Gli oltre 35 mila lavoratori del pubblico impiego della Basilicata (l’ottava regione per numero di dipendenti pubblici, 59,6 unità ogni mille abitanti) sono sempre in attesa di un “contratto pieno”. E’ il commento di Uil, Uilpa, Uilfpl, Uilrua e Uilscuola agli esiti dell’ incontro interlocutorio, che ha apertoil confronto con il Governo sul pubblico impiego. Il Ministro della Funzione Pubblica, Madìa – è scritto nella nota della Uil – ha dato qualche disponibilità ad aprire un percorso comune sul Testo Unico, a incrementare le risorse per i rinnovi contrattuali nella prossima legge di stabilità, a prevedere una soluzione per i precari.Inoltre, ha proposto di avviare un tavolo tecnico sui contenuti dei contratti e del Testo Unico da concludersi entro il 10 di settembre. La Uil ha sostenuto che l’attuale normativa legislativa non ci permette di avviare una vera contrattazione, pertanto va modificata. Per noi il contratto collettivo nazionale deve essere completo sia dal punto di vista normativo sia dal punto di vista economico e per tutti. La contrattazione di secondo livello dovrà e potrà trattare materie come l’organizzazione del lavoro, la professionalità, la valutazione e il merito.
Siamo disponibili a continuare il confronto, ma va fatta una direttiva aperta all’Aran e va cambiata immediatamente la normativa legislativa per realizzare concretamente la contrattazione.
Resteremo attenti alle risposte che il Governo ci darà, su queste tematiche, nei prossimi giorni e valuteremo le consequenziali iniziative.
Abbiamo sempre sostenuto – è scritto nella nota della Uil – che si debbano ripristinare la contrattazione di secondo livello e le relazioni sindacali. Come pure ci sembra apprezzabile l’ipotesi di dare obiettivi alle amministrazioni per la produttività e, successivamente, con le giuste relazioni sindacali, trovare un accordo con le organizzazioni.
Per quanto riguarda il contratto nazionale, noi confermiamo la nostra impostazione: ossia che esso debba essere pieno sia dal punto di vista economico che dal punto di vista normativo.Se si apriranno i tavoli per i rinnovi contrattuali, in quella sede si potrà trovare una soluzione – come abbiamo sempre fatto – per dare una risposta ai lavoratori e far loro recuperare il potere di acquisto perso per effetto del blocco che dura ormai da troppi anni.
Indubbiamente, a monte – evidenzia la Uil – c’è un nodo essenziale da risolvere che è quello delle risorse, non essendo assolutamente ipotizzabile parlare di rinnovo del contratto con 300 milioni di euro e tanto meno prendere in considerazione l’ipotesi ventilata di un rinnovo parziale, che escluderebbe una notevole parte di dipendenti. Noi riteniamo invece possibile prefigurare un orizzonte temporale di vigenza pluriennale nell’ambito del quale recuperare il potere di acquisto perduto attraverso l’utilizzo di risorse fresche che il Governo deve impegnarsi tempestivamente a stanziare. E alla domanda “dove trovarle?” rispondiamo che non è assolutamente difficile, le soluzioni non mancano e non possiamo credere che ciò che è evidente per noi non lo sia anche per coloro che dovrebbero amministrare diligentemente la politica del Paese e che ne conoscono ogni dettaglio contabile.
Perché non iniziare, tanto per fare degli esempi, da un utilizzo più intelligente delle risorse destinate al bonus fiscale degli 80 euro, miseramente fallito, o dall’azzeramento dei costosissimi contratti di consulenza a soggetti esterni? Nella P.A. – noi lo sappiamo bene – le professionalità esistono e vanno valorizzate in luogo di scelte ove si annidano favori e clientelismi. Se si continuano a dilapidare risorse preziose, millantandone la carenza o addirittura l’assenza, allora significa che si vogliono mantenere inalterati gli sprechi, privilegi, la cura degli interessi forti, facendo cassa con i soldi dei lavoratori! È ora che la politica sulla Pubblica Amministrazione cambi finalmente verso, il rinnovo dei contratti è una misura economica, dalla quale il Paese intero non può che trarre vantaggio. Infatti, se i dipendenti pubblici venissero posti in condizione di recuperare il potere di acquisto, tutto il mercato ne sarebbe positivamente influenzato, nuovo denaro verrebbe immesso nel circuito e potrebbero essere creati nuovi posti di lavoro anche nel mondo del lavoro privato.