Consigliere regionale Giovanni Perrino (M5s): ad Irsina il bancomat di Poste Italiane rischia di diventare una chimera. Di seguito la nota integrale
Siamo alle solite: quello che doveva essere un “disagio momentaneo” provocato da alcuni balordi, si è tramutato in un vero e proprio incubo per i cittadini di Irsina correntisti di Poste Italiane. Infatti, dal 21 dicembre 2015, giorno in cui ignoti hanno tentato di rapinare lo sportello bancomat facendolo saltare per aria, ai correntisti è inibito il servizio bancomat all’esterno dell’ufficio postale. Come se non bastasse, ad affliggere gli irsinesi, negli ultimi giorni si sono aggiunti ulteriori disagi dovuti al malfunzionamento dei sistemi informatici che hanno reso impossibile effettuare la quasi totalità delle operazioni presso gli sportelli.
Da parte di Poste Italiane scarsa chiarezza sull’eventuale ripristino dello sportello automatico, tantomeno relativamente alle istanze del sindaco e delle associazioni dei consumatori come Adiconsum e Adusbef.
Un’altra situazione inaccettabile: soprattutto se si pensa che siamo nel bel mezzo della stagione estiva e i paesi lucani tornano a ripopolarsi grazie ai tanti emigrati e turisti che vengono qui a trascorrere le vacanze.
Il ruolo storico di Poste Italiane ha fatto sì che, nella quasi totalità dei comuni italiani, vi sia un ufficio postale, spesso unico presidio, soprattutto in Basilicata, a disposizione per la popolazione anziana per accedere a servizi essenziali come il ritiro della pensione, il prelievo di contanti allo sportello bancomat o il pagamento delle utenze domestiche.
Oggi Poste Italiane è nel mezzo di un processo di ulteriore privatizzazione (anche se formalmente il 60% è detenuto dallo Stato tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze): un processo che continua a creare disservizi. Gli utenti fortemente penalizzati, in questo caso sono quelli di Irsina: la chiusura dello sportello bancomat (ATM) senza alcuna informazione ai correntisti (e contestuale offerta di servizi, gratuiti, sostitutivi e alternativi) viola gli obblighi di trasparenza e correttezza che l’intermediario (in questo caso il Gruppo Poste Italiane) è tenuto a osservare nella conduzione del rapporto con il cliente (dalla fase precontrattuale a quella dell’estinzione). Non siamo noi a dirlo, bensì il Codice del Consumo e il Testo Unico Bancario. Che il superpagato management di Poste Italiane (compreso il fratello del ministro Alfano) dovrebbe conoscere bene.
Otto mesi di attesa senza risposte e una voragine di disservizi per i cittadini irsinesi, sono ampiamente sufficienti a sollevare ufficialmente la questione presso la Giunta regionale e in Consiglio. Nel 2016 simili situazioni sono inaccettabili e vanno risolte con la massima celerità possibile!