Trecento trattori e duemila iscritti scesi in piazza. Sono i numeri della mobilitazione di Coldiretti contro il crollo del prezzo del grano, organizzata questa mattina a Potenza in viale Verrastro, davanti alla sede della Regione Basilicata. I trattori suddivisi in tre cortei, il primo partito dalla zona nord del capoluogo lucano, il secondo da via dell’Edilizia e il terzo dal ponte Centomani, hanno prodotto dieci chilometri di code sulla superstrada Potenza-Melfi e cinque chilometri sulla fondovalle dell’Agri, e rallentamenti al traffico cittadino. “ I nostri iscritti sono arrivati da tutta la Basilicata – fa sapere Coldiretti – e perfino dal Metapontino che, seppur non direttamente interessato dalla problematica, ha deciso di partecipare vista l’utilità del grano ”. Al presidio hanno preso parte anche 56 sindaci, in rappresentanza praticamente del 40 per cento dei comuni di tutta la Basilicata. “Al governatore Marcello Pittella, che ci ha fatto visita, abbiamo consegnato un documento – ha evidenziato Piergiorgio Quarto, presidente Coldiretti Basilicata – per chiedere una tutela della produzione locale di grano, maggiori controlli sulle importazioni e sostegno alle aziende nazionali del settore. Vogliamo difendere non solo le nostre aziende, ma anche i nostri consumatori, che devono essere informati sui prodotti che comprano”. In particolare Coldiretti ha chiesto l’etichettatura obbligatoria dei prodotti derivati dal grano, il blocco delle importazioni “a dazio zero” e maggiori controlli nei porti, una moratoria bancaria per i produttori locali, un uso “più equo” dei fondi europei e l’attivazione di una commissione nazionale per il controllo dei prezzi e del mercato. “Coldiretti ha calcolato che la perdita di valore nel 2016 per il crollo dei prezzi del grano tenero in Basilicata è stata pari a 531 mila euro – ha sottolineato il direttore regionale di Coldiretti, Francesco Manzari – mentre la perdita relativa al grano duro è pari a 50 milioni di euro” . Oggi il grano duro, impiegato per la produzione di pasta, viene pagato anche 18 centesimi al chilo mentre quello tenero utilizzato per il pane è sceso addirittura ai 16 centesimi al chilo, su valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro del granaio Italia. “Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del ‘Made in Italy’ mentre – ha denunciato Manzari – dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%. Le stesse analisi ministeriali hanno però anche permesso di smascherare la speculazioni in atto sul prezzo dei grano che colpiscono soprattutto i coltivatori italiani con i prezzi che sono praticamente dimezzati rispetto allo scorso anno per il grano duro”. In tutta Italia sono trecentomila i posti di lavoro messi a rischio dalle speculazioni sui prezzi dei cereali con le quotazioni del grano crollate sotto il livello dei costi di produzione al punto che le aziende non hanno ormai più convenienza a seminare. “Con questi prezzi gli agricoltori non possono più seminare – ha concluso il presidente provinciale di Potenza, Teodoro Palermo – e c’è il rischio concreto di alimentare un circolo vizioso che, se adesso provoca la delocalizzazione degli acquisti del grano, domani toccherà gli impianti industriali di produzione della pasta con la perdita di un sistema produttivo che genera ricchezza, occupazione e salvaguardia ambientale”.
Braia su manifestazione Cia e Coldiretti: Con il governo costruiamo piattaforma cerealicola nazionale
“Proviamo a cambiare le politiche agricole della nostra regione – comunica l’assessore alle Politiche Agricole e Forestali Luca Braia al termine delle due giornate di manifestazione degli agricoltori del comparto cerealicolo organizzate da Cia e Coldiretti – con scelte più decisive.
Abbiamo costruito un nuovo PSR 2014-2020 con il coinvolgimento delle associazioni di categoria caratterizzandolo con una gestione della risorsa economica che prova a dare risposta alle criticità del comparto.
Istituiremo un tavolo permanente della cerealicoltura in Basilicata come stiamo già facendo per zootecnia e latte perché la cerealicoltura è uno dei pilastri della nostra economia agricola.
