Filomena Pinca, rappresentante della sezione lucana del Comitato 8000 esiliati fase B GAE, in una nota lancia l’allarme esodo degli insegnanti costretti a trasferirsi nelle regioni del centro-nord per accettare il posto di lavoro imposto dalla riforma “La buona scuola” del Governo Renzi. Di seguito la nota integrale.
Il numero totale di docenti meridionali che ha presentato domanda di mobilità è stato di 53,341. Di questi, 28.599 hanno avuto trasferimento in altra regione: pari al 53,6%.
Particolarmente generosa è stata la Basilicata (con il 69% dei docenti emigrati), seguita dalla Sicilia (con il 56%) e la Campania (con il 52%). (fonteOS).
I lucani che hanno presentato domanda di assunzione/stabilizzazione sono 1207; di questi, circa 800, se consideriamo (e dobbiamo farlo) i docenti residenti in Basilicata ma che lavoravano in province limitrofe, non rientreranno.
Il gap tra docenti e cattedre non dipende dalle nascite (sfatiamo il mito che gli alunni sono a Nord), ma dalla disponibilità di posti legata ad una serie di fattori, che vanno dalla pianificazione delle abilitazioni, al tempo pieno quasi scomparso a Sud rispetto al Centro-Nord, alle “classi pollaio”, agli “investimenti” in determinate aree del Paese mentre la Basilicata subisce tagli agli organici dal 2008!
Dove sono i nostri politici? E i Dirigenti del comparto scuola? I sindacati? La sola Bari ha decretato 1128 posti in deroga tra i diversi ordini di scuola…
È in atto il depauperamento sociale e culturale della nostra regione e nessuno fa nulla, come se l’esodo degli insegnanti non riguardasse tutti…
Il 98% della “classe” docente è donna. Donna uguale moglie, madre, che porterà con sé i propri figli…
Chi resterà? Davvero Cristo si è fermato Eboli?