Una malattia, sia pure degenerativa progressiva, non può stroncare l’amore per la musica e così Ezio Bosso dopo la sua performance al festival di Sanremo ha deciso di portare in tour i brani del suo album d’esordio, “The 12th Room”, il suo primo disco solista di pianoforte. In serata il tour di Ezio Bosso ha fatto tappa anche a Matera nella suggestiva Cava del Sole per l’ultimo evento del Festival Duni 2016. Un concerto che ha fatto registrare in prima fila anche la presenza del sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri.
Attraverso le composizioni inserite nel “The 12th Room”, Ezio Bosso accompagna il pubblico in un viaggio dove le stanze diventano protagoniste del suo percorso narrativo. Un concerto che rivela le due anime di Ezio Bosso, quella del compositore e quella dell’interprete. Sul palco Ezio Bosso è sempr in compagnia di quello che definisce il suo “fratellone”, un pianoforte Gran coda Steinway & Son della collezione Bussotti-Fabbrini, appositamente preparato sulle specifiche del Maestro da Piero Azzola, e utilizza uno sgabello versatile e di supporto, chiamato “12”, nato dalla collaborazione con l’architetto Simone Gheduzzi.
Per attraversare un po’ di stanz insieme al pubblico Ezio Bosso esegue in apertura “Following a bird”. “Noi esseri umani siamo buffi – sottolinea il musicista – perchè diamo per scontato le cose belle e notiamo sempre le cose brutte. Stanza vuol dire fermarsi, proteggere la nostra intimità. Poi svela la passione per due grandi compositori, Chopin e Bach. Di Chopin ammira in particolare i 24 preludi per pianoforte, Bach invece è considerato il primo compositore delle stanze, termine che indica una canzone, una preghiera. Dalla passione per Chopin e Bach nasce la seconda esecuzione, in cui 3 preludi di Chopin e tre brani da un corale diventano la suite “Bach was in another room””.
Ezio Bosso fa riflettere il pubblico anche sul valore della musica libera. La musica non è di chi la scrive ma è nostra, è di tutti. Uno la scrive, un altro ci mett le mani, altri chi mettono le orecchie e il cuore.
Il terzo brano è una storia di stanze comunicanti, una composizione che rievoca le punizioni subite a scuola da un maestro troppo severo e che trasforma la stanza in un’aula. Il riferimento in questo caso è a John Cage con la sua 4’33” di silenzio in forma sonante. E dall’aula scaturisce il brano “Wainting rooom”.
Stanza vuol dire anche poesia e c’è una poetessa che Bosso ama in maniera assoluta. La poetessa per eccellenza è la statunitense Emily Dickinson, che si chiuse nella stanza della casa di suo padre per osservare il mondo dalla sua finestra. Dickinson compone poesie sulla natura, sulla fede, sulla politica, sulla vita e le sue poesie si chiamano proprio piccole stanze”.
Dopo una breve pausa Ezio Bosso ritorna sul palco per esternare un pensiero che è nato proprio durante l’intervallo: “Matera, ci stavo pensando proprio ora, ha ricavato le sue stanze dai Sassi”.
Ezio Bosso regala ai suoi fans anche la sonata per pianoforte, che rappresenta un omaggio a Helena Blavatsky, Madame Blavatsky, teosofa russo-statunitense e chiude il concerto con il brano che identifica l’album, 12^ stanza. “Il numero 12 – ricorda Bosso – è quello più antico e moderno allo stesso tempo. 12 sono i pianeti, gli apostoli, le note del pianoforte. E stanza in questo caso vuol dire fermarsi e affermarsi per capire se stessi”. La standing ovation finale del pubblico che ha raggiunto Cava del Sole sancisce il successo della sua esibizione al pianoforte di Ezio Bosso a Matera.
Michele Capolupo
Biografia Ezio Bosso
Nato a Torino, Ezio Bosso è un pianista, compositore e direttore d’orchestra. Ha studiato Composizione e Direzione d’Orchestra all’Accademia di Vienna arrivando a dirigere alcune delle più importanti orchestre internazionali, come la London Symphony Orchestra, The London Strings, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino e l’Orchestra dell’Accademia della Scala. Ha composto musica classica, colonne sonore per il cinema (per “Io non ho paura” di Salvatores, per “Rosso come il cielo” di Bortone), per il teatro (per registi come James Thierrèe) e la danza (per coreografi come Rafael Bonchela) fino a scrivere sperimentazioni con i ritmi contemporanei.
La fotogallery del concerto di Ezio Bosso