“I nuovi Lea: un’urgenza per malattie rare e autismo”. E’ il tema discusso in mattinata nel corso di un incontro promosso nella sala convegni di Palazzo Gattini. Dopo i saluti istituzionali affidati al sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, all’assessore regionale alla Sanità Laura Franconi e alla rettrice Unibas nonchè presidente della Fondazione Matera-Basilicata 2019 Aurelia Sole sono arrivati gli interventi di Vito De Filippo, sottosegretario alla Salute, Paola Binetti, componente Commissione Affari Sociali della Camera; Maria Antezza, segretario Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza; Magda Di Renzo, psicologa, analista junghiana, direttrice Scuola di specializzazione in Psicoterapia dell’Età Evolutiva a indirizzo psicodinamico dell’IdO (Istituto di Ortofonologia) di Roma; Raffaele Ciambrone, dirigente Miur. Durante i lavori è stato presentato il libro “Lo spettro autistico. La legge n. 134/15 e i suoi risvolti clinici e sociali” (Edizioni Magi), a cura di Paola Binetti.
Sull’autismo, invece, già la legge n. 134/2015 definisce chiaramente i diritti delle persone affette da questa patologia, in termini di tutele che il Servizio Sanitario deve garantire attraverso le sue articolazioni. Il nuovo decreto stabilisce anche che l’assistenza residenziale sia erogabile nel caso in cui dalla valutazione effettuata sui pazienti minorenni emerga che i trattamenti territoriali o semiresidenziali risulterebbero inefficaci, tenuto conto del relativo contesto familiare.
La conferenza, realizzata grazie al contributo non condizionato di Fondazione MSD, è stata moderata dalla giornalista Mariateresa Labanca.
Riportiamo di seguito l’intervento del Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo.
L’ultimo aggiornamento dei LEA (livelli essenziali di assistenza) risale al novembre del 2001, ovvero 15 anni fa. Il nuovo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sostituisce integralmente il DPCM 29 novembre 2001 , recante “Definizione dei Livelli essenziali di assistenza”. Il provvedimento è stato predisposto in attuazione delle legge di stabilità 2016 (art. 1 commi 553 e 554 , legge 28 dicembre 2015 , n 208) che ha stanziato 800 milioni di euro annui per l’aggiornamento dei Lea. Il Governo ha voluto, finalmente dopo tanti anni, stanziare una somma per rendere concretizzabile il documento di aggiornamento dei LEA che, nonostante una quantità enorme di difficoltà da superare, è in fase di approvazione. Il nuovo provvedimento definisce le attività, i servizi e le prestazioni garantite ai cittadini con le risorse pubbliche messe a disposizione del Servizio Sanitario nazionale; descrive con maggior dettaglio e precisione prestazioni e attività oggi già incluse nei livelli di assistenza; ridefinisce e aggiorna gli elenchi delle malattie rare e delle malattie croniche e invalidanti che danno diritto all’esenzione ed innova i nomenclatori della specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica, introducendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed escludendo prestazioni obsolete.
MALATTIE RARE
Occorre precisare che, poiché non esiste una definizione universalmente accettata di malattia rara, è stata utilizzata, come già per il dm 279/2001 (il quale allegato individua 284 patologie e 47 gruppi) quella valida in ambito comunitario ed indicata dal Programma d’azione sulle malattie rare 1999-2003, che definisce rare le malattie che hanno una prevalenza inferiore a 5/10.000 abitanti nell’insieme della popolazione comunitaria.
I criteri utilizzati per la riformulazione dell’elenco delle MR, sono quelli generali definiti dal d.lgs. 124/98 (gravità clinica, grado di invalidità ed onerosità, derivante dalla quota di partecipazione al costo delle prestazioni necessarie per il trattamento ed il monitoraggio della malattia e degli eventuali aggravamenti), cui si sono aggiunti due ulteriori criteri specifici quali la difficoltà di formulare una diagnosi di malattia e la difficoltà di individuare un pacchetto prestazionale adeguato, al fine di prendere in considerazione solo malattie con caratteristiche tali da giustificare le specifiche forme di tutela garantite dal decreto, vale a dire il diritto all’esenzione per tutte le prestazioni (diagnostiche e terapeutiche) correlate alla malattia e la costruzione di una rete di presidi specializzati che consenta un percorso diagnostico e assistenziale protetto e agevolato.
In base a tali ulteriori criteri, sono escluse dall’elenco alcune malattie, pure rispondenti ai criteri principali (rarità, gravità ed onerosità del trattamento) ma agevolmente diagnosticabili sulla base di protocolli consolidati o per le quali già esiste una rete di presidi specializzati nella diagnosi e nel trattamento (ad esempio: Acromegalia, Fibrosi cistica); in questi casi si è ritenuto che le persone affette già usufruiscano di adeguata tutela con il riconoscimento dell’esenzione per patologia cronica e invalidante di cui al decreto n. 329/1999.
