Pegah Moshir Pour, Coordinatrice UDU BAS e studentessa fuori sede di origini iraniane che frequenta la facoltà di Architettura a Matera, ha inviato una lettera aperta al sindaco di Matera per dare voce agli studenti universitari lucani. Di seguito il testo integrale.
Non è un paese per vecchi.
Lettera aperta al Sindaco Avv. De Ruggeri.
Rivisitando il titolo di un celebre film dei fratelli Coen, duole affermare alcune preoccupazioni e porgere alcune domande che non possono più aspettare e che in particolare riguardano la sostenibilità stessa di uno dei principali progetti e soggetti della nostra regione, l’Università. È curioso che sia proprio Lei il destinatario di questa lettera, proprio Lei che fino ad un anno fa sedeva come membro esterno tra i banchi del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi della Basilicata, ovviamente con un generoso gettone di presenza, e che meglio di altri candidati sindaco avrebbe potuto interpretare le esigenze degli studenti universitari, soprattutto materani. Forse qualche assenza di troppo non le ha dato la possibilità di comprendere l’urgenza di alcune questioni incancrenite da una chiara volontà politica di disincentivare qualsiasi tipo di investimento rivolto verso il polo materano, ingigantendo ogni più stupido problema, subordinandolo ad una complessa e farraginosa macchina burocratica. Siamo esausti, logori ma forse la nostra giovane età ci fa ancora credere e sperare in quello che verrà. La nostra città per essere attrattiva deve diventare una città universitaria, è un imperativo categorico che dovrebbe diventare un dogma ancora più grande dell’usurato termine “Matera 2019”, di cui ogni convegnista per professione si è gonfiato la bocca. Investire sull’università e sui servizi connessi che la città può e deve offrire è la vera sfida, il vero volano sociale, culturale ed economico per i prossimi 40 o 50 anni, quello che dovrebbe far tornare i bed and breakfast o le case vacanze abusive a disposizione degli studenti fuori sede, che senza uno studentato (arenato tra incompetenza gestionale e oscuri passaggi della normativa sugli appalti) a breve non sapranno più dove andare a dormire, a studiare, a leggere un libro o trascorrere una piacevole serata in compagnia. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, in questa città avviene la stessa identica cosa con l’unico problema che tutto si trasforma in peggio, in ristoranti, paninoteche, piadinerie, bnb, alberghi e alberghetti, i Sassi di Matera che dovrebbero essere cuore pulsante del fermento culturale sono ridotti ad un misero dormitorio, sicuramente suggestivo ma le sue potenzialità restano “parole vuote” tra una conferenza e l’introduzione di qualche libro a caso del Circolo la Scaletta. Una città universitaria avrebbe bisogno di una politica di affitto calmierato e agevolazioni fiscali per chi sceglie di fittare il proprio appartamento a studenti universitari, invece gli aumenti di TASI e TARI, applicati dalla sua amministrazione, ricadono anche sugli studenti, che non usufruiscono neanche di tutti i servizi della città. Ci sarebbe bisogno di un punto bianco ospedaliero per gli studenti fuori sede, per poter garantire in ogni momento cure mediche adeguate e soprattutto gratuite, servirebbero tariffe ridotte per trasporti locali e regionali, ingressi gratuiti in musei, cinema, mostra di arte, scultura, architettura ecc ecc. Bisognerebbe investire sui collegamenti virtuali considerato che quelli fisici lasciano a desiderare, una rete wifi gratuita in tutta la città ad esempio, non penserà di arrivare al 2019 con la littorina? Servirebbe più disponibilità all’ascolto degli studenti medi e universitari, dovrebbe impedire manifestazioni, o meglio sfilate, di “estrema destra” in una città insignita come medaglia d’argento al valor militare per la resistenza. Dovrebbe agevolare e finanziare attività culturali promosse dagli studenti, specie se senza scopo di lucro, e non raccontare o far raccontare la classica menzogna del “non ci sono soldi” quando poi per eventi, a pieno titolo privati, a scopo di lucro e promossi, in pieno conflitto d’interessi, da consiglieri comunali della sua stessa maggioranza, i soldi si trovano ed in gran quantità. Dovrebbe nominare e delegare la complessa materia di cultura e università ad un amministratore competente, svincolato da appartenenze politiche di ogni sorta, magari che abbia almeno una laurea e che possa agevolare processi, percorsi e progetti. Per quasi un anno, dalla sua elezione ad oggi, abbiamo nutrito la speranza che la sua esperienza nel CDA dell’Università potesse essere l’elemento catalizzatore in grado di poter realizzare tutto quello scritto fino ad ora, ma così non è stato e ancora oggi non è. Quello che più spiace è veder sfumare un’opportunità nella quale si nutrivano forti speranze, tutto ciò non mi lascia tanto esprimere un giudizio di valore e merito sul suo mandato da Sindaco quanto sulla triste consapevolezza dell’inconcludenza della sua esperienza da membro della nostra Università.
