La musica etnica e popolare continua ad essere la colonna sonora dell’estate lucana con feste patronali, eventi, sagre diffusi sul territorio. Ad Accettura si prepara la seconda edizione dell’Accettura Folk Festival (6 Agosto). Dopo l’evento 2015 che ha visto la partecipazione di centinaia di giovani e non della collina materana, trascinati soprattutto dall’energia del testimonial Antonio Castrignanò, per quest’anno l’Associazione Culturale Accipiter, che lavora un anno intero all’evento in collaborazione di altre associazioni locali e grazie anche all’aiuto di ragazzi dei paesi limitrofi, sta realizzando un’edizione fortemente lucana che quindi vedrà per una notte l’allegro Paese del Maggio come il centro della musica regionale, forte anche della presenza di due dei gruppi lucani tra quelli più impegnati a consolidare la tradizione della musica popolare: Agostino Gerardie Terrania; gli Amarimai. Se “il re del folk lucano” non ha bisogno di presentazioni, ma nella versioneTerrania si percepiscono dei ritmi ancora più travolgenti, “il circo della musica popolare “ è uno dei gruppi di spicco degli ultimi anno forte anche della capacità di lasciarsi contaminare dalle esperienze con altri grandi artisti del genere pur mantenendo l’originalità di strumenti tipici e autoprodotti ( arpa, zampogna, ciaramella).
Il ricco programma poi vede la presenza di un terzo gruppo ospite che abbina ad una forte e giovanelucanitàun modernissimo sound reagge e che l’ha visto classificarsi al terzo posto nel concorso nazionale per gruppi emergenti: “i Root’sCorporal – dicono dall’organizzazione – saranno una vera e propria scoperta, soprattutto per gli amanti del genere”
Il festival poi avrà anche un importante momento culturale, con la presenza dell’Associazione OptìPobà di Potenza, che si occupa dell’integrazione di giovani ragazzi immigrati e che collaborerà in futuro per altri eventi con la giovane associazione Accetturese.
Ovviamente non può mancare l’esibizione del gruppo di casa degli Accipiter.
Il “Progetto Musicale Accipiter” prende forma nella Primavera del 2013 ad Accettura, in seguito alla costituzione dell’associazione culturale Accipiter, nata con l’obiettivo di porsi come punto di riferimento sociale, con particolare interesse verso la situazione giovanile locale e la riscoperta di valori e tradizioni da coltivare nel tempo.
Gli Accipiter sono un gruppo di ragazzi del posto che, con passione ed entusiasmo, si propone di portare in giro spettacoli in cui le musiche tradizionali del Sud vengono contaminate da influenze più moderne.
I giovani di Accettura – Silvio Digilio, Labate Michela, Forleo Elio, Domenico Forleo, Loscalzo Antonio, Vito Antonio, Barbarito Pietro, Antonello Digilio – si ispirano al “modello Melpignano” per proporre un folk inteso si come tradizione, ma anche come contaminazione, come attaccamento alla terra, ma anche come apertura all’esterno, come “canti e balli”, e anche come coscienza e occasione sociale. Il gruppo musicale della collina materana sta continuando nella sua opera di mettere il proprio territorio sulla mappa musicale meridionale e, viste le tantissime date in calendario, saranno tra le band protagoniste di questa estate lucana.
Inoltre interessante si prospetta la performance del giovane chitarrista di Corleto che presenterà alcuni brani tratti dal nuovo cd.
Tra le altre esibizioni ( l’AFF si propone anche come vetrina per giovani formazioni) da citare quella del cantautore Accetturese Francesco Varvarito, il quale, oltre a brani ormai diventati dei veri classici della zona, presenterà due nuove canzoni come sempre figlie di un’interpretazione critico-affettivo della propria realtà.
La musica popolare – sottolinea Varvarito, “anima storica” degli Accipiter di Accettura – ha avuto un ruolo straordinario, specie quella guardata con sospetto da una certa cultura non solo di sinistra. È servita a toglierci di dosso quella mortificazione, quella velata depressione che arrivava direttamente dalla guerra. Ha contribuito a soffiare via dal tessuto sociale l’immagine grigia di un futuro fatto di cupi doveri e sacrifici. Ha rappresentato un elemento di forte discontinuità nei comportamenti sociali ingessati, finiti come un bel vaso cinese che cade su un pavimento di marmo. Ora di quel potenziale destabilizzante e provocatorio sono rimaste solo le forme di superficie: la musica popolare non graffia più, non ci entra dentro. Benché il volume sia sempre più alto, arriva solo nelle orecchie senza sfiorarci l’anima. Io penso che questa crisi non sia solo figlia della discografia, che pure se l’è voluta e cercata, ma anche dei musicisti e delle istituzioni.
A presentare e miscelare il tutto sarà lo staff di Radio Activity Basilicata.
Lug 18