La festività di San Rocco che a Tolve registra, come da tradizione, l’arrivo di alcune decine di migliaia di fedeli riaccende l’attenzione sui “Percorsi Rocchiani” e sul turismo religioso. Il progetto “Percorsi Rocchiani”, sostenuto dal Comune di Tolve nell’ambito degli eventi PIOT Feudi di Federico-Terre di Aristeo della Regione Basilicata, e realizzato in collaborazione con l’Associazione di volontariato Amici del Pellegrino, mira a segnalare gli antichi itinerari di viaggio dei fedeli affinché possano essere sempre fruibili e possano rappresentare una risorsa per il turismo religioso e culturale dell’area interna della Basilicata. Nei percorsi rocchiani rientrano fino ad ora le vie che da Potenza, Cancellara, Pietrapertosa, Castelmezzano, Albano, Campomaggiore, Tricarico, Genzano, Banzi, Palazzo San Gervasio conducono al santuario di San Rocco di Tolve. In molte comunità è rimasto infatti solo il ricordo dell’antico pellegrinaggio a San Rocco di Tolve compiuto a piedi o con i traìni. E’ questa l’occasione – evidenzia il Centro Studi Turistici Thalia – per affrontare le problematiche della filiera del “turismo religioso”, ovvero quella “rete dei percorsi della fede e della religiosità popolare” che si sviluppa a partire da luoghi d’eccellenza e risorse di riconosciuta valenza sovraregionale quali sono oltre a Tolve, Muro Lucano (con i Percorsi Gerardini), Viggiano (con la Madonna Nera). Il turismo religioso – sottolinea Arturo Giglio, segretario de CSThalia – è in forte crescita in Basilicata: nel giro di un paio di anni gli itinerari spirituali e di fede hanno registrato una tendenza di richieste del 20% superiore, con un incremento annuo dell’ordine del 10-15%. Secondo una recente indagine, la compagine più numerosa dei pellegrini è formata da donne (57%), età compresa tra 51 e 65 anni (42%). Per quanto riguarda la professione, la prevalenza dei partecipanti dal punto di vista occupazionale è composta per il 42% da pensionati, il 16% da impiegati che comprendono anche religiosi, il 18% da casalinghe, il 7% da lavoratori autonomi, l’8% da operai, il 2% da artigiani, il 3% da dirigenti e il restante 4% da imprenditori. Il 55% dei pellegrini compie un solo viaggio all’anno, mentre il 27% ne effettua due, il 12% tre viaggi ed il 6% più di tre. Il turismo religioso – che muove più di 300 milioni di persone l’anno, con un giro di affari di oltre 18 miliardi di dollari, di cui 4,5 generati solo dall’Italia – non riguarda soltanto mete di pellegrinaggio e percorsi di fede, ma richiama anche turisti che vogliono viaggiare per motivi culturali, i cosiddetti “turisti della fede”, che scelgono, per le loro vacanze, di soggiornare in monasteri, eremi, case d’ accoglienza, santuari, conventi. Le motivazioni per intraprendere un viaggio verso un luogo spirituale di fatti sono varie e strettamente collegate alle condizione soggettive del “turista” o del pellegrino: ricerca di emozioni forti, sensazione di appartenenza ideologica, desiderio di stare insieme, intenzione di incontrare un leader religioso carismatico, atto di fede o penitenza. Accanto alle motivazioni spirituali i dati del turismo religioso in Italia testimoniano il potenziale del bene religioso come risorsa per lo sviluppo sostenibile del territorio. L’attenzione ai santuari e ai luoghi di culto costituisce una valida occasione di interesse per le opere d’arte in essi presenti e rappresenta anche la possibilità di conoscenza del territorio all’interno del quale essi insistono, diventando la destinazione di un turismo colto e di qualità attento all’enogastronomia. In Italia i turisti motivati da convinzioni religiose spendono mediamente 51 euro pro-capite al giorno, una spesa che risulta complessivamente più alta per i turisti italiani (59 euro) rispetto agli stranieri che spendono 46 euro al giorno (47 euro per gli europei e 43 euro per chi proviene da oltre i confini europei). Pertanto – dice Giglio – un passo importante è quello della convocazione di uno specifico tavolo tecnico (Regione, Apt, Comuni-santuari, organismi Cei e associazioni cattoliche) per affrontare tutti gli aspetti di un unico progetto, a partire da quelli inderogabili relativi all’inadeguata capacità ricettività e di servizi turistici (si pensi in particolare a Tolve) ed alla formazione di operatori del turismo religioso.
Ago 16