Il capogruppo PD nel Consiglio Comunale di Matera, Salvatore Adduce, ha inviato al Prefetto di Matera e al Procuratore Regionale della Corte dei Conti della Basilicata la lettera che si riporta integralmente chiedendo a ciascuno per le proprie competenze di valutare eventuali interventi. Al Prefetto di Matera, inoltre, Adduce chiede un incontro.
La recente sentenza del TAR della Basilicata n. 00767/2016 accoglie il ricorso del Ministero dell’Economia e della Finanze e dichiara l’annullamento della deliberazione del Consiglio comunale di Matera n. 56 del 28 agosto 2015 concernente l’approvazione delle tariffe del tributo comunale per i servizi indivisibili – TASI, delibera adottata in violazione dell’art. 1, n. 169, della legge 27 dicembre 2006 n. 296 e cioè ben oltre lo spirare del termine di approvazione del bilancio di previsione del 30 luglio 2015, fissato dal decreto del Ministero dell’interno del 13 maggio 2015. Il TAR annulla ogni atto e provvedimento che ne costituisce attuazione, nonché di tutti gli atti presupposti, preparatori, connessi e consequenziali, ancorché sconosciuti, compreso imotivi aggiunti della deliberazione del Consiglio comunale n.70/2015 del 26 ottobre 2015 comportando per il Comune di Matera una serie di conseguenze particolarmente significative sia rispetto al bilancio 2015 che al bilancio 2016. Il Comune di Matera è tenuto, innanzitutto, a restituire ai contribuenti le somme versate quale differenza tra l’aliquota TASI (1,8 per mille) tardivamente approvata con la citata deliberazione del Consiglio Comunale n. 56 del 28 agosto 2015 e l’aliquota in vigore nell’anno precedente (1 per mille). A seguito della pubblicazione di detta sentenza nel corso di una conferenza stampa il Sindaco di Matera, Avv. Raffaello De Ruggieri, avrebbe dichiarato: “Faremo ricorso al Consiglio di Stato che, come avvenuto già molte volte, può invertire la decisione del TAR e chiederemo la sospensiva del provvedimento del TAR per evitare situazioni spiacevoli”. Mentre l’Assessore al Bilancio Eustachio Quintano ha affermato che “il bilancio prevedeva questa ipotesi e che non ci sono problemi sul bilancio in quanto le somme riscosse in eccesso sono state accantonate in apposito fondo”. Ancora, Quintano sostiene che “quelle risorse, circa 1,5 milioni di euro, che abbiamo messo da parte nel bilancio 2016 per poter far fronte a questo tipo di eventualità saranno sottratte ad investimenti per il sociale…”. Le affermazioni dei due esponenti dell’amministrazione comunale destano non poche preoccupazione per la loro illogicità e contraddittorietà e configurano ancora una volta un eccesso di potere per travisamento. Infatti, è noto che imposte e tasse comunali sono finalizzate a coprire ben determinate spese; in particolare la TASI (tassa sui servizi indivisibili) viene calcolata sulla base della ricognizione di una serie di voci della parte uscite del Bilancio di previsione, i servizi indivisibili appunto che sono le attività che non vengono offerte ”a domanda individuale”, come è dato per esempio nel caso degli asili nido o del trasporto scolastico. Si tratta, quindi, di una serie di servizi molto ampia, come per esempio l’illuminazione pubblica, la sicurezza, l’anagrafe, la manutenzione delle strade e tanti altri ancora. E’ del tutto evidente che la TASI non finanzia i servizi sociali e pertanto l’amministrazione non può trasferire, più correttamente dovremmo dire “distrarre” fondi da una destinazione all’altra. In questo caso non può fare mancare la copertura ai servizi sociali che appartengono ad altra categoria di spese. L’affermazione dell’assessore è gravissima in quanto fuorviante e si espone a severe censure per eccesso di potere per travisamento. Infatti, l’assessore mentre sostiene che l’amministrazione avrebbe “accantonato” somme per far fronte all’eventualità di una soccombenza del Comune di Matera davanti al TAR, come poi è prevedibilmente avvenuto, si affretta a comunicare che tali somme “saranno sottratte ad investimenti per il sociale”. Tali affermazioni si segnalano per la gravità e per la non celata minaccia peraltro del tutto fuori luogo proprio in considerazione della gravosa responsabilità che l’amministrazione comunale di Matera ha voluto assumersi rifiutando i reiterati inviti del Ministero dell’Economia e delle Finanze che già con lettera del 1° ottobre 2015 prot. 45331 invitava il comune di Matera a procedere all’annullamento in autotutela delle delibere oggetto della censura del TAR. In ogni caso, l’amministrazione comunale sta continuando a “menare il can per l’aia” e non intende prendere semplicemente atto che è necessario restituire ai contribuenti la differenza tra l’aliquota del 1,8xmille che è stata bocciata dal TAR e quella dell’1xmille che è quella legittima e al contempo dare sistemazione al bilancio 2015 e al bilancio 2016.
