I temi di rilancio per l’autunno dell’iniziativa di Sanità Futura e l’adeguamento organizzativo dell’associazione delle strutture sanitarie private lucane e pugliesi a completamento della campagna “Non siamo un numero”, che si è svolta in questi mesi, saranno al centro dell’Assemblea regionale di Sanità Futura che si terrà a Matera (ore 18 – sede via Cesare Firrao).
Sul piano organizzativo Sanità Futura fa sapere che la campagna “Non siamo un numero”, promossa con l’obiettivo di mobilitare l’utenza del servizio sanitario regionale, ha superato il muro delle 120mila interazioni attraverso i social e l’iscrizione di circa 700 cittadini. Si procederà pertanto ad una modifica statutaria per consentire ai nuovi soci di avere una propria rappresentanza negli organismi dirigenti associativi, in coerenza con la battaglia per la trasparenza e il rispetto delle leggi, in nome di tutti, medici, operatori, cittadini e della salute pubblica.
Non abbiamo mai pensato – spiega Michele Cataldi, presidente regionale di Sanità Futura – ad adesioni formali nel senso che i nostri utenti, i cittadini, giovani, donne, anziani che hanno condiviso la campagna saranno protagonisti della nuova fase di attività che ci aspetta e che sarà segnata da un rinnovato impegno per realizzare quell’autentico cambiamento nella sanità da sempre annunciato.La conferenza stampa di ieri del Presidente Pittella, quasi interamente centrata sulla tutela della salute dei cittadini e sempre ieri l’intesa sottoscritta in sede Conferenza Stato-Regioni sui nuoviLea (livelli essenziali di assistenza) – sottolinea Cataldi – confermano che per la sanità e quella lucana nello specifico non sarà un autunno qualsiasi. Intanto non può essere archiviata la questione della mobilità attiva. Parliamo del “respingimento” di utenti extraregionali, in numero sempre più crescente affetti da patologie oncologiche, che si vorrebbe imporre alle strutture sanitarie private accreditate e che burocraticamente viene chiamato con il nome di “mobilità attiva”. Una questione dunque che – sottolinea Sanità Futura – ha implicazioni sulla cura e sulla prevenzione della salute di migliaia di cittadini, specie della Puglia e della Calabria, che scelgono strutture e centri specializzati di Matera o della provincia di Potenza (provenienti dalle aree limitrofe extraregionali) per sfuggire alle liste di attesa delle strutture della propria regione e che ha un peso importante per bilanciare la “mobilità passiva” vale a dire il ricorso di lucani a strutture e centri di altre regioni con un costo per la sanità lucana intorno ai 39 milioni di euro l’anno. La Regione Basilicata rischia di diventare l’unica Regione d’Italia ad autoimporsi un tetto di mobilità attiva con un danno economico di decine di milioni di euro.
E tra le priorità dell’autunno per Sanità Futura c’è l’attuazione della delibera di Giunta sui tetti di spesa per le strutture sanitarie private accreditate, l’ennesima cartina al tornasole per verificare quanto è possibile ridurre il “solco” tra le posizioni della Quarta Commissione e quella del Dipartimento Salute, vale a dire tra un atteggiamento conservatore ed uno, invece, di profondo e reale cambiamento.
Di grande rilievo sociale, infine, ci sono i problemi occupazionali che pesano sul comparto delle imprese (una sessantina, per oltre 600 dipendenti, cinque volte di più i livelli occupazionali della Clinica Luccioni a Potenza). Durante l’estate – conclude la nota – ci sono stati i primi segnali con provvedimenti di interruzione di contratti di lavoro e messa in mobilità.
Set 08