L’ambientalista Pio Abiusi (Ambiente e Legalità) torna ad occuparsi dell’inquinamento in atto nell’area circostante la discarica di Matera. Di seguito la nota integrale.
Abiusi (Ambiente e Legalità): “Il lupo perde il pelo ma non il vizio?”
Con delibera di giunta regionale del 5 Luglio scorso è stato revocato il giudizio di compatibilità ambientale a suo tempo concesso alla Piattaforma integrata per lo smaltimento di rifiuti non pericolosi sita in località “La Recisa” del Comune di Pisticci. In concreto, stante le molteplici inadempienze motivate e la latitanza nel porvi rimedio la giunta ha dato un taglio malgrado l’amministrazione, nuova nel suo genere per la Basilicata, si sia insediata da pochi giorni. Possiamo essere sicuri che la valutazione politica sia stata dettata solo da rilevanze oggettive descritte dagli uffici? Riflettiamo, adesso, su un’altra situazione ben più grave. Gli uffici regionali hanno diffidato il Comune di Matera a sospendere l’esercizio della piattaforma per rifiuti non pericolosi sita in località “ La Martella” fino a quando non fossero state ripristinate le corrette condizioni di esercizio. Per fare questo il Comune di Matera sta procedendo ad opere di manutenzione straordinaria oltre all’emungimento del percolato esistente nel sub-settore D del settore V con 1 mlione 220 mila euro anticipati dalla Regione e che dovranno essere restituiti, così è scritto.
Il deposito di rifiuti in discarica non vi sarebbe dovuto essere perchè i volumi autorizzati erano esauriti dal 20 Aprile del 2015 ed invece così non è stato e con la diffida c’è stata l’intimazione a smaltire quelli abusivamente depositati, pari a 1.800 tonnellate, così da non arrecare danni all’ambiente ed alla salute umana. In aggiunta a tutto ciò una ispezione dei Carabinieri del NOE ha comportato una ammenda di 26 mila euro nei confronti del Comune di Matera perchè non osservava le prescrizioni dell’AIA. Oltre a tutto quanto appena illustrato il Comune di Matera dovrà rimuovere i rifiuti immessi in discarica con ordinanza contingibile ed urgente emessa dal Sindaco di Matera in data 25-3-16 e mai ritirata malgrado la Provincia di Matera con ben 2 sue ordinanze abbia disposto che il Comune della Città dei Sassi debba conferire a “Rendina Ambiente s.r.l.”. Matera ha continuato a stoccare rifiuti nella V vasca ma non tutti quelli prodotti dalla città, lo si evince da dichiarazioni rilasciate alla stampa da amministratori comunali.
Matera non potrà riprendere la sua attività in Piattaforma, non già il deposito di rifiuti, fino a quando i rifiuti abbancati abusivamente o tollerati non verranno rimossi e non vi sarà alcuna ripetizionedi quanto accadde circa 10 anni fa quando se ne abbancarono abusivamente 53 mila tonnellate. Siamo sicuri? O siamo nella repubblica delle banane? Stranamente, infatti, per la città di Matera la Giunta Regionale non ha adottato neppure i poteri sostitutivi quando l’ASM con sua nota del 3-3-16 ha chiesto al Sindaco di Matera ed al Dipartimento Ambiente di emanare un’ordinanza contingibile ed urgente ai fini della salute pubblica, tendente al divieto di utilizzo delle acque sotterranee e di falda, per qualunque scopo impiegate presenti nella zona dopo che il monitoraggio delle acque sotterranee aveva dato risultati preoccupanti. La richiesta fu ignorata. Nell’ultimo monitoraggio sono state controllate anche 4 cisterne delle 6 previste e delle 23 presenti, in esse non vi è stata presenza oltre soglia di metalli pesanti ma altri analisi sono risultate sopra soglia di contaminazione ed in una circostanza simile venne imposto al Comune di Matera di indire la conferenza di servizi di cui all’art.242 del d.lgs.152/06 per la caratterizzazione del sito ed il rifacimento della rete piezometrica ritenuta insufficiente e non idonea, questo nella primavera del 2013 con altra amministrazione regionale. I valori emersi dagli ultimi prelievi del maggio2015 dalla rete piezometrica esistente, quella nuova, hanno confermano la diffusa contaminazione e questa volta ci si aggiunge anche il selenio oltre al mercurio, piombo, nichel ed i soliti manganese, fluoruri,solfati, boro, ferro, alluminio. In buona sostanza la richiesta dell’ASM rivolta al Sindaco di Matera di emettere ordinanza contingibile ed urgente di divieto di emungimento e di utilizzo delle acque di falda e sotterranee continua ad essere ignorata in maniera irresponsabile e colpevole da parte dell’autorità cittadina preposta anche se i risultati ottenuti dal nuovo monitoraggio non fanno altro che confermare come necessario l’adempimento richiesto .Cosa potrebbe accadere adesso? Che si vadano a ripetere per l’ennesima volta i monitoraggi fino a quando l’ammalato non sarà guarito perchè le analisi diranno finalmente che è tutto apposto anzi l’acqua dei piezometri sarà organoletticamente salubre tanto da essere imbottigliata e sarà buona nella dieta dei neonati. Questo può accadere in Basilicata secondo la collaudata scuola di Sigillito.
Basta scherzare! Se ulteriori analisi vi dovranno essere queste dovranno essere fatte alla presenza dei Carabinieri così come è accaduto al pozzo”Pergola 1” in area di Marsico Nuovo o, meglio ancora, che la facciano i periti nominati i dalla Procura così come normalmente sta accadendo in Basilicata vedasi Siderpotenza, Fenice, il Cova di Viggiano. E’ il caso di dire che in Basilicata il lupo perde il pelo ma non il vizio!
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità