Leonardo Rocco Tauro del Coordinamento regionale FDI-AN in una nota lancia una proposta per sostenere le finanze dei Comuni lucani
Le notizie sempre più allarmanti sui problemi dei comuni lucani (ovviamente si può dire la stessa cosa per la stragrande maggioranza dei comuni italiani) in ordine alle finanze pubbliche, meritano le più approfondite ed urgenti riflessioni, non solo della politica, ma di tutte le istituzioni, pubbliche e private territoriali.
Possiamo sbilanciarci senza cadere nell’allarmismo o nella sterile retorica oppositiva e dire che dei 131 nostri comuni quelli che non soffrono in fatto di moneta potrebbero essere si e no una decina, in particolare in questo momento storico, alcuni della val d’ Agri, grazie alle ripetute disponibilità derivanti dalla royalties.
Tutti gli altri comuni arrancano. Alcuni in modo drammatico, altri un po meno. Tutti comunque necessitati di aiuto. Ora e non domani.
Se vogliamo che i servizi ai cittadini non subiscano crolli (come la mensa scolastica, lo scuolabus, la raccolta dei rifiuti urbani, il mantenimento del verde pubblico, la sistemazione delle strade cittadine, et cetera), oppure subire pesanti manovre di aumento delle tasse locali, bisogna intervenire con immediatezza, ed una volta per sempre, per eliminare definitivamente il bubbone dei debiti pregressi.
Alcune sono le vie percorribili in termini realistici, secondo il nostro modesto parere.
Esclusa la possibilità che sia il governo nazionale a farlo (anche perché gran parte della responsabilità della situazione dei comuni è proprio dovuta alla riduzione dei trasferimenti erariali, in particolar modo degli ultimi cinque anni, a partire dal governo del senatore a vita Monti, prostratosi al diktat diabolico dell’UE), e dunque impossibile al momento un suo ripensamento, atteso anche che le casse nazionali stanno peggio di quel che vuol far credere l’ex Sindaco di Firenze, che in fatto di frottole è il numero uno al mondo, vediamo altre strade.
Una di queste potrebbe essere quella dell’intervento diretto della Regione Basilicata, che utilizzerebbe almeno il 50 per cento dei ricavi annuali delle concessioni petrolifere, per predisporre un piano straordinario di risanamento finanziario a favore dei comuni, che dovrebbero certificare a loro volta sino all’ultimo centesimo di euro i debiti verso fornitori, imprese ed altri enti pubblici.
Intervento che dovrebbe avere la durata trentennale, e con restituzione da parte delle amministrazioni comunali di quanto ottenuto, a tasso zero.
Cosi ché i fornitori, le imprese ed enti pubblici verrebbero ristorati, e, giustamente, dopo lunghi periodi, dei loro averi.
I comuni alleggeriti del macigno dei debiti pregressi (che si trascinano anche da decenni), e che blocca ogni iniziativa.
La stessa Regione Basilicata, infine, che riceve quanto elargito, perché possa ritornare poi a ri- utilizzare i fondi prestati.
Il presidente dell’Anci di Basilicata, Salvatore Adduce, a proposito di questa drammatica situazione dei comuni lucani parla di innovazione e creatività per farli uscire dal gioco della debitoria locale.
Noi oggi lanciamo un’idea, che può essere anche creativa ed innovativa.
Altre non ne vediamo, pena il blocco totale ed il commissariamento, epocale, con funzionari prefettizi, facenti funzioni di sindaco, in più di 100 comuni delle nostre lande.
Insomma, fatti concreti e non spese regionali clientelari ed effimere.
A voi il rilancio.
Leonardo Rocco Tauro,Coordinamento regionale FDI-AN