Su SassiLive ritornano le “fantastiche avventure” di Mister Stackewtch” a cura di Domenico Gallipoli. Questa volta il protagonista “entra nel futuro” e guarda alla campagna elettorale in corso per le elezioni del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.
La vita del nostro Stackewtch procedeva con una certa monotonia. Negli ultimi giorni, però, a rompere questa monotonia erano intervenute le accalorate discussioni con il suo amico intorno ai due aspiranti alla carica di Presidente degli Stati Uniti. Il suo amico Frank lo aveva fatto proprio arrabbiare l’altro giorno mentre discutevano nel parco seduti su una panchina. Difendeva a spada tratta l’aspirante repubblicano Trump, quasi lo idolatrava, vedendolo come colui che, anche con modi rudi e poco politically correct, avrebbe imposto al mondo l’America forte, armata di spada punitrice contro tutti quelli che considerava nemici degli Stati Uniti. A Stackewtch, che pure in passato aveva votato per i repubblicani, questo Trump non piaceva affatto, non gli piacevano i modi e le idee: i modi erano quelli di un rozzo pistolero del Far West, e le idee, quella non tanto larvata simpatia per Putin, quella volontà di isolare l’America dalle altre nazioni e soprattutto la mancanza di equilibrio e la scarsa conoscenza dei problemi; insomma, aveva sbottato gridando al suo amico Frank “ Questo Trump sarebbe capace di autorizzare la produzione e vendita di carri armati modello Suv che sostituiscano le auto facendo sentire superprotetti i cittadini; te la sentiresti, insomma, di affidare la responsabilità di ordigni nucleari a questo individuo?”. Il suo amico, di fronte a quest’ultima osservazione, era rimasto interdetto. Mister Stackewtch confidò che questa volta avrebbe votato per la Clinton: “abbiamo avuto un presidente nero, perché non avere un presidente donna? Ha competenza ed è equilibrata, sia in politica interna che in politica estera. Sì, ha fatto errori nell’uso della posta elettronica, ha avuto un marito che ad una stagista, Monica Lewinski, ha fatto provare il suo sassofono; Hillary ha fatto la parte della moglie che in pubblico ha perdonato il marito, …ma in privato penso che gli avrà dato un calcio nelle parti basse; tra Trump e Clinton non ho dubbi”. La discussione aveva suscitato la curiosità e gli sguardi di persone sedute sulle panchine vicine. Dopo un po’ Frank, per acquietare il clima e volendo cambiare argomento, rivelò a Stackewtch che da alcuni giorni stava seguendo un corso in cui insegnavano ad usare il computer; aggiunse che lo trovava sempre più interessante, che scopriva tante novità prima inimmaginabili; gli parlò della scrittura, della posta elettronica, di internet che sembrava una finestra da cui poteva osservare il mondo vicino e lontano, insomma suscitò una tale curiosità nel nostro che, pur reticente ad avventurarsi in campi del tutto sconosciuti, per non sembrare da meno del suo amico, accettò l’invito ad iscriversi al corso. “Se non mi piace – disse tra sé – posso sempre fare un passo indietro; se, invece, mi piace sarà come dare un pugno alla monotonia”. L’impatto fu tutt’altro che traumatico: conobbe tante persone disponibili a fare amicizia, ad incontrarsi al di fuori del corso ed a scambiarsi visite. “Frank lo strozzerei per le sue idee, in compenso ha fatto bene a propormi l’idea del corso”. Il contatto con il computer fu emozionante: aveva paura di toccarlo, paura di combinare un guaio, lo vedeva come un nemico da ingraziarsi, le mani gli tremavano prima di toccarlo; la voglia di entrare in confidenza con questo strumento, però, prevalse sulle paure. Imparò ad accendere il computer, a spegnerlo, a scrivere un documento e “salvarlo”, era entrato nel mondo di internet, aveva imparato ad usare la posta elettronica, con cui, con il passare dei giorni e con l’esperienza che veniva acquisendo, comunicava con gli amici del corso, aveva imparato a leggere i giornali standosene comodamente seduto in casa, aveva imparato a chiedere informazioni su ciò che lo incuriosiva … insomma aveva fatto il suo ingresso, senza rendersene conto, nel mondo del futuro. Si sentiva sempre più soddisfatto di sé, del coraggio che lo aveva spinto ad affrontare delle difficoltà, che lo avevano ampiamente ripagato con ciò che aveva imparato e con le relazioni che aveva “conquistato”. Si recò ad acquistare, con l’entusiasmo tipico di un bambino che finalmente si trova tra le mani un giocattolo a lungo desiderato, il “suo” computer. Gli piaceva scambiare i suoi pensieri con quelli dei nuovi amici, trascorrere un bel po’ di tempo in casa a scrivere, a scrutare il mondo, ad informarsi. Notava, però, che il tempo trascorso in casa stava aumentando, a scapito del tempo che dedicava alle uscite. Rifletteva sul fatto che la posta elettronica gli permetteva di esprimere con immediatezza i suoi pensieri agli altri, ma che, abusando di questo strumento, gli stava mancando il contatto diretto, il viso, l’espressione dell’interlocutore, si stava rintanando sempre più in casa, lui e il computer, che si stava sostituendo ai rapporti umani. Decise allora di porre un freno a questa situazione, di limitare l’uso del computer, di farne un compagno che non fosse assillante, di ridare slancio ai rapporti con il suo amico Frank e con i nuovi amici che il corso di computer gli aveva regalato. Decise perciò di riappropriarsi della vita “viva”.
Domenico Gallipoli