Conclusa a Matera l’Urban Street Art promosso nel centro commerciale Le Botteghe e nello spazio adiacente destinato al mercato ortofrutticolo di Matera. Un evento che ha entusiasmato il pubblico, coinvolto non solo nell’osservazione dal vivo della creazione delle opere su muro dei grandi nomi della street art italiana, ma anche nelle attività collaterali che hanno animato il festival durante tutta la sua durata. L’opera più attesa era quella dell’artista romano di 46 anni, che ha deciso di riprodurre una diavolessa con il volto di Daliah Levi, già Bond Girl in Casino Royale, l’attrice che a Matera nel 1963 fu coinvolta nel cast del film “Il Demonio”, pellicola del regista Brunello Rondi sulla magia nera in Lucania, che secondo gli addetti ai lavori avrebbe ispirato perfino “l’Esorcista”.
A Matera il lavoro di Vecchiato è stato realizzato in collaborazione con quattro giovani artiste della città di Matera, Giovanna Zampagni, Simona Lomurno e Rossana Salvino.
Su un’altra parete, ancora più grande, che delimita un’area del parcheggio del mercato ortofrutticolo di Piccianello, hanno lavorato gli altri artisti che hanno preso parte all’Urban Street Art Matera: Michele Fasano, in arte IronMould di Venosa, Emme U di Latina, Ironmould, Rizek, Gods in Love, Bia, Tonno Cortese, DAB, Nome, Purè Croquette, Marìca Montemurro, Gianni Papapietro, Daniele Porcari (questi ultimi tre per la scuola di fumetto e illustrazione Red House Lab) e i giovani allievi del liceo classico di Trani, Emanuel Manish Regina e Nicola Barbera. Numerosissimi i bambini che hanno partecipato ai laboratori di cartapesta organizzati da Angela Calia per l’associazione La Squola e ai percorsi didattici e di pittura tenuti da Marìca Montemurro – contemporaneamente protagonista del festival in veste di artista – per il centro estivo Uisp di Matera. Tutte le arti sono state coinvolte all’interno della grande festa della street art attraverso la partecipazione diretta delle associazioni culturali e delle imprese creative di maggior rilievo della città. Lo IAC – Centro di Arti Integrate – ha portato in scena due spettacoli di altissimo livello artistico: una lettura tratta da Il mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante, recitato dai giovani Giuliana Giuliani, Kheiredinne Guellour, Giannantonio Romano, Vincenzo Paolicelli, in collaborazione con l’Ufficio Servizi Sociali per i Minori di Matera, e lo spettacolo Surplàce; l’associazione L’ambulante ha proiettato VideoRitratti, una stimolante produzione di cui protagonisti sono i volti del sud Italia; Simona Lomurno con la performance MuralizeMe ha fatto sfilare i suoi cappelli sui corpi di modelle da lei dipinti; a cura di Stefania Dubla la selezione dei video proiettati sulle mura della street art realizzati da Action30, Silvio Giordano, David Scognamiglio e Paul Mesnager dal titolo (Video)Proiezioni Urbane – nutrimento edito e inedito –; e infine Parblé Art-Ecò con la sua performance artistica di riciclo di bombolette spray. Nel frattempo, presso la Momart Gallery è stata inaugurata l’esposizione di grande successo Diavù on the Rocks, a cura di Damiano Laterza. Le opere dell’artista Diavù, autore della Diavolessa all’interno delle mura del mercato ortofrutticolo “Le Botteghe”, saranno presenti in mostra fino al 30 giugno 2016. Un calendario pieno di attività che ha visto inoltre la partecipazione degli artisti Massimo Pasca e Carlitops, grazie alla collaborazione con la Fondazione Matera-Basilicata 2019, in una performance di live painting durante il concerto dei Krikka Reggae presso il parco del Castello, adornato per l’occasione dalle opere di Nico Zazo. L’evento dell’Urban Street Art Matera, curato dalla direttrice artistica della Momart Gallery, Monica Palumbo, e sviluppato dalla project manager Stefania Dubla e da Damiano Laterza in qualità di curatore e consulente scientifico, è stato realizzato in collaborazione con il CNA Basilicata e il sostegno del Consiglio Regionale della Basilicata, il Comune di Matera e la Fondazione Matera-Basilicata 2019.