Nel nuovo provvedimento sono state introdotte oltre 110 nuove malattie o gruppi di malattie. La rispondenza ai criteri sopra descritti è stata verificata assumendo le indispensabili informazioni scientifiche dalle maggiori banche dati internazionali (Orphanet, National Organization for Rare Disorders, Online Mendelian Inheritance in Man) e consultando la letteratura internazionale disponibile sul Medline della National Library of Medicine statunitense (PubMed).
Non è possibile quantificare nel dettaglio le nuove malattie incluse nell’elenco perché, al fine di evitare il rischio di discriminare pazienti con patologie rarissime o ancora scarsamente conosciute, sono state adottate due misure:
– è stata confermata l’inclusione nell’elenco di “gruppi di malattie”,
– è stato adottato un criterio di descrizione e classificazione che prevede gruppi residuali: ad esempio, nel capitolo dei difetti congeniti del metabolismo è riportata una voce conclusiva che fa riferimento ad “altri difetti”.
AUTISMO
Le persone con disturbi dello spettro autistico sono esplicitamente citate (art. 60) tra le “Categorie particolari” e lo schema di DPCM per l ‘aggiornamento dei LEA afferma che “Ai sensi della legge 18 agosto 2015, n. 134, il Servizio sanitario nazionale garantisce alle persone con disturbi dello spettro autistico, le prestazioni della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, mediante l’impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche.”
In aggiunta a questa previsione generale dedicata alla specifica categoria, il DPCM di definizione dei Lea descrive le prestazioni garantite dal SSN alle persone autistiche all’interno dell’attività dei servizi in cui si svolge il percorso di diagnosi, cura e riabilitazione; per questo motivo, la valutazione diagnostica rientra tra le prestazioni dell’assistenza specialistica ambulatoriale mentre i “trattamenti farmacologici” di cui questi pazienti hanno bisogno rientrano nell’area dell’assistenza farmaceutica.
Per quanto riguarda la presa in carico e il trattamento nei servizi territoriali, la proposta dei nuovi Lea descrive nel dettaglio le prestazioni che il Ssn garantisce ai “minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico”. Si è preferito utilizzare questa formula ampia (rispetto a quella più restrittiva di “disturbi neuropsichiatrici”) proprio per includere tra i destinatari del servizio i minori con autismo. I servizi individuati operano principalmente in ambito domiciliare e ambulatoriale ma anche in ambito residenziale e semiresidenziale.
Secondo quanto previsto dallo schema di decreto, l’assistenza distrettuale ai minori con disturbi neuropsichiatrici è integrata da interventi sociali in relazione al bisogno socioassistenziale emerso dalla valutazione.
Oltre alla esplicita definizione delle prestazioni socio-sanitarie, il DPCM conferma la tutela già attualmente prevista in termini di esenzione dal ticket sulle prestazioni correlate. In questo contesto, l’autismo è indicato con lo specifico sottocodice ICD9-CM nell’ampio insieme delle psicosi.
Impatto economico dell’aggiornamento dei Lea
L’impatto globale dell’aggiornamento dei LEA è riconducibile alla definizione della differenza tra:
a) da un lato, i costi aggiuntivi generati dalla previsione di prestazioni aggiuntive, nella misura in cui generino consumi aggiuntivi (oltre che sostitutivi delle prestazioni eliminate e/o trasferite ad altro setting assistenziale)
b) dall’altro, le economie conseguibili nei diversi ambiti assistenziali e le maggiori entrate connesse alla partecipazione ai costi sulla quota di consumi aggiuntivi di prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, come meglio descritto più avanti.
Alla luce di tutto quanto sopra premesso, la tabella che segue sintetizza gli effetti economico-finanziari complessivi su base annua, derivante dall’applicazione del presente provvedimento:
L’intervento di aggiornamento dei Lea si esplica principalmente nella prevenzione collettiva e nell’assistenza territoriale (specialmente assistenza specialistica e protesica), mentre nell’area ospedaliera si punta a ridurre ulteriormente i costi attraverso il trasferimento delle prestazioni in regimi di erogazione più efficienti (day hospital e ambulatorio).
Infine, il percorso appena avviato con lo schema di dPCM, in termini di introduzione di principi di efficienza ed appropriatezza organizzativa e prescrittiva, verrà costantemente mantenuto e aggiornato, in maniera continua e sistematica, con risultati più o meno visibili nel breve/medio periodo a seconda della capacità di tenuta della governance regionale. La legge di stabilità 2016 (art. 1, comma 555) prevede, difatti, che – nel rispetto degli equilibri programmati di finanza pubblica – al fine di garantire l’efficacia e l’appropriatezza clinica e organizzativa delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale nell’ambito dei LEA, anche in relazione all’evoluzione scientifica e tecnologica, è istituita, presso il Ministero della salute, la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza nel SSN.