Antonio Giordano, già assessore alle politiche sociali del Comune di Matera, ha inviato una nota per esprimere alcune valutazioni rispetto alla norma degli appalti che prevede il subentro con tutele limitate nel trasferimento di mano d’opera da una ditta alla nuova subentrante. Di seguito la nota integrale.
L’Italia diventa sempre più dipendente dalle norme che la Comunità Europea. Una delle ultime direttive è quella del divieto di applicazione delle tutele dei lavoratori di essere utilizzati nella continuità del servizio dalla precedente impresa alla nuova impresa aggiudicatrice della gestione dei servizio, facendo diventare inapplicabile l’art. 2112 del Codice Civile.
In effetti, a decorrere dal 23 luglio 2016, entreranno in vigore le nuove regole sulla gestione del personale in caso di successione di appalti, in forza della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge comunitaria n.122 del 2016, avvenuta l’8 luglio 2016.
Lo scopo della normativa è di evitare di omologare il fenomeno della successione degli appalti al trasferimento di azienda, e fare in modo di non applicare le vecchie regole, garantendo ed assicurando alla nuova impresa di acquisire senza soluzione di continuità tutto il personale impiegato nel ramo di azienda.
Così ha inteso legiferare la Comunità Europea , attivando altresì una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia e rendendo inapplicabile il comma 3 dell’articolo 29 del Dlgs 276/2003, non conforme alla direttiva europea 2001/23/Ce del 12 marzo 2001 sul trasferimento d’azienda.
Per cui niente più vincoli se l’azienda subentrante ha una struttura organizzativa e operativa e se ci sono elementi di discontinuità con la precedente. Nel merito comunque, per la piena applicazione della nuova normativa, occorrerà che il nuovo soggetto imprenditoriale subentrante nella gestione del servizio, avviene in favore di un soggetto dotato di propria struttura organizzativa ed operativa e a condizione che sussistano elementi di discontinuità con il precedente appaltatore, che determinino una specifica identità di impresa. In questo caso , quindi, potrà per esempio essere applicato un contratto diverso e/o ridotte le retribuzioni
E’ troppo presto per stabilire come, in concreto, la giurisprudenza identificherà questi elementi. La nuova disposizione si applica a tutti i casi di acquisizione del personale. Di fatto viene rimessa in discussione la clausola sociale, non trascurando le ricadute anche sul personale dei call center e vincoli di retribuzioni, regole e diritti già in vigore.
Credo che il Governo Nazionale, le organizzazioni sindacali e quanti hanno interesse nell’applicazione e gestione della nuova norma, intervengano con forza nel modificare e regolamentare la stessa, non lasciando alla giurisprudenza o TAR, decisioni che potranno essere non uniformi sull’intero territorio nazionale.
La crisi economica e purtroppo anche politica dura ormai da un decennio, ed in presenza che questa nuova norma, la stessa non può che alimentare il disagio sociale ed allontanamentodei cittadini dalle istituzioni, a qualsiasi livello.
Lug 13