TASI E SENTENZA DEL TAR. IL SINDACO E L’ASSESSORE QUINTANO REPLICANO
ALLE DICHIARAZIONI DEL CONSIGLIERE ADDUCE
“Salvatore Adduce non ha ancora superato lo choc della sconfitta elettorale”. Lo sostiene il sindaco Raffaello de Ruggieri, intervenendo sulla annunciata segnalazione alla Corte dei Conti e al Prefetto di Matera effettuata dal consigliere comunale del Pd, dopo la sentenza del Tar di Basilicata.
“Non solo ignora disinvoltamente che è stato lui che è stato ‘dimesso’ dalla comunità materana – prosegue il sindaco – ma è diventato campione di arrampicate sugli specchi.
Nell’ultima nota, relativa alla sentenza del Tar di Basilicata, inviata in maniera zelante al Procuratore regionale della Corte dei Conti e al Prefetto, il capogruppo del Pd è protagonista di un incredibile autogol.
Nel segnalare le responsabilità della attuale amministrazione comunale, in maniera sorprendente, ignora come gli stessi gudici del Tar di Basilicata lo abbiano inchiodato in una maggiore e insuperabile responsabilità.
Infatti – prosegue il sindaco – in ordine al ritardo con cui il consiglio comunale avrebbe definito le tariffe della Tari e della Tasi, la sentenza nel ribadire la perentorietà del termine del 30 luglio 2015 dice testualmente: “Tale termine non può essere derogato a cagione del factum principis considerato, ovverosia la data delle elezioni amministrative, e ciò sia per la notorietà dell’evento, fissato con congruo anticipo, sia per l’ampio lasso di tempo a disposizione degli organi uscenti – anche essi, in tutta evidenza, rappresentanti del corpo elettorale – per l’adozione di ogni decisione in materia di fiscalità locale, non essendo ravvisabile alcuna limitazione alle prerogative di questi ultimi, derivante dalla pendenza della consultazione elettorale”.
Si è chiesto Adduce chi fossero gli organi uscenti, cioè quelli che potevano correttamente adottare ogni decisione in materia di fiscalità locale, non essendo ravvisabile alcuna limitazione alle loro prerogative, anche in presenza di una pendenza elettorale?
La giunta Adduce – prosegue il sindaco – ha avuto oltre 5 mesi per deliberare sull’argomento, laddove la giunta de Ruggieri, insediatasi solo il 14 luglio 2015, ha avuto insufficienti 16 giorni per ottemperare all’obbligo di legge.
Basti questa semplice comparazione di tempo – conclude il sindaco – e la lettura della sentenza del Tar di Basilicata per confrontare le responsabilità in campo e per certificare che quella della giunta Adduce fu prevalente e determinante per questo esito.
Ecco perché Adduce farebbe bene a seguire la prudenza del silenzio e non quella delle declamazioni inutili come le dimissioni di un sindaco che deve dare conto solo e soltanto al consiglio comunale e all’intera comunità materana”.
Sulla vicenda interviene anche l’assessore al Bilancio, Eustachio Quintano il quale sottolinea: “Il lungo ed imbarazzante elenco di imprecisioni (a voler usare un eufemismo) che il consigliere Salvatore Adduce utilizza pur di destabilizzare questa amministrazione e disinformare i cittadini mi costringerebbe a ripetere pedissequamente quanto puntualmente già evidenziato in conferenza stampa sull’argomento. Sta di fatto che in relazione a puntuali evidenziazioni sui capitoli di entrata e di uscita che assicurano la tenuta dei bilanci e la irrilevanza della soccombenza al Tar, Adduce nulla obietta ma, lui sicuramente sì, continua a “menare il can per l’aia”.
D’altronde, come mai il consigliere Adduce, prima ancora di segnalare alla Corte dei Conti, le presunte irregolarità non le ha indirizzate al Collegio dei revisori? La verità è che l’organo di controllo si è espresso positivamente rispetto alla formulazione del bilancio 2015 e 2016, escludendo qualsiasi ipotesi di illegittimità. Il mio invito, dunque – conclude l’assessore – è che il consigliere Salvatore Adduce impieghi il suo tempo non a gettare fango su chi lo ha sostituito alla guida della città, ma senza la consueta disonestà intellettuale che lo caratterizza, eviti bucce di banana come quelle che egli presenta alla città come un grave errore della giunta de Ruggieri”.