23 agosto 2016 scorso, il Tevere canta nello scorcio d’estate romana che all’Isola Tiberina celebra Cinema e Letteratura. Nello spazio antistante l’ arena e all’interno del Festival delle Letterature e dell’iniziativa il Libro in vacanza: Antonella Pagano, sociologa, scrittrice, eclettica, fine poetessa materana-romana-italiana è ospite con il suo ultimo libro: “Rondine con te-Sillabe innamorate”. Echeggia sommando la sua parola al canto del Tevere; echeggia con la sua parola intarsiata nella Bellezza e Bellezza essa stessa. La presenta Laila Scorcelletti dell’Associazione I.P.LA.C.- La Pagano arriva abbigliata nel modo tutto suo, sempre molto femminile, composto, con i capelli avvolti in una delle sue sciarpe che, se possibile, le conferiscono maggiore autorevolezza, quasi solennità, in un mondo sempre più scomposto; e già questo è un invito alla riflessione. Come fosse lo stelo d’una rosa, reca con la destra un leggìo rosso di bella fattura, con la sinistra le sua valigina e i suoi campanelli; posiziona il leggìo, lo regola poi dispone per terra, sulla piazzetta un percorso di parole, fogli manoscritti, le sue liriche dei territorii….l’ultimo reca:”Tu vita sei là sontuosamente vestita a offrirmi il vassoio colmo infinitamente! Su un altro si legge: ”Amo il sonno e la veglia solerte. Amo l’allegro danzar del tempo attorno al cuore…amo questo cielo denso e questa terra pregna…godo della sua feracità….amo questi sentieri punteggiati di passeri e gazze, ricci e istrici rotolanti…amo paglia e tronco e amo il grano e la pagnottella che diventerà …ogni altra cosa amo e i loro nomi e i verbi che ne discenderanno”. Antonella sparge fogli e parole con quella sua grazia solenne…intanto la gente s’assiepa nello spazio tra ponti millenari e quella canzone che il Tevere canta proprio là grazie a due salti in cui l’acqua può farsi sentire più che altrove nel suo scorrere di secoli. La salutano gioiosi i tanti accorsi ad ascoltarla, mentre tutt’attorno le musiche delle bancarelle e dei punti di ristoro s’alternano alle belle luminarie e agli spazi in cui sorseggiare the su morbidi grandi cuscini e piante e sculture e volti della Holliwood ricreata in capitale. Quindi la Pagano compie il rituale della lettura, cui assegna valore inestimabile al pari della bella scrittura. La sua indagine inesausta intorno alla parola trova in questa silloge un’altra coordinata espressiva. I voli guizzanti delle rondini, i meravigliosi disegni che tracciano nei cieli delle “primavere” dell’uomo, raccontano dell’amore che genera e vivifica la vita che, proprio nell’amore, trionfa. Un’ esitazione, un groppo in gola segna l’inizio della sua lettura. Con gli occhi chiusi e il volto verso il cielo farfuglia poche parole…dice dei “mille bambini e più che il gioco perverso degli adulti sta falciando, mille futuri, mille pensieri, mille possibilità di sviluppo e di progresso versano il sangue che lambisce le sponde delle nostre anime impotenti…spero non indifferenti”. Le ultime notizie sull’interminabile guerra in Siria l’hanno sconvolta…trova quasi impropria la presenza nello spazio letteratura ma non sentiva di tradire chi si era prodigato per lei. Tace, cede la parola alla Scorcelletti, che, fra l’altro, legge quanto ha scritto in prefazione Mons. Lorenzo Leuzzi – Vescovo ausiliare di Roma, Delegato per la Pastorale Universitaria: “Lo Spirito Santo avrà infuso qualcosa del pathos di Dio nelle poesie della Pagano…queste liriche permetteranno di solcare molti mari e molti fiumi dell’esperienza vitale interiore dell’uomo…a ciascuno di noi spetterà di solcarli nella prospettiva di viverli con l’animo poetico che Dio ha infuso nel nostro cuore…si spera che in esse il lettore possa trovare il punto di partenza per uno slancio interiore che lo conduca alle vette della sua anima”. Nel titolo e nel sottotitolo v’è la strada da percorrere per la lettura del libro della Pagano, riferisce la Scorcelletti, oltre che per la visione delle pagine disegnate dalla stessa autrice e colorate con i primi colori che impariamo ad usare nella scuola primaria, i pastelli, metafora anche quelli. “E’ il libro giusto da tenere sul comodino” prosegue la Scorcelletti: “logos, pathos, liricità, colori, disegno, grafica, preghiera canonica e preghiera metaforica”, “si, ma anche preghiera della rondine e preghiera della gatta che lecca la luna, invocazione di ricomposizione della logica e abbattimento degli alberi di impiccagione della stessa logica; fuori e dentro al ritmo dell’Universo” aggiunge la Pagano.
Le chiedo: forse un recupero del paradiso perduto? Che nella poesia finale si tramuta in frutti di parole su baobab infiniti nelle chiome dei quali vorrebbe perdersi alla ricerca della “mela”?
