“Lo sgombero di Boreano giunge dopo l’ordinanza di bonifica e messa in sicurezza dell’area che il sindaco di Venosa Tommaso Gammone ha coraggiosamente firmato, in applicazione del protocollo nazionale e dell’accordo quadro che la Regione Basilicata, prima in Italia, ha sottoscritto con tutte le parti sociali e le associazioni no-profit. Sarà convocato nella prossima settimana presso il Dipartimento Agricoltura un tavolo con il Coordinamento politiche migranti e le parti sociali per affrontare l’annosa questione del trasporto e dei tre mesi di incentivi”.
Lo comunica l’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali Luca Braia.
“La firma del protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura vede così immediata applicazione da parte della Regione Basilicata per mettere fine a quella che è stata una vergogna durata 10 anni, con uno sgombero effettuato questa mattina senza difficoltà e resistenze.
Voglio ringraziare per il coordinamento e la collaborazione le forze dell’ordine, Polizia di Stato e Carabinieri, insieme al Corpo Forestale e alla Polizia Municipale di Venosa e per l’importante contributo alla sicurezza pubblica che proseguirà con il presidio dell’area al fine di evitare ulteriori costruzioni abusive. Si avviano pertanto le operazioni di bonifica del sito dove sono stati ricacciati negli anni i lavoratori della terra, sfruttati e in condizioni non dignitose che saranno ospitati nel centro accoglienza di Venosa e dai primi del mese di agosto nel centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio, con l’obiettivo della piena riaffermazione della legalità.
Combattere con forza e determinazione il caporalato vuol dire lottare contro una enorme piaga sociale che vede la Basilicata da tempo in primissima linea nelle azioni di accoglienza dei migranti e che ha fatto scuola in Italia. Il protocollo nazionale è infatti ispirato al modello Basilicata e deve essere sempre da stimolo ed orgoglio per continuare senza sosta ad implementare tutte le azioni utili a far vivere condizioni dignitose di vita e di lavoro a questa manodopera fondamentale per le nostre produzioni agricole. Urgenza che oggi più che mai deve avere una corretta governance che ci deve consentire di spezzare la relazione spesso pericolosa tra bisogno e criminalità.
La lotta alla contraffazione insieme alla lotta al caporalato – conclude l’assessore Luca Braia – devono vederci difendere innanzitutto la dignità dell’essere umano e, per le produzioni agroalimentari, il made in Italy sano e vero, prodotto da gente onesta e grazie a un lavoro rispettoso delle persone che devono poter trovare nei nostri campi una giusta accoglienza.
Affermare la legalità deve essere, per il settore agricolo regionale, una convenienza sociale oltre che economica ed oggi, con lo sgombero di Boreano, proviamo a dare il via a una nuova consapevolezza della Basilicata accogliente”.
Gianni Leggieri (M5S) replica a Braia sullo sgombero di Boreano
Trovo quanto meno singolare che si parli di ripristino della legalità con riferimento ad un’azione di forza operata con le ruspe, soprattutto quando queste affermazioni arrivano da un esponente di una Giunta regionale che da 2 anni a questa parte evita in maniera cosciente di rispondere alle tante interrogazioni presentate proprio sulla questione e sulle condizioni in cui versa il campo di accoglienza di Venosa.
E’ singolare la rapidità con cui si agisce nei confronti di un gruppo di migranti, mentre per avere chiarimenti su come vengono impiegati i soldi pubblici occorre attendere tempi biblici.
E’ tragico che in questa Regione si possa agire in questa maniera e si possano mettere in piedi campi di accoglienza ove è preclusa ogni forma di collaborazione con la società civile (a meno che non si sia graditi ad una determinata parte politica) e come sia impossibile a consiglieri comunali e regionali compiere i controlli del caso. Un campo in cui è precluso l’accesso a tutti è un carcere non una struttura di accoglienza.
E’ ridicolo pensare che la lotta al caporalato passi esclusivamente da una azione di forza in stile salviniano e non da azioni concrete di accoglienza, gestione condivisa del problema, condivisione tra istituzioni, trasparenza.
Nonostante le favole che si raccontano in giro, dopo l’azione di forza di oggi, il problema del caporalato rimane e non è certo risolto, semmai è aggravato da una difficoltà oggettiva dovuta alla dislocazione del campo di accoglienza in un luogo non idoneo e da problemi strutturali legati alla mancanza di collegamenti e di assistenza.
Un gruppo di lavoratori da oggi si troverà a vivere una situazione peggiore di quella di ieri, per le carenze strutturali del campo di accoglienza di Venosa che abbiamo denunciato da tempo (peccato che non siano arrivate le dovute risposte a causa di una azione sempre più rallentata da parte di chi sarebbe chiamato ad intervenire) e a causa di una decisione imposta dall’alto, nonostante gli accordi e le intese sottoscritte in Regione e al Comune di Venosa.
Al posto dell’Assessore Braia prima di gioire e di usare toni trionfalistici, mi preoccuperei almeno di parlare con chi vive i problemi sulla propria pelle e di visitare i luoghi, è facile parlare dalle comode stanze degli uffici regionali.
Gianni Leggieri, consigliere regionale Movimento 5 Stelle
La Croce Rossa Italiana, nel particolare la struttura territoriale Comitato Locale Bradano, si sente tirata in ballo, da dichiarazioni da più parti, con particolare riferimento all’immobile preso in fitto a Venoda, adibito a struttura di accoglienza dei migranti lavoratori stagionali, presenti nei territori di Venosa e zone limitrofe”. Lo dichiara il presidente della Cri Sergio Labriola.
“Talune affermazioni, alquanto diffamatorie, offendono i lavori di tanti volontari, che si prestano per garantire condizioni di vita migliori, anche se temporanei.
La struttura di Venosa, ad oggi conta la presenza di una trentina di ospiti, forse a molti, è oscuro il sistema di gestione delle strutture di accoglienza, che segue il principio dell’attivazione a step o meglio compreso a quota di presenze.
Attualmente vi sono due container, uno specifico per i servizi igienici, con 5 servizi, l’altro con 5 punti docce, ovvero un bagno ed una doccia ogni 6 persone. Lo standard messo in atto, prevede un servizio per 10 ospiti. Oggi, la struttura ha in uso 5 fornelli, che vengono garantiti come funzionanti, ovvero sostituiti in 24 ore in caso di malfunzionamento.
Nel periodo di attività, la Croce Rossa, ha garantito anche la fornitura di alcuni viveri per coloro che, non vengono impegnati nella raccolta del pomodoro e non hanno mezzi di sostentamento.
In merito alle attrezzature, come i lettini, facciamo presente che rispettano le norme prescrittive e per garantire un maggior comfort, la struttura è stata dotata di materassini idonei.
Noi non facciamo politica e non è corretto sparare sulla Croce Rossa!”
Leggieri quanti pomodori al giorno è capace di raccogliere?