“Dice De Gregori che ‘non è dai particolari che si giudica un giocatore’. Nel nostro caso credo sia opportuno ribadire che il lavoro dei consiglieri e degli assessori regionali va valutato per la presenza alle riunioni dell’Assemblea e delle Commissioni e per la qualità delle iniziative messe in campo, e non per altri fattori secondari e non essenziali, quali la riconoscibilità”. Così il presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica commenta la pubblicazione su un quotidiano dei dati sul grado di riconoscibilità degli esponenti della massima istituzione regionale raccolti dall’Ipr Marketing nell’ambito di una più vasta indagine campionaria commissionata dal Consiglio regionale.
“Una tabella che volutamente, insieme ad altre, non avevamo diffuso nella conferenza stampa di martedì scorso in cui sono stati presentati i dati – spiega Mollica – perché non aggiunge niente alla sintesi dei problemi efficacemente rappresentati riguardo al rapporto fra cittadini ed istituzioni, che è invece il tema centrale che abbiamo di fronte oggi. In questo quadro, il grado di conoscenza e di riconoscibilità di questo o di quell’esponente della Giunta e del Consiglio regionale non è un dato necessariamente collegato alla qualità dell’azione politica e amministrativa dei singoli, che si misura in base alle proposte di legge ed ai provvedimenti proposti ed approvati, oltre che in base alla presenza nelle sedi istituzionali. Tutti dati che periodicamente, peraltro, diffondiamo alla stampa in nome della trasparenza”.
“Da presidente del Consiglio regionale – afferma ancora Mollica – ho il compito di difendere in maniera imparziale le prerogative di tutti i consiglieri, che non possono essere sbeffeggiati per il grado di riconoscibilità ma che vanno invece valutati per ciò che producono. Io stesso, qualche mese fa, sono stato molto ‘riconoscibile’ per via di una lite in Aula, di cui ho fatto pubblica ammenda, le cui immagini sono diventate virali sul web. Ho sbagliato e ho chiesto scusa. Ma sarebbe molto può corretto valutare le proposte di legge e gli emendamenti che ho presentato, le posizioni che ho assunto. Questo vale per me e per tutti gli altri. E’ opportuno valutare il lavoro delle istituzioni ed è giusto rendere conto ed assumersi le proprie responsabilità per gli atti che vengono approvati, piuttosto che per elementi secondari”.