Al “Villaggio delle tipicità” localizzato, su iniziativa della Cia e del Circolo Velico Lucano, presso alcune strutture del lungomare di Policoro, giornata dedicata alla “ pera signora” della valle del Sinni (presidio Slow Food) e alla biodiversità. Con Sigismondo Mangialardi, Domenico Dimatteo (Presidente S.E.I. sul Sinni – associazione fondatrice del presidio), RudyMarranchelli (Agia-Cia) e il Prof. Franco Sapia dell’ITAS Garibaldi di Roma e presidente della rete nazionale ITA senza frontiere si è parlato delle qualità e caratteristiche della pera,su tutte il buon rapporto zuccheri/acidi e l’elevato aroma. In tanti ragazzi e turisti hanno degustato prodotti preparati dallo staff del circolo velico lucano e forniti da due aziende associate a CIA (l’azienda Larocca Concetta e il Pago) tutti a base di pera, con l’imperdibile crostata di confettura di pera. Ruolo importante quello della ventina di produttori agricoli che hanno dato vita all’Associazione Culturale “S.E.I. sul SINNI” – Sostenibilità, Etica ed Integrazione, soggetto aderente al progetto Presidi di Slow Food Italia, interessati alla promozione e tutela della Pera “Signora”, nonché alla salvaguardia delle biodiversità a rischio di estinzione, favorendo, inoltre, la tutela e valorizzazione di usi, costumi e tradizioni del mondo rurale locale, al fine di contribuire al miglioramento della vita e allo sviluppo della collettività locale.”L’intento – sottolinea il presidente Dimatteo- è quello di ampliare la tipologie dei trasformati, al fine di individuare soggetti sempre più desiderosi di prodotti autentici. Tale riflessione scaturisce da una domanda in ascesa di prodotti particolari, ovvero sempre più legati a prassi di lavorazioni antiche e in disuso, capaci di rievocare ricordi di un tempo, nonché tutelare il patrimonio varietale locale.”
Le aziende del Presidio hanno adottato l’etichetta narrante (una contro-etichetta) di Slow Food, al fine di raccontare il proprio prodotto a 360 gradi. Di fatti, la qualità di un prodotto alimentare è innanzi tutto una narrazione, che parte dall’origine del prodotto stesso (il territorio) e comprende la tecnica di coltivazione, di trasformazione, i metodi di conservazione e, naturalmente, le caratteristiche organolettiche e nutrizionali. La narrazione può restituire al prodotto il suo valore reale.
“C’è un’agricoltura silente mossa da un profondo senso etico, che trae la sua forza dalla diversità produttiva, dalla vocazione multifunzionale dell’azienda agricola e dal rapporto fiduciario tra consumatori e agricoltori”. E’ il commento della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata. Per la Cia bisogna superare “i falsi luoghi comuni e riflettere su numeri e valori di un modello che potrà essere vincente: almeno 4 milioni di consumatori italiani chiedono negozi di prossimità, prodotti sani e tradizionali e cercano un rapporto diretto con chi realizza quegli alimenti che finiranno nel loro piatto. Tradotto in cifre parliamo di un movimento annuo superiore ai 30 miliardi di euro, tra vendita diretta, agriturismo, e attività connesse.
Il “Villaggio delle tipicità”, nato dal protocollo tra Cia e Circolo Velico Lucano, si conferma un vero e proprio incubatore delle tipicità del territorio lucano. Non solo una vetrina delle produzioni di qualità del Metapontino che – come sottolinea il presidente regionale vicario della Cia lucana Nicola Serio – sono conosciute in tutto il mondo e apprezzate dai turisti che d’estate vengono qui in vacanza ma anche uno spazio dinamico dove i protagonisti sono i visitatori e gli ospiti. C’è bisogno e lo stiamo ripetendo da tempo – dice Serio – di fare rete e di far crescere insieme il turismo di qualità con i prodotti agro-alimentari di qualità che sono il formidabile richiamo per Matera Capitale Europea della Cultura 2019.