Oggi più che mai dobbiamo organizzare le filiere mettendo insieme chi produce, chi trasforma e chi vende. Una filiera ha senso solo se tutti gli attori sono insieme e dovranno anche stabilire il prezzo attraverso contratti di filiera e accordi stipulati prima della semina.
Per stimolare un settore dalle grandissime potenzialità molte delle quali inespresse dobbiamo risolvere le criticità della cerealicoltura lucana che contribuisce con 10mila aziende e 120mila ettari di territorio insieme a Puglia e Sicilia a comporre il 72% della produzione nazionale. Abbiamo provato a mettere in campo nei bandi già emessi e in quelli di prossima uscita una politica diversa che col tempo ci darà risultati.
Abbiamo incrementato i premi ad ettaro per le misure a superficie PSR 2014/2020 rispetto alla precedente programmazione per quanto riguarda l’agricoltura biologica integrata di circa il 70%.
Abbiamo introdotto ecniche agronomiche innovative che rispettano l’ambiente come ci chiede l’Europa per le misure agroambientali, quali la semina su sodo e la minima lavorazione che permettono di lavorare di meno e produrre di più.
Monitoreremo il sistema del credito su cui anche il Governo nazionale ha annunciato riforme e proveremo a lavorare per abbassare i costi di accesso oltre che azionare gli strumenti della moratoria sui debiti e sulle assicurazioni non sui danni ma per le crisi di mercato.
Il ministro ha fatto bene a introdurre la CUN che ha il compito di regolare e correggere speculazioni e storture dei centri dove si definisce il prezzo. E le recenti politiche nazionali sono un segnale forte che il governo vuole dare al settore.
Come governo regionale abbiamo appena approvato in giunta le manifestazioni di interesse che ci consentiranno di costruire i bandi secondo alle esigenze espresse proprio da produttori e agricoltori attraverso una piattaforma nella quale la ricerca deve tornare ad assumere il ruolo che che serve realmente per il miglioramento della produzione e della coltivazione per incrociare le esigenze delle industrie di trasformazione.
Con la manifestazione di interesse per le filiere vogliamo accrescere ulteriormente la competitività e la sostenibilità della filiera cerealicola e di tutti prodotti agroalimentari lucani così da renderla sostenibile anche in termini di peso contrattuale e favorendo la concentrazione dell’offerta stessa.
Voglio infine ringraziare tutto il mondo produttivo per quello che nei campi si fa ogni giorno per la nostra terra e che scopro visitando territori e aziende. Un lavoro straordinario e di sacrificio e una capacità di scommettere sul lavoro della terra. Abbiamo il dovere di stabilire con gli agricoltori un rapporto franco provando a costruire giorno dopo giorno il nostro futuro della nostra terra.
Proveremo infine – ha concluso l’Assessore Luca Braia – anche a risolvere una criticità tutta lucana che è quella della mancanza dei centri di stoccaggio da rimettere a disposizione degli agricoltori e proseguiremo nella lotta al caporalato avviata ieri, nella notta alla contraffazione per la valorizzazione dei prodotti Made in Italy oltre che lavorare per la certificazione, la sicurezza e la tracciabilità del prodotto cerealicolo.”
Antezza (PD): “Pieno sostegno a manifestazioni Cia e Coldiretti. Continueremo nostro lavoro per risolvere problemi mercato cerealicolo”. Di seguito la nota integrale.
“Esprimo il mio pieno sostegno alle manifestazioni lucane organizzate in questi giorni da Cia e Coldiretti contro i fenomeni speculativi del mercato cerealicolo che stanno mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di molte aziende impegnate in una delle produzioni più distintive per il nostro modello agricolo e alimentare nazionale. Già dalla prossima settimana, continueremo con il nostro impegno per farci carico delle fondate preoccupazioni dei coltivatori del settore, portando avanti il lavoro iniziato in Commissione Agricoltura alla Camera con una nostra mozione, e volto a dare risposte strutturali ai problemi del settore cerealicolo italiano”. Lo dichiara Maria Antezza, deputata del Partito democratico e componente in Commissione Agricoltura della Camera.
