Nella chiesa del Cristo Flagellato, all’interno dell’ex ospedale San Rocco, è stato presentatato in mattinata lo spettacolo “La Fura dels baus di Barcellona”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato l’attore Ulderico Pesce, l’attrice Maria Letizia Gorga, l’imprenditore e creatore di eventi Mauro Diazzi, il regista spagnolo Pera Tantinia, il direttore della Fondazione Matera 2019 Paolo Verri e manager di sviluppo e networking della Fondazione Matera 2019 Rossella Tarantino il vice sindaco di Matera Giovanni Schiuma, la dirigente ufficio sistemi turistici della Regione Basilicata Patrizia Minardi.
La Fura dels baus di Barcellona fa parte del progetto: “Arbëreshë move on Pollino”, vincitore del bando pubblico “Progetti Innovativi” della Regione Basilicata, nel quale lavoreranno in sinergia la Fura dels baus di Barcellona, il Centro Mediterraneo delle Arti di san Paolo Albanese diretto da Ulderico Pesce e la MD spettacoli di Modena.
Il progetto, su testi di Ulderico Pesce e per la regia di Pedro Tantina Almena della Fura dels Baus, si svilupperà attraverso un laboratorio che si terrà nel mese di settembre 2016 presso il Banxhurna di San Paolo Albanese. Al laboratorio parteciperanno artisti scelti attraverso selezione. I tematismi che saranno sviluppati sono l’arrivo del primo nucleo di monaci bizantini che dal 700 giungono a Matera e nel territorio del Parco del Pollino; il successivo arrivo, a partire dal 1400, di profughi provenienti dall’antica Albania e dal Peloponneso che scappavano dalla minaccia musulmana, profughi di cultura Arbëreshë che ancora oggi, a distanza di 600 anni conservano le stesse tradizioni, la stessa lingua e lo stesso rito. Il lavoro si svolgerà a San Paolo Albanese, il paese più piccolo di Basilicata, che ha saputo tenere viva la propria cultura di origine e dove, ancora oggi, si incontrano signore anziane che vestono i costumi tradizionali ricavati dalla lavorazione della ginestra. I tematismi saranno sviluppati tenendo presente che la guerra tra il mondo cattolico bizantino e il mondo musulmano che caratterizzò quei secoli continua ad affliggere, con diverse modalità, il mondo di oggi.
“In Basilicata, a San Paolo Albanese, ancora volano sette farfalle, anziane signore che vestono i costumi tipici Arbëreshë. I loro avi scapparono a partire dal 1400 dall’antica Albania e dal Peloponneso perché attaccati dai turchi-musulmani. Arrivarono nel Sud dell’Italia e scelsero di vivere immersi nella natura, tra le ginestre che raccoglievano e lavoravano per creare i loro vestiti. Costruirono piccoli Borghi in pietra, al riparo dalla “modernità”, dove ancora oggi vivono conservando una lingua antichissima, il Rito Bizantino e la lavorazione della ginestra. Questi luoghi, oggi, sono il “futuro”, un futuro “umano”, lento, fatto di rispetto reciproco, passione, solidarietà, cibi buoni, naturali e giusti; un futuro fatto di camminate a piedi, di memorie, di racconti e canti, di parole antiche tramandate oralmente. Un futuro fatto di uomini e donne che vogliono riparare la loro identità continuando a volare come farfalle, dall’alba al tramonto, nei cieli del Pollino.”.
La fotogallery della conferenza stampa (foto www.SassiLive.it)