Giornata di mobilitazione contro la speculazione sul grano, nota di Coldiretti
Esplode la protesta degli agricoltori a difesa del grano nazionale. Il prezioso cereale è ormai sotto l’attacco di manovre speculative che hanno dimezzato le quotazioni su valori più bassi di 30 anni fa, causato la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e messo a rischio di desertificazione quasi 2 milioni di ettari di terreno, il 15% della superfice agricola nazionale, che si trovano peraltro soprattutto nelle aree più difficili del Paese. L’appuntamento della Coldiretti per la mobilitazione nazionale più grande degli ultimi decenni a sostegno della coltura più diffusa in Italia è fissato per venerdì in diverse città italiane. A Potenza la manifestazione, alla quale parteciperanno un migliaio di agricoltori, provenienti dalla Basilicata e dalle regioni limitrofe, molti alla guida di trattori, si svolgerà a partire dalle 10 nel piazzale adiacente la sede della Regione Basilicata. Per l’occasione Coldiretti consegnerà al governatore Marcello Pittella e all’assessore regionale all’agricoltura, Luca Braia, un documento per chiedere una tutela della produzione locale di grano, maggiori controlli sulle importazioni e sostegno alle aziende nazionali del settore. La protesta nasce da un presidio organizzato a Roma dalla Coldiretti per chiedere la tutela della produzione italiana di grano duro. “I nostri agricoltori – ha spiegato Piergiorgio Quarto, presidente Coldiretti Basilicata, nel corso di una conferenza stampa a Potenza alla quale hanno preso parte i rappresentanti regionali, provinciali e locali dell’associazione degli agricoltori – sono sottoposti a controlli stringenti e vessati dai prezzi, ma nei porti italiani arriva grano da tutto il mondo, con pochissimi controlli sanitari e un prezzo stracciato, che uccide il mercato. E’ una vera e propria guerra che rischia di abbattere le nostre aziende. Per contrastare questa vicenda abbiamo scelto di scendere in piazza e chiedere il sostegno delle istituzioni”. La protesta di venerdì sarà anche l’occasione per chiedere una maggior tutela dei diritti degli stessi consumatori. “Consegneremo alla giunta regionale i punti programmatici emersi dopo l’incontro a Roma – ha evidenziato Francesco Manzari, direttore Coldiretti Basilicata – perché vogliamo difendere non solo le nostre aziende, ma anche i nostri consumatori, che devono essere informati sui prodotti che comprano”. In particolare Coldiretti ha chiesto l’etichettatura obbligatoria dei prodotti derivati dal grano, il blocco delle importazioni “a dazio zero” e maggiori controlli nei porti, una moratoria bancaria per i produttori locali, un uso “più equo” dei fondi europei e l’attivazione di una commissione nazionale per il controllo dei prezzi e del mercato.
“Grano amaro. Noi non seminiamo più” è lo slogan che caratterizza la giornata di mobilitazione promossa giovedì 28 luglio a Potenza dalla Cia per rappresentare lo stato di grande difficoltà e lo scoramento che serpeggia tra i cerealicoltori lucani a causa delle quotazioni ridotte sino al 50% rispetto alle campagne cerealicole degli anni passati. Il frumento tenero si attesta fra i 13-14 euro al quintale e quello duro è valutato tra i 15-16 euro al quintale. La giornata di mobilitazione prevede presso la sede della Cia a Potenza (via della Tecnica) un incontro con l’assessore regionale all’agricoltura Luca Braia per esporre le proposte, alla presenza di delegazioni di produttori aderenti alla Cia provenienti da tutti i comprensori cerealicoli, in rappresentanza di oltre 10mila aziende lucane, che allestiranno stand. Durante l’iniziativa si terrà una conferenza stampa.
Per esprimere la drammaticità della situazione vale per tutti un esempio: 100 kg di frumento valgono, al mercato attuale, meno di 7 kg di pane. Una situazione – evidenzia la Cia – insostenibile e contro ogni logica e in spregio al buon senso, che non può lasciare indifferenti istituzioni e consumatori. Le misure annunciate dal ministro Martina per affrontare la crisi del comparto cerealicolo, pur andando nella giusta direzione, rischiano di essere insufficienti e tardive, considerato il livello di sofferenza raggiunto nelle campagne.Senza un’inversione di marcia sui prezzi pagati agli agricoltori e senza un freno immediato alle importazioni “spregiudicate” dall’estero, il rischio che si corre è quello di una progressiva marginalizzazione della produzione di grano in un Paese che, paradossalmente, esporta il 50% della pasta che produce. Per questo abbiamo scelto il significativo slogan della giornata di mobilitazione: il rischio di non seminare più è reale.Ecco perché ora bisogna essere tempestivi, ribadisce la Cia annunciando che la mobilitazione proseguirà nelle piazze dei comuni simbolo della nostra cerealicoltura e con il coinvolgimento dei 131 Consigli Comunali ai quali si chiederà di approvare un ordine del giorno per attivarsi presso il Governo nazionale e il Parlamento.
Queste i possibili interventi delle istituzioni parlamentari:
verificare presso il Ministro dell’agricoltura la possibilità di sospendere temporaneamente le autorizzazioni alle importazioni in regime di TPA (Traffico di Perfezionamento Attivo) per evitare ulteriori speculazioni.
Impegnarsi in Europa affinchè la PAC oggi in periodo di revisione possa incentivare strumenti come i fondi mutualistici per la stabilizzazione del reddito.
Velocizzare l’attuazione delle misure annunciate nel piano cerealicolo nazionale con provvedimenti mirati che possano andare incontro alle esigenze degli agricoltori come ad esempio potenziare i centri di stoccaggio e favorire una maggiore aggregazione dell’offerta.
Incentivare accordi e contratti di filiera capaci di garantire una più equa ridistribuzione del valore.
Prevedere una campagna di promozione e valorizzazione della pasta italiana nel mondo che trova oggi una concorrenza impensabile fino a soli pochi anni fa.
Perseguire la massima trasparenza delle borse merci con un ruolo maggiore dei rappresentanti degli agricoltori.
Rendere obbligatoria e non facoltativa la comunicazione delle scorte da parte degli operatori commerciali e industriali in modo da avere dati oggettivi e verificabili, rendere più trasparente la valutazione di mercato e approntare un bilancio previsionale affidabile della nuova campagna di commercializzazione.