“I giardini di marzo” nella città dei Sassi. Il titolo di una celebre canzone di Lucio Battisti ha ispirato i promotori di un progetto che coniuga ambiente, storia, cultura, didattica e sana alimentazione. Il progetto riguarda l’installazione di un orto-giardino denominato appunto “I giardini di marzo” nella villa Comunale di Matera, intitolata dal 17 marzo 2011 all’Unità d’Italia in occasione del suo 150° anniversario. A promuovere “I giardini di marzo” a Matera sono Angelo Stagno, Francesco Linsalone, Carmine Cocca, Vito Sellitri, Giuseppe Gambetta, Francesco Loschiavo, Donato Loparco e il team della Mediateca provinciale e le società Forcopim e Officine Rambaldi.
Il progetto è stato già presentato all’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco De Ruggieri e ha già registrato l’interesse di professionisti ed esperti locali del settore e di istituzioni internazionali di competenza specifica quali l’ Oesterreichesche Bundesgaerten (Direzione Generale dei Giardini Federali Austriaci) di Vienna, la città nella quale si è trasferito trent’anni fa l’architetto materano Angelo Stagno, uno dei principali artefici di questa iniziativa a costo zero per l’Amministrazione Comunale.
“L’obiettivo – ricorda Stagno – è quello di mettere in rilievo le caratteristiche di quella tradizione e cultura contadina che da sempre contraddistingue e premia la contestualità storico-sociale della nostra Città. Con “I Giardini di Marzo” la città di Matera, già designata capitale europea della cultura nel 2019, potrebbe rappresentare un esempio di cultura agro-pastorale del nostro territorio, quale essenza fondamentale e storica delle nostre origini contadine, connotate nella polivalenza etnica e socio-economica dell’ambito mediterraneo.
La proposta di un “orto-giardino” nelle aiuole della villa comunale ridisegna il luogo più intimamente legato alla consuetudine abitativa dei giardini pensili negli antichi rioni Sassi, ma ulteriormente alle corti interne o retrostanti alle palazziate nobiliari del piano, quindi delle residenze urbane di villini, casini e masserie dei notabili presenti a Matera.
Abbiamo pensato quindi ad una cernita di spece arboree, in particolare di alberi da frutta, per riscoprire il contenuto essenziale degli orti-giardini di un tempo, prodotti preziosi per l’economia domestica e per la tradizione gastronomica delle famiglie materane di ceto elevato e non da meno di estrazione popolare. Funzionalmente avvolti da insormontabili muri di cinta, gli “orti-giardino” nobiliari si distinguevano per dimensione, giacitura ed orientamento oltre che da un arredo di chiaro intento decorativo dettato dal gusto, dalla personalità e dal vezzo del proprietario. Le analoghe situazioni colturali attigue alle case contadine dei rioni antichi, curati con discreta sobrietà, si avvalevano invece soltanto della solidaietà partecipativa e rispettosa del vicinato e del quartiere. La villa comunale si offre quindi come sito ideale per una riproposizione di questi luoghi troppo spesso scomparsi o inghiottiti dalla speculazione edilizia dilagante. Un progetto che rivendica il diritto ad un patrimonio cittadino alla portata di tutti. Per realizzare “I giardini di marzo” nella villa comunale avremmo individuato una serie di specie arboree da frutta quali il mandorlo, il melograno, il fico, l’albero di cachi, il perazzo, l’amareno, il gelso, il cotogno, il susino, il pesco o le diverse varietà di agrumi, il fico d’india, lva vite nonchè piante aromatiche specifiche dell’altopiano murgico quali il rosmarino, il timo, la santoreggia o l’alloro. Un progetto che guarda con interesse anche al recupero del dialetto materano perchè la piastra identificativa di ogni pianta dovrà riportare anche il termine in vernacolo utilizzato in passato dai materani.
Hanno già assicurato la propria disponibilità a donare le piante il vivaista Dichio e il materano Nicola Bruno impegnato con il mercato ortofrutticolo “Campagna amica” di Coldiretti presso piazza Cesare Firrao.
L’invito per il progetto “Giardini di marzo” è rivolto naturalmente non solo a frutticoltori e vivaisti ,a anche a tutti i materani che vorranno di propria iniziativa fare dono alla propria città di un alberello da frutta, magari in eccesso nel proprio giardino, o con un particolare significato personale, tanto da lasciare una testimonianza, attraverso questa donazione, della propria presenza o identificazione in quella Cultura contadina di cui la nostra Città attraverso il titolo di capitale europea della cultura si fa autorevole portavoce in tutto il mondo.
Il progetto “I giardini di marzo” potrebbe affidare ad un’associazione di volontariato il compito di curare le piante e di raccogliere o rimuovere la frutta caduca ma le iniziative legate a questo progetto sono molteplici. La Mediateca ha già dichiarato la propria disponibilità a cedere una pianta presente all’interno della struttura che rischiava di morire per farla crescere proprio nella villa comunale e tanti operatori commerciali sono pronti a donare essenze per dare vita all’orto-giardino contadino nella città dei Sassi. Naturalmente questo progetto potrebbe essere esteso anche ai parchi della città: in particolare penso al parco di via IV Novembre intitolato a Falcone e Borsellino e al parco Centrale della collina Macamarda. “I giardini di marzo” prevede anche la realizzazione di un’app in grado di fornire le informazioni utili ai cittadini sugli alberi da frutta e sulle piante disponibili nell’orto-giardino mentre gli allievi dell’istituto Agrario di Matera potrebbero utilizzare la rinnovata villa comunale per apprendere sul campo quello che solitamente si impara sui banchi di scuola. E, dulcis in fundo, con “I giardini di marzo” anche la storica fontana con i pesciolini rossi, attualmente abbandonata in una discarica comunale, potrebbe ritornare al suo posto per la gioia di tanti materani che sono cresciuti trascorrendo momenti indimenticabili della propria infanzia in questo magnifico luogo della città”.
Michele Capolupo
La fotogallery relativa al progetto “I giardini di marzo” (foto Angelo Stagno)
Bravissimo arch.Stagno, lodevole iniziativa che evidenzia apertura mentale e preparazione. Potrebbe essere l’inizio di nuova vita per tutti i parchi materani. Magari tra gli abituali frequentatori della villa comunale è presente qualche anziano contadino che potrebbe anche essere felice di curare piante ed alberi, mettendo a disposizione della comunità il suo sapere. Unico dubbio è che operazioni a costo zero non sono materia interessante per i nostri amministratori….. capisc’ a mè. Grazie ancora Angelo.