Mario Di Dio, coportavoce regionale dei Verdi della Basilicata, in una nota interviene su “La buona scuola” e la costituzione: la legge 107, la cosidetta Buona Scuola, presenta profili di incostituzionalità. Su questo sono concordi tutti i costituzionalisti che l’hanno esaminata. Di seguito la nota integrale.
E’ indubbio che la legge 107/2015, detta della “Buona Scuola” è una cattiva legge, che risponde a logiche poco democratiche. Il verdetto, unanime, è quello di un “modello” di scuola non compatibile con la nostra Costituzione repubblicana. E’ una legge, questo il mio personale pensiero, che va smontata non solo perché è una cattiva legge, ma perché risponde a logiche poco democratiche, per certi versi autoritaria e perché mortifica il diritto all’istruzione cosi come dettato dalla nostra Costituzione repubblicana.
Vi è la necessità di una mobilitazione da parte della cultura democratica di questo nostro Paese , che , forse , un referendum può sollecitare.
Non ci sono in gioco solo l’insegnamento e gli insegnanti, ma di una concezione leaderistica dell’istruzione . Tuttociò riguarda tutta la Comunità politica e Sociale e che, spero, possa accogliere il grido di dolore degli insegnanti che, sono una componente fondamentale del nostro Paese.
Secondo i maggiori costituzionalisti del nostro Paese il punto maggiormente discutibile sotto il profilo della costituzionalità è quello dei poteri del dirigente scolastico nella chiamata diretta dei docenti. La scelta, dicono i costituzionalisti, degli insegnanti non è ancorata a griglie oggettive, a parametri verificabili e certi, come per esempio l’anzianità di servizio e le esperienze maturate , ma viene rimessa al Dirigente scolastico. Il rischio , aggiungono i costituzionalisti, è che se il docente non sia gradito, sia scomodo o non sia sufficientemente “allineato”, risulti a repentaglio . Questo non è sopportabile perché è un condizionamento molto pesante per la “libertà dell’insegnamento” che è riconosciuto dalla nostra Carta costituzionale e deve restare il cardine del servizio scolastico.
Altro dato non sopportabile è il cosidetto “bonus” del merito. Anche qui il Dirigente scolastico decide da solo in un sistema che “by passa” la concezione di una governance partecipata della scuola attraverso gli organi collegiali.
Insomma una legge antidemocratica perché trasforma la scuola da una concezione di una governance partecipata ad una scuola verticistica che pone tutto nelle mani del Dirigente scolastico in maniera del tutto discrezionale e del tutto non compatibile con la nostra Carta costituzionale.
Il modello applicato dalla legge 107/2015 è quella in cui l’economia prende il sopravvento sulla conoscenza.
Contro questa deriva bisogna porre un argine. Ogni lotta , ogni iniziativa, anche il referendum è ben accetto. Non bisogna demordere e bisogna battersi con tutti i mezzi che la democrazia ci consente per cancellare questa cattiva, iniqua, incostituzionale e dannosa legge della scuola pubblica e statale.
L’unione sarà fondamentale. L’unione dei docenti, dei non docenti, delle famiglie, degli alunni, della politica e della società civile.
Tutti contro la deriva autoritaria della scuola pubblica.