Sui disagi provocati dalla riforma del Governo Renzi per la scuola si registra una nota di Filomena Pinca, vice presidente del Comitato nazionale 8000 esiliati fase B GAE a nome dei docenti lucani costretti ad emigrare nelle regioni del centro nord.
A quanto pare, la “malattia” del secolo ha colpito anche la Regione Basilicata: l’<annuncite> del nostro Governo è davvero contagiosa.
Si leggono ultimamente pubblici proclami di illustri politici, consapevoli del “disagio” avvertito dalle famiglie dei numerosi docenti lucani coinvolti nella mobilità straordinaria, del depauperamento culturale e sociale in atto in Basilicata, che si dicono disposti ad attivarsi per arginare questa nuova emigrazione, ma di fatto nulla si muove.
Persino il Molise si è mobilitato e ha concesso 264 posti in deroga a fronte dei suoi 214 esodati.
Anche oggi, all’incontro tenutosi presso gli uffici della Regione, la Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale di Basilicata da un lato afferma di aver fatto il possibile per contenere l’esodo dei docenti lucani e dall’altro promette posti aggiuntivi ai precari, i funzionari regionali cercano di capire un mondo nuovo guardando ai numeri dello scorso anno e non all’attuale situazione e tra tutti regna la più grande confusione: grande assente la comunicazione!!
I Sindacati sono divisi (non vogliono perdere le tessere), i politici non vogliono perdere voti e così alcuni hanno promesso di tutelare chi ha scelto di restare precario, altri si rendono conto che la Legge dà priorità a chi è di ruolo per tornare a casa.
Facciamo un po’ di chiarezza.
L’ aumento di deroghe che viene richiesto dai docenti assunti nel 2015, non toglie il lavoro ai docenti rimasti nelle graduatorie, dal momento che sono posti in più che vanno ad implementare l’organico dell’autonomia, posti che per giurisprudenza continua devono essere assegnati prima al personale di ruolo e poi ai quello a tempo determinato.
I docenti di ruolo non hanno accesso agli incarichi da Istituto, tramite i quali, chi è rimasto in GaE potrà continuare a lavorare come ha sempre fatto, ma ancora per 36 mesi (comma 131), limite che ha indotto moltissimi docenti, tra i primi in graduatoria, a presentare domanda di “stabilizzazione”, non di assunzione, come previsto dalla Corte Europea.
Le assegnazioni provvisorie che i “residuali” gae vogliono ostacolare, ci sono sempre state, perché legate a motivi familiari/personali e non al servizio. Ci sono dei requisiti che vanno rispettati, altrimenti non si può ottenere prima dei tre anni (ricongiungimento al coniuge, ai figli, ad un genitore anziano, gravi motivi di salute).
Il fatto che l’On. Puglisi le abbia concesse a tutti, solo per quest’anno, dimostrata un primo tentativo di riconoscimento delle “storture” del piano straordinario, che ha creato disparità di trattamento tra docenti di ruolo assunti nel 2014 e assunti nel 2015; tra docenti assunti nel 2015 nelle fasi 0, A, B, C GaE e Gm.
Concludiamo con una “pasquinata”: Se io fossi pugliese, i posti in deroga avrei /e a casa mia insegnerei;
Se fossi un politico, della “buona” scuola mi vergognerei /e di averla votata assai mi pentirei.
Se io fossi Renzi, sai cosa farei? /A tutti gli insegnanti il proprio posto ridarei, /le graduatorie provinciali non più ribalterei: /il siciliano insegnerebbe a Licata /ed il lucano nella sua Basilicata. /Se io fossi una docente GaE Fase B, /questa ingiustizia combatterei /ed il Comitato 8000esiliati fonderei.
Gli esiliati lucani