Felicità edenica? O semplicità di vita terrestre? Creda quello che più le fa piacere. In ogni caso cominci la ricerca dopo aver letto le mille bolle d’aria colme di sorrisi che al mattino fioriscono sull’orizzonte del risveglio alla vita. Quell’orizzonte va vissuto come un magnifico albero vitale, di vita autentica e pienamente vissuta dinanzi all’altare dell’Aurora.
Ma per lei cos’è l’Aurora?
E’ l’attimo del tempo che amo tanto quanto il tramonto e tanto quanto tutti gli attimi delle 24 magnifiche ore che compongono un giorno, ma l’aurora ha in sé l’alfa luminosa che può determinare omega altrettanto luminose.
Può definire il suo libro?
Non amo le definizioni; mettono i confini alle cose e alle persone; io abbatterei tutti i confini, primi fra tutti quelli geografici; forse le definizioni sono utili in fisica, in chimica, nelle scienze, eppure là lo saranno, giuste, sino alla successiva scoperta, comunque sono state utili, almeno in un certo lasso di tempo. Non amo le correnti letterarie, le correnti filosofiche, le correnti politiche, mi fanno raffreddare, scherza e sorride amabilmente. Non so, mi creda, io scrivo, qui ci sono vere e proprie preghiere, secondo me, ascolti: ”Gattono verso Te/Dio della tenerezza/e colgo grappoli di luce. Le primule lavano i piedi/dai segni della vita./Abbraccio del mio giorno/ho il cuore colmo di Te. Abbraccio della mia sera/ho l’anima densa delle Tue note. Abbraccio della mia notte/in te riposo le membra/adagio la fatica mia/che m’alzi forte domattina/turgide le gote d’energia/ad amare amare e amare ancora. E poi…poi canto, meglio denuncio gli insulti degli uomini: L’uomo insulta l’uomo/e gli altari tremano/ all’avvento/ di candele spente/…nell’appartamento regale/lupus banchetta/ e sorride sarcastico/ alle mamme dalle mani ferme/ e dai seni privi di latte. Poi chiedo a Maria Madre che ci aiuti, che aiuti il giorno, che faccia nascere il giorno in cui l’uomo nasce probo sì che:i meli e i ciliegi e i salubri eucaliptus faranno l’aria dolce./Inneggeranno al giorno/e al seno gonfio di ogni alba/perché nutra ogni fanciullo/. Ci troverà il mio urlo, Gli uomini han rotto lo steccato/strappato il papiro…..l’orizzonte ha parole cadenti e in ogni paese v’è l’albero cui penzola la logica…..sino: Alla croce ho detto il mio nome. Alla croce ho sussurrato la mia muta voce/Alla tua croce/dolcissimo signore mio/ho attaccato il sorriso dell’anima/ e il pianto del cuore…..ma vi troverà anche …fecondissimi diluvii…e allora? Allora vuole che le dica che è un Inno alla Vita?, si lo è; che è un: Inno alla Parola? Si, lo è; che è un: Inno alla Comunicazione? Si, desidero, sogno che ci si affratelli sul serio; Inno al Decoro?: si, perciò la decorazione amanuense delle pagine; Inno sferico alla Poesia? Si…il componimento: Non barattare i resti…chiude con: là naugrafa ogni angoscia, là ritrovi Dio, là riscrivi la parola: gioia.”.
Posso pensare che questo libro sia un altro caposaldo della filosofia vitale della Pagano?
Che io ami smisuratamente la vita non ho bisogno di dichiararlo, è nei fatti, in tutto ciò che faccio. Certo le mie perlustrazioni sociologiche, quell’escatologia umana, quel perseverare nella fiducia verso l’Uomo e quell’indagare inesausto del bene e del male, sono costole profondissime della ricerca e dell’approfondimento infinito intorno al: “Modello di Pedagogia dell’Arte che passa per la Creatività e conduce alla Bellezza” che è già datato, ma che si completa di giorno in giorno, proprio come ciascuno di noi. Ogni persona che incontro mi offre il suo cesto di chiarimenti, suggerimenti d’ulteriori indagini. Poi c’è la preghiera della rondine e la preghiera della gatta che lecca la luna….di rondini non ne posseggo, sarebbe come ingabbiare, fare prigioniera la primavera, di gattini si, ne ho una da ben 10 anni, salvata alla morte in un cespuglio, pelle ossa dissenteria e pulci…una dal pelo di 5 colori, nelle sue pose è un’egiziana, meravigliosa. La chiamai Hegel….non conoscevo il sesso dei gatti e appena lo/la vidi mi ispirò quel nome, anzi quel suono….scoprirò portandola dal veterinario che era una femminuccia…ma le stava bene il nome Hegelina…e debbo dire che quando le racconto dei miei scritti o mi preparo per una conferenza, lei si mette diritta in posa, sacrale, solenne e mi ascolta immobile per approvare o non alla fine con un miao diverso a seconda che si tratti di approvazione o di noia.
So che è la prima presentazione di questo libro?