“Il governo con il ministro Martina e il Pd – spiega – hanno già messo in campo un primo stanziamento di 10 milioni di euro nel decreto Dl enti locali, per dare avvio a un piano organico nazionale ceralicolo. Si tratta ora di affrontare in modo sistemico le cause che hanno portato al crollo dei prezzi del nostro grano, attuando le misure proposte dal governo: Piano cerealicolo nazionale e sostegno agli investimenti anche infrastrutturali,rafforzamento dei contratti di filiera, creazione della Cun per una maggiore trasparenza nella formazione del prezzo del grano, provvedimenti per salvaguardare la qualità del grano Made in Italy (marchio unico volontario per grano e prodotti trasformati che valorizzi la qualità certificata al 100% italiana), la conferma del budget negli aiuti accoppiati Pac e l’avvio di uno strumento assicurativo a tutela del reddito dei produttori prevedendo una copertura in caso di crollo dei prezzi”.
“Ci impegneremo anche al massimo, pur consapevoli delle possibili difficoltà in sede europea, per raggiungere il risultato dell’etichettatura dell’origine di pane, pasta e prodotti da forno, analogamente a quanto ottenuto per i prodotti lattiero-caseari, perché siano rafforzati i controlli nei porti nonché sul versante di una moratoria bancaria per le imprese ceralicole”, conclude.
Manifestazione Coldiretti, Mollica: tutelare grano italiano
Per il Presidente del Consiglio regionale occorre affrontare in maniera drastica l’assoluta mancanza di norme che regolano il mercato mondiale
“Quella a cui stiamo assistendo oggi è la fotografia della crisi dei prezzi dettata dalle speculazioni internazionali, crisi che sta mettendo in ginocchio uno dei più importanti settori del made in Italy alimentare nel mondo”. È quanto afferma il presidente del Consiglio regionale, Francesco Mollica in seguito alla mobilitazione di Coldiretti contro il crollo del prezzo del grano. Duecentocinquanta i trattori giunti in Via Verrastro provenienti da tutta la regione, insieme a 56 sindaci, in rappresentanza praticamente del 40 per cento dei Comuni di tutta la Basilicata.
“Una manifestazione giustissima – afferma Mollica -. Bisogna affrontate una volta per tutte e in maniera drastica innanzitutto l’assoluta mancanza di norme che regolano il mercato mondiale. Una fra tutte, l’etichettatura di origine obbligatoria e la tracciabilità delle produzioni oltre alle importazioni speculative e al divario dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo”.
“Intanto prendiamo atto dello stanziamento dei primi 10milioni – conclude il Presidente del Consiglio regionale -per avviare il piano cerealicolo nazionale, notizia degli ultimi minuti che giunge da parte del ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina. In attesa che la questione venga affrontata la prossima settimana nella conferenza Stato Regioni, auspico che tutti i soggetti in campo si impegnino con responsabilità per la valorizzazione del grano 100% italiano, inteso come vera risorsa e che come tale abbiamo il dovere insindacabile di tutelarla, oltre alla difesa del reddito di chi lo produce”.
Emanuele D’adamo, presidente Fidaf Matera su manifestazione Cia e Coldiretti: Raccolto 2016, annata positiva ma crollano i prezzi del grano duro in Italia.
Di seguito la nota integrale.
Cerealicoltori lucani e nazionali allo sbando. Il raccolto 2016 registra le rese più alte dell’ultimo trentennioma crollano i prezzi. Le aziende sono al tracollo e i produttori passano al contrattacco ritenendo strumentaleil fenomeno dei prezzi bassi. Il calo erain parte prevedibile alla trebbiatura, ma non ci si aspettava un tracollo del prezzo di circa il 50% rispetto all’annata scorsapari a circa 30 euro al quintale. Le Associazioni di categoria protestano al ricatto commercialeper gli attuali euro 16 al q.lee sul fenomeno interviene a favore dei produttori anche la FIDAF, Federazione Provinciale dei dottori in Sc. Agrarie e Forestali di Matera con il suo Presidente.