Michele Grieco, già assessore della Provincia di Matera, in una nota risponde alle dichiarazioni rilasciate da Pegah Moshir Pour, Coordinatrice UDU BAS e studentessa fuori sede di origini iraniane che frequenta la facoltà di Architettura a Matera. Di seguito il testo integrale.
Che l’Unibas, e nello specifico la sede di Matera, debba essere uno dei volani di sviluppo per un’intera regione è fuori discussione, che debba invadere il territorio lucano con progetti e proposte sarebbe fondamentale oltre che necessario.
In questa direzione si è andati, già nel 2015, con il progetto “Cantiere Scuola” pensato proprio con la Facoltà di Architettura.
Leggere le proposte, l’analisi e la delusione della coordinatrice UDU BAS indirizzati al Sindaco De Ruggieri lascia basiti.
Nonostante la diffusione mediatica, probabilmente Pegah Moshir Pour non è a conoscenza che l’amministrazione De Ruggieri ha finanziato, oltre ad aver già assegnato, i lavori per la realizzazione della seconda fase del progetto che vedrà nuovamente la sede universitaria di Matera quale laboratorio di ricerca e formazione denominato “Cantiere Scuola”.
Certo non basta. Sono anni che frequento la Facoltà di Architettura, dopo aver frequentato il corso triennale e specialistico in beni culturali, con la consapevolezza che gli effetti sociali della cultura sulla città sono processi non semplici, e a volte lunghi, che richiedono tempo ma soprattutto uno sforzo collettivo (Comune, Regione, Università, cittadini) che si spera porti alla creazione di una comunità più che di faziosità o di ostilità.
Qualcuno più colto di me, anni fa, ebbe a dire che chi amministra deve farlo con sentimento e non con risentimento.
Se la coordinatrice UDU BAS vivesse meno nella città ideale e di più in quella reale si sarebbe resa conto che l’attuale vice Sindaco è un docente UNIBAS, che nella scorsa amministrazione vi era una docente UNIBAS con delega alle Politiche di Governo del Territorio ed edilizie, Tutela e ripristino del paesaggio, qualità urbana ed architettura, politiche abitative, tutela del patrimonio UNESCO (Sassi e Murgia rnaterana) e centro storico, che nell’amministrazione Buccico vi era una docente anch’essa dell’attuale Facoltà di Architettura.
Probabilmente la priorità dei materani che sono nati e vivono in questa città da sempre è di tipo sociale prima che culturale, occupazionale più che intellettuale e, senza voler difendere nessuno, ricorderei che l’UNIBAS riceve oltre 10 milioni di euro dalla Regione Basilicata che ha deciso di istituire 5 dipartimenti a Potenza ed 1 a Matera, ovvero di investire su Potenza e non su Matera.
I servizi devono essere pensati per i cittadini prima che per i fuori sede, per chi vive la quotidianità non solo l’Università, solo così Matera sarà una città culturale, così come lo è stata da sempre una città storica, attrattiva più che attraente.
Michele Grieco, già assessore della Provincia di Matera
Nelle foto Pegah Moshir Pour, Coordinatrice UDU Basilicata e l’ex assessore provinciale Michele Grieco
Complimenti all’autrice della lettera, con un’analisi puntuale ha centrato pienamente molte delle criticità della nostra città. Anche stavolta il sindaco farà finta di niente? Anche stavolta darà solo risposte evasive?
Semplicemente darà la solita risposta piccata, scaricando le responsabilità sulla precedente amministrazione o su qualcun altro…
E’ evidente la distanza intellettuale oltre che pratica tra chi la cultura la cerca nelle aule universitarie, nei “musei, nei cinema, tra le mostre di arte, scultura, architettura”, e chi accartocciandosi nella materanità più solitaria (“materani che sono nati e vivono in questa città da sempre”) la cerca nel sociale e nella occupazione.
La società è il riflesso di una cultura, non brilla di luce propria; l’occupazione è strumento utile e duraturo se si intende fare cultura con progetti a lungo termine. La presenza stabile di una università pubblica è il passo primo, forse anche il più banale, il più semplice da pensare per divenire attrattore culturale…ma