Gianni Leggieri e Gianni Perrino, consiglieri regionali Movimento 5 Stelle: “Ferragosto infuocato a Viggiano: il centro oli ha ricominciato a sputare fuoco nei cieli della Val D’Agri”. Di seguito la nota integrale.
Forse all’ENI credevano che tutto sarebbe passato inosservato in questi giorni spensierati di ferragosto. A poche ore dal dissequestro e dalla conseguente ripresa delle attività, il centro oli di Viggiano ha ripreso a lanciare lingue di fuoco nel cielo della Val D’Agri e ad appestarne l’aria.
Non ha perso tempo ENI a riprendere le attività estrattive e, con un intervento a gamba tesa nel weekend che introduce ferragosto, ha presentato il conto acre al sapor di idrocarburi. Quasi a voler imporre la propria legge: quella della della prepotenza.
Poco contano quelle persone che hanno deciso di trascorrere le vacanze proprio in quella valle; nessun rispetto per gli abitanti che piano piano si stavano riabituando a respirare un’aria normale. ‘Lorsignori’ devono recuperare i soldini che hanno perso durante il fermo. Costi quel che costi!
Per noi è impossibile restare in silenzio davanti alle testimonianze dense di rabbia e frustrazione dei residenti della zona. Il silenzio è complice e non vogliamo essere complici di questo disastro perpetuo.
La nostra richiesta è semplice ed è la via più breve per ottenere delle risposte su quanto sta avvenendo in queste ore a Viggiano: si convochi il prima possibile un consiglio straordinario. C’è bisogno della firma di 8 consiglieri per chiedere la convocazione del consiglio, pertanto lanciamo loro un appello per raggiungere l’obiettivo.
Confidiamo nel loro buonsenso e nella loro volontà di fornire risposte ai cittadini della Val D’Agri, soprattutto quelli che col petrolio non hanno mai fatto affari e ne subiscono solo le nefaste conseguenze.
‘Lorsignori’ devono capire che non possono continuare a fare i loro porci comodi calpestando i diritti della popolazione.
Gianni Leggieri e Gianni Perrino, consiglieri regionali Movimento 5 Stelle
“FIAMMATA FERRAGOSTO”: CSAIL, SI POTEVA ALMENO PREVEDERE UNA PAUSA DELLA RIPRESA DEL COVA
La “fiammata d Ferragosto” al Cova di Viggiano, nonostante l’Eni avesse messo in guardia sugli effetti della ripresa degli impianti, tentando di sminuire la situazione come ha fatto del resto ogni qualvolta si è ripetuto il fenomeno, riaccende la sfiducia tra le popolazioni della Val d’Agri che pure erano pervase da grandi aspettative dopo l’inchiesta giudiziaria e le prescrizioni tecniche disposte dai magistrati. Lo afferma una nota del Csail a firma del portavoce Filippo Massaro.
La “fiammata” dopo le tante belle promesse – aggiunge – ci fa tornare alla realtà e rischia di vanificare gli sforzi dei tanti nostri operatori della ricettività alberghiera, della ristorazione e dell’accoglienza dei turisti che hanno visto a Ferragosto tornare comitive di clienti alimentando nuove speranze. Evidentemente – dice Massaro – si è proceduto con approssimazione e con fretta, tra l’altro sottovalutando il periodo ferragostano che avrebbe meritano una pausa nei programmi dell’Eni tesi a recuperare il tempo perduto senza però valutare con attenzione l’effetto, come ha dimostrato l’aria irrespirabile nell’area industriale di Viggiano che è comunque luogo di interesse per tanti turisti. Un colpo inferto all’immagine del Parco Nazionale Val d’Agri che è frequentato da turisti che vogliono la natura, l’ambiente incontaminato e la genuinità dei nostri prodotti alimentari.
Per il Csail c’è una coincidenza che dovrebbe far riflettere con maggiore attenzione Regione, Arpab, politici: l’annuncio del Ministro dell’Ambiente Galletti che il Cipe, con il via libera alla programmazione 2014-2020 dei Fondi Sviluppo e Coesione ha sbloccato quasi due miliardi di euro all’Ambiente, di cui oltre 800 milioni destinati alle bonifiche dei Siti d’interesse nazionale e delle discariche. Ebbene – commenta Massaro – al di là della dichiarazione di principio sulla volontà del Governo ad investire sulla sicurezza ambientale e sulla corretta gestione delle risorse naturali come presupposto per una crescita armonica dell’Italia, da Nord a Sud, non risulta un progetto specifico per la Val d’Agri che al pari dell’Ilva di Taranto e di tanti siti nazionale da bonificare necessita di uninvestimento ad hoc.
Il nuovo assessore all’Ambiente Pietrantuono e la “nuova” Arpab battano un colpo manifestando concretamente la completa autonomia di giudizio in merito alle prescrizioni annunciate-attuate dall’Eni. La gente della Val d’Agri è stanca dei continui rinvii e della continua ripetizione che “niente sarà come prima” perché invece si rischia che sia “peggio di prima”.