“Dopo il raccolto 2016, riferisce il dott. Emanuele D’Adamo,come storicamente accaduto, ci si aspettava una ripartenza dei prezzi; ma al momento, purtroppo, si devefare i conti con un fenomeno mai registrato in passato: l’immissione nel mercato italiano, versante Adriatico, di ingenti quantitativi di grano importato da paesi extracomunitari proprio nel periodo della trebbiatura. Era noto, già un paio di mesi fa, dice il Presidente D’Adamo, che il grano duro canadese , raccolto 2015, sarebbe stato disponibile (in Italia)per quest’estate a prezzi piuttosto ragionevoli oscillanti tra 21 e 23 euro al q.le; ma, nessuno avrebbe immaginato l’attualòe ribassoa euro 16 al q.le. Alcuni rapportano il valore di 5 kg. di pane a 100 kg. di grano. Alla luce di un raccolto dalle rese eccezionali ci si aspettava un rilancio economico-finanziario per le aziende cerealicole; di contro, per il calo del prezzo,l’annata è valutata negativae, tantissime aziende cerealicole sono ormai al collasso. I commercianti-acquirenti – continua il rappresentante FIDAF -giustificano il crollo dei prezzi lamentando un’immissione sul mercato di prodotto nazionale superiore alla media caratterizzato da scarsa qualità in tenore proteico (inferiore al 13%) causa, secondo loro, che impone la miscela di grani d’ importazione ( più pregiati ?) per raggiungere i requisiti minimi per la pastificazione.I produttori, di contro, ritengono il ribasso di prezzo ingiustificato e strumentaleperché non è concordatoe perché pone in stato di passività persino aziende che hanno prodotto meno di 50 q.le per ettaro. Di fronte al fenomeno la Ns. Federazione di esperti in politiche agrarie, ovviamente condanna l’atteggiamento unilaterale assunto dai commerciantivisto che risultano passive(da analisi contabili) persino le aziende che hanno prodotto 50 q.le per ettaro di grano ( q.li 50 x 16= euro 800 ettaro).
Il problema è controverso e le soluzioni – dice ancora il Presidente FIDAF- sta nelle propostegià avanzate ai tavoli tecnici dai rappresentanti dei produttori. Il potenziamento dei centri di stoccaggio, gli accordi e i contratti di filiera, la trasparenza delle borse merci, la sospensione temporanea delle autorizzazioni alle importazioni, il contrasto alle speculazioni di settore, etc. riferitialla XIII Commissione Agricoltura della Camera e al Dipartimento Politiche Agricole della Regione Basilicata devono essere prese in seria considerazione soprattutto alla luce dei fenomeni negativi dei prezzi che già hanno interessato il settore olivicolo e lattiero-caseario. E’ probabile che, se il Piano Cerealicolo Nazionale fosse stato innovato certamente il crollo dei prezzi dei cereali (compreso orzo e avena) non si sarebbe verificato. Relativamente allo “ sciopero delle semina” proposto da alcune sigle sindacali – conclude il Presidente D’Adamo – occorreuna profonda riflessione per le ipotetiche ricadute negative in materia di Condizionalità.
“L’agroalimentare è una voce importante del made in Italy, che va tutelato con un cambio di passo nelle politiche di tutela delle nostre produzioni’’. Lo ha detto il presidente della Camera di commercio di Matera, Angelo Tortorelli, esprime pieno sostegno all’azione che il mondo agricolo e cerealicolo, in particolare, sta portando avanti a tutela delle produzioni locali e per bloccare il crollo progressivo del prezzo dei grani. “La manifestazione della Cia ieri e quella di oggi della Coldiretti davanti alla Regione –ha detto Tortorelli- confermano e non da ora la necessità che il nostro Paese faccia di più per tutelare le imprese agricole, che pagano un prezzo eccessivo nei confronti di un mercato dalla concorrenza spesso sleale che ignora sacrifici, qualità e certificazione di filiera che rappresentano una garanzia per i consumatori. E’ un patrimonio di risorse umane, produttive, di esperienze che non va penalizzato attivando strumenti efficaci di monitoraggio sui prezzi e sull’arrivo indiscriminato di cereali da mezzo e da Paesi dove i controlli non ci sono o sono blandi. Non è possibile che le nostre imprese debbano essere monitorate e sostenere costi per essere in regola e produrre in perdita, mentre sul mercato arrivano grani a prezzi stracciati. La Camera di commercio di Matera – conclude il Presidente- non farà mancare sostegno alle imprese agricole che, con le loro produzioni cerealicoli, sono il perno della filiera molitoria, pastaia e da forno. E la Basilicata non può permettersi di fare a meno di questo importante settore dell’economia, che rappresentano uno dei perni di un modello sostenibile di crescita e dell’offerta turistica’’.