Il Coordinamento USB-LP Natuzzi Spa in una nota chiede di scongiurare i licenziamenti nello stabilimento attraverso l’estensione del contratto di solidarietà a tutti i lavoratori. Di seguito la nota integrale.
A fronte dello sgomento e della disperazione subentrata nei dipendenti della Natuzzi, a seguito dell’annuncio della direzione aziendale dell’apertura delle procedure di mobilità per 335 unità, la stessa impresa e Cgil-Cisl-Uil stanno dando il peggio di sé, dimostrando di essere davvero insuperabili quando si tratta di fare lo scaricabarile.
La Natuzzi dichiara di voler procedere a licenziamenti collettivi, ma aggiunge che è la Legge che glielo impone, ma in realtà non vuole mettere sul lastrico nessuno e si tratta di un atto tecnico! Ma quale legge impone di avviare le procedure di collocazione di personale in mobilità, se non si ha davvero l’intenzione di farlo? Fin’ora non ci risulta che l’ordinamento legislativo italiano contenga una Legge del genere. Inoltre, abbiamo fatto qualche ricerca in merito all’apertura delle procedure di licenziamento collettivo tecnico. Non c’è traccia di questo concetto, se l’è inventato la Natuzzi: nell’ambito giuridico, sindacale, politico ed economico non esiste la motivazione tecnica per cui si ricorre a quanto previsto dalle Legge 223/1991. O si vuole licenziare, oppure no.
D’altro canto Cgil, Cisl e Uil non sono da meno nel diffondere mistificazioni e frasi non veritiere riguardo al loro operato. Prima si inventano che la drammatica situazione in cui versano i lavoratori della Natuzzi Spa deriva dal non aver rispettato gli accordi sottoscritti da parte dell’azienda! Quale accordo in particolare? In quale articolo o parte? Stiamo ancora aspettando che lo spieghino. Poi si accusano a vicenda di “stare al fianco del padrone”, dimenticando che non c’è una sola intesa che sia stata sottoscritta separatamente, bensì sono tutte firmate da loro tre insieme, quindi se c’è una sigla sindacale che ha avuto una condotta remissiva al cospetto della Natuzzi, le altre due l’hanno imitata, avendo controfirmato gli stessi protocolli e agito unitariamente.
Fatte queste dovute precisazioni, l’Unione Sindacale di Base è pronta ad unire le forze con ogni soggetto che ha l’obiettivo di scongiurare i licenziamenti alla Natuzzi Spa e ritiene che, per impedire che ciò accada, sia indispensabile avanzare una soluzione alternativa. La proposta dell’USB è di rimediare all’incomprensibile, illegittimo e ingiusto precedente creato il 3 marzo 2015, quando si è concordato che i lavoratori della Natuzzi non fossero tutti uguali, per cui ad alcuni si applicava il Contratto di Solidarietà mentre altri si esiliavano a Ginosa con la Cigs per cessazione attività. Quindi, Contratto di Solidarietà per tutti, considerato che la Legge Fornero consente di ridurre l’orario di lavoro fino al 60% (si è invece ridotto al 40%) ed è possibile usufruirne per qualche anno ancora. Ovviamente, il Contratto di Solidarietà sarebbe solo una misura tampone per non mettere alla porta, definitivamente, dal 16 ottobre 2016 i 335 malcapitati. Poi si dovrebbe ragionare su come invertire il trend che dalla delocalizzazione produttiva ad oggi ha portato l’organico della Natuzzi in Italia quasi a dimezzarsi. Ma non con la pistola puntata alla tempia.
Cgil, Cisl e Uil che cosa ne pensano? Sono anche loro per l’estensione del Contratto di Solidarietà all’intero personale della Natuzzi Spa? Attendiamo risposte.