temi. Il percorso è consequenziale a ciò che avvenuto per la designazione di Matera a Capitale europea della Cultura. Si tratta di un percorso aggiuntivo Con l’amministrazione comunale abbiamo condiviso il principio secondo è necessaria la definizione di regole nella gestione della città nell’ambito di ciò che Matera sta vivendo attualmente. Una delibera di giunta – ha precisato ancora – ha sancito questa collaborazione volontaria e gratuita da parte della nostra associazione e che prevede una fase iniziale che sarà quanto più aperto e partecipato possibile. I primi tre obiettivi saranno: convocazion, entro la fine di luglio, di un tavolo interistituzionale. A settembre si svolgerà un incontro pubblico in cui presenteremo il tavolo interistituzionale, le regole e il percorso che costruiremo. Entro la fine dell’anno si terrà un’ulteriora giornata pubblica di lavoro con il primo convegno sulla redazione del codice etico di gestione della pubblica amministrazione che si unirà alla fase costituente del Forum delle assocazioni e dei produttori culturali”.
Vito Epifania ha aggiunto: “C’è un concetto fondamentale che riguarda il rapporto fra cittadini e pubblica amministrazione che passerebbe dalla contrapposizione alla collaborazione in virtù della gestione dei beni comuni. Per questo abbiamo immaginato una architettura che consentisse di avviare questa collaborazione in modo da assicurare la massima apertura e trasparenza. I tre momenti che rappresentano la piattaforma fondamentale, sono dunque importanti. Il regolamento riprende le esperienze che negli ultimi hanno ha promosso l’associazione Labsus; sarà questo la cartina di tornasole attraverso cui disciplinare rapporti e iniziative. C’è – ha concluso – l’esigenza di depotenziare il rapporto personalistico fra singoli e istituzioni”.
Sugli aspetti legati al regolamento è intervenuta l’avvocato Giusy Montesano: “Si tratta di mettere insieme una serie di punti che regoleranno questo grande contenitore che abbraccerà tutte le associazioni che vorranno partecipare. I punti fondamentali – ha aggiunto – cominciano dalla garanzia di partecipazione e tutti gli operatori culturali; è prevista l’estensione alle associazoni di volontariato, dalla realtà più piccola alla più grande. Sarà un processo che condurrà in tutti i casi alla crescita delle varie associazioni e ad una programmazione comune degli eventi”.
Coerentemente all’ispirazione originaria che dal 2008 ad oggi ha portato la città di Matera alla designazione a Capitale Europea della Cultura, la molla che spinge ancora oggi l’Associazione Matera2019 è l’idea di cementare l’impegno e la partecipazione dei cittadini intorno a quella che abbiamo definito una “sfida generazionale”: per la sua portata storica e per le implicazioni sul piano sociale, economico, culturale. Ecco perché oggi, in un momento delicato e cruciale di quel percorso, sulla scorta dell’esperienza sin qui compiuta dalla nostra associazione e in particolare dei lavori del convegno da noi proposto il 12 marzo 2016 tenuto assieme all’Amministrazione Comunale di Matera, all’Università degli Studi della Basilicata e a Labsus – Laboratorio per la Sussidiarietà e per il quale abbiamo avuto l’onore di ottenere anche la tua e la vostra partecipazione, vogliamo sollecitare e stimolare la città a creare una “infrastruttura” adeguata per garantire e mantenere nel tempo – secondo norme e regole condivise e trasparenti – questo tipo di partecipazione e questo stile di protagonismo “civico”. Si tratta in estrema sintesi delle tre proposte lanciate in quella giornata:
• l’adozione, da parte dell’Amministrazione Comunale, del “Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni” secondo il modello e l’esperienza di LABSUS – Laboratorio per la Sussidiarietà che da tempo, in varie parti di Italia, sta promuovendo e applicando questo modello attraverso l’intuizione straordinaria dei “Patti di Collaborazione”, snodo tecnico-giuridico su cui si fonda l’alleanza fra i cittadini e l’istituzione che governa la città;
• la costituzione di un forum, o consulta oppure rete, delle associazioni e dei produttori culturali presenti nel territorio, normato da un regolamento riconosciuto dalle amministrazioni, che costituisca quel corpo intermedio necessario a ottimizzare e rendere trasparenti i rapporti fra i vari mondi legati alla produzione della cultura e fra di essi e le istituzioni, ed incentìvi una necessaria “alleanza” e non una rovinosa conflittualità fra “pubblico” e “privato”;
• la stesura e la condivisione di un “codice etico”, formalmente accettato da istituzioni, enti, imprese, associazioni, che garantisca trasparenza, sostenibilità ed eticità all’interno di tutte le operazioni e i programmi in vista di Matera Capitale Europea della Cultura 2019.
Non è difficile immaginare che la portata di una simile “infrastruttura” va ben oltre l’episodicità di un evento o di una occasione e anzi può essere il principio ispiratore di tutta la visione e la pianificazione strategica necessaria ad un territorio per progettare il proprio futuro. Ecco perché ci piace immaginare che, nella misura in cui queste nostre proposte fossero accolte e condivise, esse possano costituire il presupposto per un obiettivo ancora più ambizioso, ovvero quello di portare tutto il territorio a un modello di governance“certificato” in funzione di un concetto globale di responsabilità sociale e di sostenibilità.