L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, a margine del Meeting di Rimini, ha annunciato la riapertura dello stabilimento Eni di Val d’Agri: “Abbiamo riaperto, siamo giustamente contenti di questo perché c’erano a rischio più di 3.500 posti di lavoro tra diretto e indiretto. Questo pericolo sembra assolutamente sventato. Dopo la riapertura ora stiamo aumentando gradualmente la produzione”.
Non solo l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ma siamo tutti soddisfatti per la riapertura del Centro Oli Eni a Viggiano per i posti di lavoro e le royalties salvati. Adesso l’Eni dimostri che vuole voltare pagina sia per l’impatto su ambiente-territorio-salute che per gli investimenti da attuare non limitandosi al distretto energetico e alle prescrizioni tecniche imposte dalla magistratura. E’ il commento di Paolo Castelluccio (Forza Italia), vice presidente del Consiglio Regionale. Con la ripresa politica ed istituzionale questo – aggiunge – è uno dei temi centrali intorno al quale si misurerà la capacità di tutta la classe politica della regione e quindi non delegando tutto alla Giunta di governare un processo sempre più complessivo e decisivo per il futuro delle nostre comunità. Con il ritorno all’incasso delle royalties di cui le casse della Regione hanno assoluto bisogno – ricordo l’affermazione del Presidente Pittella “altrimenti portiamo i libri contabili in Tribunale” – si ripresenta l’esigenza di spendere bene e di destinare queste risorse straordinarie all’intero territorio superando la discriminazione-penalizzazione che si è registrata sinora in particolare ai danni del Metapontino.
E’ questa l’occasione per progettare uno sviluppo che si proietti oltre il petrolio e che, quindi, rimetta al centro l’agricoltura, il turismo e la piccola e media impresa. Ciò può avvenire solo a condizione di mettere fine definitivamente all’esperienza negativa del passato che ha visto dissipare risorse ingenti. C’è poi Matera e il programma in vista del 2019 che non possono subire provvedimenti di tagli. La formula da adottare – sottolinea Castelluccio – è più investimenti per agricoltura, pmi, infrastrutture e meno per progetti inutili.
Inoltre Descalzi da Rimini ci fa sapere che lo stop del Cova è costato 250 milioni di euro all’Eni oltre che a rappresentare un costo altissimo per lo Stato. Il Governo Renzi ne tenga conto e mantenga gli impegni per un riconoscimento maggiore dell’apporto lucano alla bolletta energetica del Paese. Non possiamo accontentarci dell’ulteriore 3 per cento.
Giuseppe Potenza, segretario DC-Libertas Basilicata: “Parole ad eni descalzi rilancino progetto distretto energetico basilicata”. Di seguito la nota integrale
Il messaggio che l’a.d. Eni Descalzi ci lancia da Rimini è duplice: nel presente di speranza per la ripresa del Centro Oli di Viggiani e nel futuro per puntare sulle energie rinnovabili. E’ dunque un messaggio che ci vede come Basilicata doppiamente interessati e coinvolti per traghettare il dopo petrolio. Ma attenzione perchè il rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili deve avvenire sul nostro territorio con le stesse modalità che esigiamo dall’Eni, vale a dire rigoroso rispetto di ambiente, territorio e tutela delle attività produttive esistenti. Il problema non è semplicisticamente riferito alla valutazione dei Parchi eolici sul paesaggio che è una caratteristica dell’offerta di turismo ambientale specie delle aree più interne. La questione chiama in causa la Regione e la Sel, Società Energetica Lucana, perchè aggiornino la strategia sulle rinnovabili. C’è poi un nesso stretto tra petrolio e rinnovabili che le parole di Descalzi riattualizzino: è tempo di mettere mano al progetto di distretto energetico della Basilicata che metta in rete le risorse degli idrocarburi, petrolio e gas, della Val d’Agri con quelle delle altre fonti. Un progetto non solo proiettato ad attuare normative e obiettivi posti dall’Ue – che punta sulla sicurezza degli approvvigionamenti energetici; la competitività dei prodotti e dei servizi sui mercati internazionali; la sostenibilità ambientale delle scelte energetiche – ma a dare respiro al comprensorio Val d’Agri che non può pensare di vivere solo di petrolio. Anche su questo il ruolo della Sel deve diventare più attiva e propositiva. L’accesso alle risorse energetiche ed il loro sfruttamento, inoltre, rappresenta uno dei principali fattori della ricchezza e della competitività dei Paesi: una risorsa strategica che è alla base di relazioni ed interazioni economiche, politiche, ambientali, sociali che assumono rilevanza crescente e che si estendono ad ambiti sempre più vasti. E non si sottovaluti l’aspetto occupazionale che il distretto con tutte le numerose attivate dirette e indotte è in grado di generare.