Si, è così…sono presa da mille cose e lascio fare al fato, mi piace essere solidale con i progetti degli amici, …sicchè mi dimentico di presentare i miei libri. Questa presentazione me l’ha richiesta l’I.P.La.C. Associazione culturale Insieme per la Cultura della mia cara amica Maria Rizzi, una giallista che ha fondato questa associazione in onore di suo padre. In ogni caso tante care persone mi hanno onorato. Non lo avrei mai pensato attesa la data del tutto impropria. Un 23 agosto nella infuocata Roma? E invece ecco arrivare la carissima Mariù Safier, uno dei volti angelici della Rai, ecco il Prof. Roberto Bruni cui noi donne dobbiamo molto. E’ lui ad aver tributato le donne eroine del Risorgimento italiano. Da componente della Commissione toponomastica del Campidoglio, ha fatto intitolare loro innumerevoli strade. Il Prof. Antonio Lerario, cui dobbiamo la legge sull’Omicidio stradale. Si è battuto per 20 lunghissimi anni, dopo aver visto morire, sulla strada, un suo figlio e poi la Prof.ssa Claudia Bettiol, Ingegnere e Presidente di Energitismo, l’Ingegnere e poeta Gavin Tulloch – manager internazionale e giovani registi e presidenti di associazioni e poetesse amiche e scrittrici e tante sensibilità che hanno raccolto l’invito e condiviso il canto del Tevere insieme ai miei campanelli e alle preghiere laiche e ispirate in una serata di fine agosto.
Nella presentazione so bene che non ha mancato di fare le sue denunce?
Beh, si. Della poesia vi sono milioni di definizioni, tutte valide e tutte parzialissime. Le adotto tutte e le appiccico l’una all’altra, come una catena di DNA. Mi piace la poesia, la mia vita è poesia, vivo poeticamente, intensamente vivo l’angoscia e la gioia, il lutto e la luce, la rabbia e la placida mattina, vivo e sono poesia, ogni uomo e donna è poesia, ogni bambino è poesia, ogni vecchio è distillato di poesia…ma se c’è qualcosa che amo visceralmente fare è fare denuncia; si poesia denuncia, denunce in pizzo e velluto ma acuminati entrambi e così, grata alla magnifica professoressa Bettiol e al suo perfetto inglese,…andando oltre il libro oggetto di presentazione, abbiamo lanciato insieme il grido dal mio poema: ”Raccoglierò le lacrime di tutte le donne”, il poema che ha accompagnato la Carta dei diritti della Bambina e della ragazza nel viaggio italiano ed estero. Io in italiano e la Prof. in inglese. Per finire poi con le mie lettere di pane a dire che è veramente Bello solo ciò che oltre alla bellezza estetica presenta e forma la trinità con Buono e Giusto. Qualunque cosa e persona che è: Bella, Buona e Giusta è veramente bella. Dunque la Bellezza è veramente tale solo se trina. Con le lettere del mio alfabeto di pane e con le mie rondini di pane ho completato le metafore d’arte sicchè le mie belle parole, anche nella sera del 23 agosto 2016, si son fatte belle azioni ed ho rispettato -per prima- l’equazione che compie oramai trenta anni: “Che la bella parola sappia farsi bell’azione” oggi più che mai.
Il libro ha vinto un Premio illustre intitolato a Domenico Rea!
E già. Ricordo, il bando scadeva il giorno successivo quando non ne avevo la benchè minima intenzione. Erano diverse notti che stavo disegnando e decorando a matita e con i pastelli alcune preghiere, ma era un lavoro che facevo per me allorchè mi cascò per terra tutto un cumulo di carte, appunti, lettere, cartoline, disegni….ritornò a galla il bando del Premio della Casa Editrice Ibiskos-Ulivieri. Mera casualità? Un segno? Non so, insomma sistemai alla meglio tutto il fascicolo e al mattino seguente lo spedii. Di là a qualche mese la notizia che il libro era stato fregiato del 1° Premio Nazionale Città di Empoli “Domenico Rea”, 16^ Edizione, Sezione Poesia Religiosa.
“Rondine con te-Sillabe innamorate” è stato editato dall’ Ibiskos-Ulivieri di Alessandra Ulivieri e sta andando in seconda edizione. Sarà una nuova primavera? Non possiamo rinviare ai posteri; occorre tirarsi su le maniche e lavorare sodo tutti insieme.
Profetiche le parole della Pagano in apertura, ma ancora di più quelle con cui ha chiuso l’intervista, certo ieri le dedicava ai bambini trucidati in guerra e alla necessità di farsi responsabili nella condizione generale italiana…adesso si sono aggiunte le vittime del terremoto che ha lacerato l’Italia centrale. L’ho richiamata al telefono e lei:
le parole oggi non servono, le debbo ripetere quanto ho detto ieri l’altro. Occorre rimboccarsi le maniche e lavorare sodo tutti insieme. Ho predisposto un progetto e trovato l’Associazione nazionale che lo ha fatto proprio. Cominceremo a lavorare già domani. Ma questa è un’altra storia. Ci sentiamo presto. La ringrazio tanto per il servizio che svolge.
Ago 26