Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale: “I dati dell’Osservatorio Inps sul precariato ci danno ragione: solo l’impresa salverà l’economia lucana”. Di seguito la nota integrale.
Calano le assunzioni a tempo indeterminato. Meno 2.442 rispetto ai primi sei mesi del 2015 (-27,7%). Calano anche quelle a tempo determinato. Di 2.206 nel periodo gennaio – giugno 2015 rispetto agli stessi mesi del 2016. Aumentano i voucher del 29,8%. Questo in Basilicata. Nel resto d’Italia, invece, l’occupazione stabile è in aumento. I dati sono dell’Osservatorio Inps sul precariato. Non ci meravigliano affatto.
Un’attenta analisi della legislazione vigente e del mercato lucano, quello reale, non potevano che condurre a questi risultati. Il Governatore Pittella e i suoi dati esaltanti si rivelano ancora una volta buchi nell’acqua. Abbiamo sempre sostenuto che l’autoesaltazione scevra dal contatto con la realtà fa male ai ‘rottamatori’ del Pd; e ancora una volta ne abbiamo la prova. Non basta urlare che una cosa va bene per farla andare bene.
La verità è che senza un tessuto imprenditoriale sano, un’economia non progredisce. Non bastano la Fiat e l’Eni a rendere il mercato lavorativo dinamico. Ed, infatti, appena terminano le assunzioni della casa automobilistica, le assunzioni subiscono un tracollo. Delle due l’una: o la Fiat continua in perpetuo ad assumere (e la cosa è alquanto improbabile) o si creano e si aiutano le imprese lucane.
Pittella prenda atto che abbiamo ragione, inverta la rotta, finchè è in tempo. Continuare a perpetrare l’errore di puntare tutto su Fiat ed Eni non significa creare sviluppo. Certo, è più facile dire di aver conseguito risultati puntando su due settori, quello dell’automotive e quello del petrolio, che non dipendono dalla Regione. È più facile: se vanno bene, ci si attribuisce un merito che non si ha (come accaduto negli scorsi mesi), se vanno male, la colpa è del mercato mondiale.
Non è questo il modo in cui si governa una Regione. Bisogna prendersi le proprie responsabilità ed avere il coraggio di cambiare rotta. Fino ad ora, Pittella si è dimostrato un semplice prosecutore della politica vecchia di vent’anni.
Serve di più a questa Regione. Serve coraggio. Serve una visione di sviluppo che non può prescindere dall’impresa locale. Speriamo che gli analisti di Pittella sappiano leggere questi dati sconfortanti per la nostra economia e sappiano trarre le dovute conseguenze. Altrimenti perderemo altri trenta mesi.