La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, con il tratto lucano che dall’Irpinia raggiunge il Vulture-Alto Bradano attraversando Melfi e Venosa e si collega all’Alta Murgia nei pressi di Altamura-Matera, segna una nuova fase del cicloturismo. È un comparto – sottolinea il Centro Studi Turistici Thalia – che vale 200 miliardi soltanto in Europa, se si conteggiano il valore del turismo e quello della produzione industriale. Un’occasione che ha anche un nome preciso, ‘bikeconomy’ e racchiude tutto quanto gira attorno al business delle due ruote. Secondo stime Ue, la “bikeconomy” genera 44 miliardi di euro, di cui 16 soltanto in Germania; a questi si sommano i 18 miliardi legati alla produzione di bici e accessori, oltre a tutti gli investimenti che vengono dedicati al comparto da parte di istituzioni ed enti per la realizzazione delle infrastrutture. In Italia, siamo lontani da questi numeri. Però, il nostro Paese produce ogni anno 2,3 milioni di bici, di cui 1,3 milioni sono esportate nel mondo. Anche le cifre dell’ospitalità legate al settore bike assumono un certo peso, visto che i dati diffuso dal circuito Italy Bike Hotels parlano di 1,5 milioni di presenze turistiche solo nella Penisola. Ogni chilometro di pista ciclabile genera un indotto compreso tra i 110mila e i 350mila euro in ristoranti e locande. Quello che interessa Irpinia, Basilicata e Puglia è un percorso cicloturistico ed insieme escursionistico di 500 km che segue il tracciato di due condotte storiche dell’acquedotto: il Canale Principale, da Caposele (AV) a Villa Castelli (BR), che in soli nove anni (1906-1915) riuscì a far arrivare l’acqua a Bari, ed il Grande Sifone Leccese, che dal punto terminale del primo giunge fino a Santa Maria di Leuca (LE), dove l’infrastruttura è celebrata con una cascata monumentale realizzata nel 1939 e recentemente restaurata.
“Un’infrastruttura – evidenzia l’assessore regionale alle Infrastrutture Nicola Benedetto che a Roma la scorsa settimana ha firmato il protocollo con i Ministri Del Rio e Franceschini – destinata a dare impulso allo sviluppo turistico ed economico dei territori attraversati, generando benefici per l’economia locale. Il cicloturismo comunque oltre che di piste ciclabili, ha bisogno di attrazioni e strutture di accoglienza e sono convinto – aggiunge l’assessore – potrà rappresentare un ulteriore strumento per attrarre visitatori e turisti per Matera 2019. L’obiettivo da perseguire non è semplicemente quello di realizzare una pista ciclabile, ma un grande progetto di promozione integrata territoriale nel quale ovviamente i collegamenti hanno un forte peso”.
La ciclovia Aqp è innanzitutto un “itinerario narrativo” unico nel suo genere che attraversa tre regioni del Sud (Campania, Basilicata e Puglia), mettendo in collegamento alcuni dei luoghi più affascinanti e ancora poco valorizzati della penisola: Alta Irpina, Vulture Melfese, Alta Murgia, Valle d’Itria, Arneo ed entroterra del Salento. Dunque da Caposele a Santa Maria di Leuca in bicicletta, 500 chilometri lungo le condotte storiche che costeggiano il prodigio dell’acqua e l’opera dell’uomo, sorgenti, impianti, canali, case cantoniere, centrali idroelettriche, fontanine di ghisa e fontane monumentali. La ciclovia dell’Acquedotto pugliese è la nostra memoria storica, è una via verde che ci permette di guardare la nostra regione da una prospettiva diversa da quella delle condotte sottomarine. Per capire la ricchezza e la varietà di un territorio e di tre regioni, non ci può essere mezzo migliore della bicicletta, ogni escursione diventa una sorpresa. Pedalare strade reali o immaginarie fatte di tratturi, strade bianche, terreni lambiti da una sola linea in mezzo al verde. Un itinerario che scorre tra le colline ricche di macchia mediterranea della “murgia materana”, e l’alta “murgia” tarantina, un paesaggio incredibile, alla scoperta di canyon impervi, cripte e grotte, percorrendo vigneti e uliveti, antichi borghi e botteghe artigiane, fino a tuffarci nel blu del Mar Jonio. E attrattore fondamentale per i cicloturisti è la gastronomia locale con i punti di ristoro da realizzare lungo il tracciato che rappresentano ulteriori occasioni ed opportunità di occupazione e sviluppo dell’economia locale per la filiera agro-alimentare oltre che per quella ricettiva.