L’opera che rappresenta una diavolessa nuda ha suscitato stupore e perplessità ma tutti hanno condiviso il pensiero e l’espressione artistica di Diavù.
Di seguito la nota realizzata dall’artista Diavù dopo aver completato la sua opera.
La Diavolessa di Matera. “L’inferno sono gli altri” (Jean Paul Sartre).
Chi è il Diavolo?
Il diverso, il non voluto. Colui che semina il dubbio tra le nostre certezze e ci costringe ad ammettere che il male può essere in noi e per queste ragioni va eliminato, per permetterci di continuare a fingere ipocritamente di essere sempre nel giusto.
Nel film “Il Demonio” al quale mi sono in parte ispirato per il mio ultimo murale a Matera, il Diavolo è donna, e si manifesta nella bellezza colpevole di Dalhia Lavi.
Nella pellicola di Brunello Dondi, girata a Matera nel 1963, l’attrice israeliana interpreta Purificata, una ragazza condannata già dal nome dalla famiglia e dall’intera società a vivere in un perenne Medioevo, circondata da superstizione, ignoranza, violenza, riti contadini pagani e feticci di santi ovunque. Lei è la femmina colpevole di non sottostare alla regola sociale maschilista di mettere in scena la condizione inferiore e funzionale della donna. Le altre allattano infanti, lavano, cuciono e piegano i vestiti di padri e mariti loro padroni, parlano di Dio, cerimonie, figli e corredi. I loro corpi sono nascosti, anzi offesi, dai vestiti neri e le loro chiome costrette nei fazzoletti tutti uguali.
Purificata invece è bellissima, è carnale, libera, le piace fare l’amore, ma è innamorata di Antonio e non vede altri che lui. Ma Antonio – promesso a un’altra – le resiste e l’accusa di essere diversa, di essere una bestia. Lei – folle di amore e desiderio (ricorda per certi versi la Kerima de “La Lupa” di Alberto Lattuada, film girato anch’esso a Matera, nel 1952) – lo vuole tutto per sé fino a spingersi a fargli dei malefici macabri quanto ingenui. Gli fa bere il suo sangue, spinge una mandria di pecore verso la chiesa per rovinargli il matrimonio, gli tira un gatto morto sull’uscio di casa.
Gli uomini – unici depositari di quei santi e di quei simboli che Purificata detesta – approfittano della sua condizione di esclusa e mentre in privato la desiderano e la stuprano, in pubblico la rifuggono, la picchiano, la esorcizzano, la segregano, facendo peggiorare la sua condizione, fino a spingerla verso la pazzia.
Fino infine ad ucciderla, in nome di Cristo, dopo averla posseduta.
Questa era la Matera rurale e superstiziosa che raccontava Dondi, non diversa da quella di Rosi e del “Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi.
Ma la Matera di oggi è tutta un’altra storia, è una città meravigliosa depositaria di un patrimonio mondiale dell’UNESCO, i Sassi, è visitata da cittadini di tutto il mondo e tra tre anni sarà Capitale Europea della Cultura. La Matera contemporanea e senza pregiudizi in questi giorni mi ha fatto conoscere alcune delle sue donne straordinarie, simpatiche, forti e libere. Nuovi amici e nuove amiche che non smetto di ringraziare.
Per questo Purificata è tornata a Matera assieme a me, nelle vesti di una Diavolessa, una pin up birichina che oggi non deve temere più nulla. Ha un sorriso ironico, una folta chioma bruna e un corpo dalle proporzioni ispirate alle statue della Magna Grecia, che qui in Basilicata vantava sei città. Ed è uscita nuda da quegli Inferi in cui era stata rigettata, come quando si nasce appunto, nuda come tanti capolavori destinati agli spazi pubblici del passato, affreschi o statue che fossero.
Ora questo simbolo di libertà al femminile è di nuovo tra voi amici di Matera, e se qualche iconoclasta tenterà di additarla come bestia immonda e di farla scomparire dovrebbe sapersi difendere da sola la ragazza. Non dimenticate poi che la Street Art è arte di tutti i cittadini, per questo le reazioni che è in grado di provocare sono comunque utili al confronto democratico e alla crescita intellettuale.
Staremo a vedere.
“Le streghe sono esistite finché non abbiamo smesso di bruciarle” (Voltaire).
Michele Capolupo
La fotogallery dedicata all’evento Street urban art di Matera (foto www.SassiLive.it)