«Il lavoro di Dell’Osso si è da sempre distinto per il suo carattere estremamente introspettivo, capace di ricondurre al pensiero dell’uomo la forza motrice dell’universo. È questo ciò che ha reso le sue opere, dalla tecnica pittorica finissima, capolavori di sintesi del pensiero contemporaneo», scrive Stefania Dubla, critico e art project manager. Partendo da tali presupposti l’artista ha realizzato un’opera grafica destinata a diventare l’icona di una delle tre divise esclusive che accompagneranno la squadra di calcio del Matera nelle sue partite più importanti: maglie di serie limitata e non in commercio. «Una grande macchia di colore: un gesto segnico travolgente, un’esplosione di vitalità e di impeto potentissimo; la trasposizione artistica della forza del pensiero umano. Una traduzione materica di ciò che la mente è in potenza: ogni vittoria, in particolare nello sport, non è che la risulta di un desiderio nutrito e allenato che giuda il corpo nella costanza e nella perseveranza delle sue azioni portandolo infine al raggiungimento dei propri traguardi – continua s.d. -. È questo il messaggio che Dell’Osso vuole trasmettere, che altro non è che il credo di una squadra calcistica che basa tutto sulla determinazione dei suoi giocatori, sul loro fortissimo desiderio di raggiungere obiettivi che solo con questo carisma possono diventare reali». Del resto il titolo di capitale europea della cultura 2019 ha rappresentato per la città di Matera proprio questo: la determinazione, la forza del desiderio di ribalta, il lavoro introspettivo sulla comunità prima ancora che verso l’esterno, l’Europa, sono gli ingredienti che hanno portato ad una vittoria che gli scettici giudicavano fino all’ultimo utopica. E proprio in tal clima di cultura che si inserisce l’impegno di Dell’Osso verso lo sport. Arte e calcio come possono legarsi insieme?, direbbe qualcuno. Eppure, al di là della forza motrice del pensiero appassionato e determinato espressa negli squarci di colore di Dell’Osso sulla divisa del Matera, cultura significa proprio questo: l’essere presente in tutto, senza distinzione di genere. «Cultura è un atteggiamento che indossiamo ogni giorno, in qualunque momento, in ogni situazione». È verità condivisa che lo sport unisca e, ancor oggi, il calcio come non mai. Da quest’opera l’auspicio di Dell’Osso è che il calcio torni ad essere quello di un tempo: lo stadio come un luogo di cultura, in cui si apprenda la lealtà e il senso di squadra, l’onestà dell’ammissione della sconfitta come la gioia della condivisione di una vittoria, che non è mai propria ma ottenuta grazie alla forza di tutti. Il suo augurio si nutre dell’idea che dall’energia e dall’adrenalina di questi giocatori ci si possa arricchire di emozioni fortissime, positive al punto da migliorare noi stessi e le persone che ci circondano. Solo da qui scaturisce la forza – egli sostiene – che permette di realizzare e raggiungere gli obiettivi che ci si prefissa.
Se Matera comunica cultura, allora questo è il momento di portare l’arte negli stadi e i valori dello sport nel sistema artistico.
Domenico Dell’Osso Vincitore di innumerevoli premi di pittura, ha riscosso il plauso di critici della levatura di Philippe Daverio, Vittorio Sgarbi, Luca Beatrice, Ivan Quaroni e molti altri. Nel 2011, sull’autorevole rivista “Inside Art”, Dell’Osso viene riconosciuto e conclamato dal curatore milanese Igor Zanti come “il capostipite dei pop surrealisti italiani”. Per un approfondimento completo sulla biografia di Dell’Osso è possibile visitare il sito: www.dellosso.it.
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